giovedì 9 ottobre 2014

Il Quirinale e il concetto di decenza: Riina e Bagarella non presenzieranno, processo a rischio

napolitano-R.C.- Non ci pare che la più alta istituzione della Repubblica fosse  finita a bordo di una macchina da corsa senza freni e senza pilota.
Né tantomeno che si stesse assistendo alla vergogna di esporre il Capo dello Stato al confronto, non all’affronto, di soggetti definiti, e sarà pur vero, “criminali, assassini e stragisti”, ma in ogni caso imputati nel procedimento e come tali tutelati da diritti garantiti dalla Costituzione e dall’ordinamento giudiziario.
Eppure abbiamo assistito ad un forsennato attacco alla procura di Palermo, mentre si è trovato del tutto naturale che Giorgio Napolitano chiedesse la distruzione delle intercettazioni telefoniche con Nicola Mancino, dove risultava qualche apprezzamento non proprio benevolo nei confronti di un pm della Dda di Palermo.
“Colpo di teatro incomprensibile e dannoso” scrivono gli opinionisti, a sostegno di un Capo dello Stato che non pare assetato di verità sul patto Stato-mafia dopo le stragi del 1992/93.  Eppure 21 mori ammazzati, tra cui Falcone e Borsellino, oltre a 117 feriti, uno straccio di giustizia la meriterebbero.
Anche con il contributo di chi non ha ritenuto opportuno esprimere una sola parola di solidarietà nei confronti di Nino Di Matteo, minacciato di morte da Totò Riina.
Però ci ha pensato la Corte a soccorrere il Garante della propria intoccabilità.
I capimafia, Leoluca Bagarella e Totò Riina, non parteciperanno alla testimonianza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell’udienza del processo Stato-Mafia fissata per il 28 ottobre al Quirinale .
La Corte d’Assise di Palermo ha rigettato l’istanza presentata dagli avvocati dei boss mafiosi imputati, ritenendo che i diritti degli stessi saranno tecnicamente salvaguardati dalla presenza dei loro legali.
Quindi riconosciuta l’immunità del Quirinale, che già di per sé impedirebbe a Riina e Bagarella di presenziare in quella sede alla deposizione di Napolitano.
Forse il vero obiettivo della querelle è stato raggiunto, e si evince dalle dichiarazioni rilasciate dal difensore di Totò Riina, l’avvocato Luca Cianferoni “Ci sarà modo di rivedere questa decisione in altre sedi. Loro sono i giudici ma noi faremo l’impugnazione del caso, chiederemo l’annullamento del processo”.
Dello stesso avviso l’avvocato di Nicola Mancino, Nicoletta Piergentili Piromallo che ritiene l’ordinanza nulla, in quanto viola i diritti dell’imputato.
Dubbi ce n’erano pochi, qualcuno su quella macchina da corsa è salito, ha frenato e l’ha pilotata tranquillamente al traguardo, con buona pace dei martiri.

http://www.articolotre.com/2014/10/il-quirinale-e-il-concetto-di-decenza-riina-e-bagarella-non-presenzieranno-processo-a-rischio/

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