"Ho
inciso la canzone dei suicidi ancora sotto choc, dopo aver visto Luigi
steso in quel piccolo obitorio vicino a Sanremo, pareva un ospedaletto
da campo. Nella mia canzone c'è una specie di tentativo di riscatto, da
parte di un ente supremo come Dio, che fa proprio il contrario di quello
che han fatto gli uomini: cioè lo perdona. È una canzone che è stata
considerata addirittura blasfema quando nell'ultima strofa dico per
esempio: "Dio di misericordia, vedrai, sarai contento". Questo dialogo
uomo-Dio a tanta gente non piace, da fastidio. Il discorso che ho voluto
fare era questo: " Sta tranquillo, che se non ti abbiamo capito noi, ci
sarà qualcuno che ti capirà meglio".
Anche se io, tutto sommato, non
posso considerarmi né cristiano né cattolico, mi farebbe piacere che
nel caso di Luigi ci fosse veramente un dio. “Preghiera in gennaio”, che
scrissi sull’onda di quell’emozione, partendo da una poesia di Francis
James Child".
Fabrizio De André.
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