stati uniti
Figlia di Eric Garner, ucciso dalla polizia di New York nel luglio 2014, era diventata leader del movimento che si batte per i diritti degli afroamericani
di Andrea Marinelli
È morta a 27 anni Erica Garner, attivista e organizzatrice di Black Lives Matter che aveva scelto l’impegno politico per chiedere giustizia sul decesso del padre Eric, ucciso nel luglio 2014 a 43 anni da un agente di polizia a Staten Island, New York. Garner — madre di una bambina di otto anni e di un bimbo di quattro mesi, chiamato Eric in ricordo del nonno — era stata ricoverata una settimana fa in seguito a un infarto causato da un attacco d’asma e tenuta in coma farmacologico indotto, ha spiegato la madre Esaw Snipes al New York Times, specificando che la figlia aveva scoperto problemi cardiaci durante l’ultima gravidanza.
Aveva 23 anni Erica Garner quando il padre, sospettato di vendere sigarette di contrabbando in strada, venne soffocato da un agente di polizia, Daniel Pantaleo, che non fu mai incriminato dal Gran Jury e rimase in servizio, provocando dure reazioni a New York. Le sue grida d’aiuto riprese con lo smartphone da un passante — «Non respiro» — divennero un coro di protesta in tutti gli Stati Uniti e contribuirono ad alimentare la crescita del movimento Black Lives Matter, di cui la figlia divenne leader suo malgrado. «Non aveva chiesto di diventare un’attivista», ha commentato il senatore ed ex candidato democratico Bernie Sanders, per cui Erica Garner aveva fatto campagna nel 2016 salendo con lui sul palco durante un comizio in South Carolina. «Ma ha risposto alla tragedia personale della morte del padre battendosi per la riforma della giustizia penale e per mettere fine alle violenze della polizia».
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