sabato 13 marzo 2021

«Contatti con la 'ndrangheta» Azienda esclusa dalla white list

 


Francesco RomaniBAGNOLO SAN VITO. La Cavicchini costruzioni generali snc, una delle più note aziende di movimento terra e costruzioni del Mantovano, è stata esclusa dalla white list della prefettura di Mantova, ovvero l'elenco delle imprese non a rischio di infiltrazione mafia che quindi possono lavorare nel settore pubblico. Per essere ammessi alla lista occorre non avere avuto rapporti con persone o ditte facenti parte della malavita organizzata di stampo mafioso. Ma perché la Cavicchini è stata esclusa? Secondo il Tar di Brescia, che ha bocciato il ricorso presentato dalla ditta contro il provvedimento di esclusione emesso dalla prefettura, gli elementi significativi sono tre. Il primo è un'intercettazione del 2008 nella quale Cavicchini, parlando con l'imprenditore calabrese Massimo Siciliano, poi arrestato nel 2012, si sarebbe informato di come avere protezione per svolgere attività imprenditoriale in Calabria. La seconda, la constatazione che la Cavicchini avrebbe partecipato ad alcune gare pubbliche con la Icop, una delle ditte di Siciliano. Fra le opere costruite assieme, il nuovo ponte di Quistello. La terza la circostanza, risalente a oltre13 anni fa (il 2005) che un operaio della Cavicchini venne trovato in compagnia di un pluripregiudicato «vicino ad ambienti mafiosi calabresi». Elementi sufficienti per escludere una ditta dagli appalti pubblici?Per la prefettura, che nell'ottobre scorso ha rigettato la domanda della Cavicchini di rinnovare la propria iscrizione alla white list, sì. Ma il titolare la pensa diversamente. La società opera dal 1987 nel settore edile e delle costruzioni e dal 2013 è sempre stata iscritta regolarmente all'elenco delle aziende non a rischio di infiltrazione mafiosa. «Questa vicenda ci sta creando forti preoccupazioni - spiega il titolare, Gaetano Cavicchini - Ma noi siamo assolutamente tranquilli e certi della nostra buona fede. Quella chiacchierata di 10 anni fa è stata un'intercettazione ambientale all'interno di un'auto. Si sono semplicemente estratte delle frasi da un contesto diverso. Si è fatta una interpretazione forzata assegnando un significato sbagliato solo perché non si comprende l'intera conversazione». Ma fra gli elementi, la prefettura mette anche i rapporti che le due aziende hanno avuto creando per due volte un raggruppamento temporaneo d'impresa. Segno, per il Tar, che forse i contatti non erano episodici. «Non è così - spiega Cavicchini - I guai giudiziari di Siciliano risalgono al 2012. Gli appalti che sono stati aggiudicati ai raggruppamenti che abbiamo fatto con loro, sono precedenti, del periodo 2008-2011. E si tratta di due soli. Per il nostro volume d'affari si tratta di collaborazioni sporadiche. Nulla che possa far pensare a sistemi illeciti di appalti. Aggiungo che tutte le verifiche a nostro carico sono risultate più che positive. Nessuna contestazione, mai un'indagine». Come si spiega allora questo mancato rinnovo della white list. «Il sistema di esclusione è cautelare: non funziona sulla base di prove. Non c'è alcun reato che abbiamo compiuto - conclude Cavicchini - Avere contatti con ditte calabresi è normale (Siciliano aveva una ditta anche a Dosolo, ndr): ma un'azienda non è la polizia. Io l'ho saputo dopo anni che quella ditta era accusata di mafia. Incaricheremo il nostro avvocato di andare avanti, facendo appello, perché siamo convinti di essere nel giusto. E non abbiamo commesso nulla di male». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

 
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Cassese71

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