16 milioni di buone ragioni per dire NO al Forum delle Culture
Oggi arriva la conferma delle voci che nei giorni scorsi annunciavano il via al Forum delle Culture con uno stanziamento di 16 milioni di euro dal PAC (Piano di azione e coesione). Contemporaneamente si apprende che la Regione Campania nel bilancio 2013 starebbe infliggendo il colpo di grazia all’industria dello spettacolo campana facendo un’altra drastica riduzione delle risorse, e ancora che il Teatro Mercadante, dopo due anonime stagioni all’insegna di ricchissime e fallimentari produzioni commissionate dal direttore artistico a se stesso, è prossimo alla chiusura per mancanza di fondi lasciando insolute le compagnie ospitate in questi anni; a questo si aggiungono le insolvenze della Fondazione Campania dei Festival a lavoratori e imprese per il Napoli Teatro Festival; quelle del Comune di Napoli che non paga dal 2007 e che continua a pubblicare bandi per manifestazioni culturali in cui non è previsto compenso; e ancora i mancati finanziamenti per l’Istituto Italiano per gli studi filosofici e il trasferimento della sua biblioteca in un capannone a Casoria, l’orario di accoglienza della BRAU ridotto ormai a pochissime ore al giorno, e potremmo continuare.
La domanda è: Napoli ha realmente bisogno di un forum delle culture che, senza alcun criterio, deve inesorabilmente spendere alla meno peggio 16 milioni di euro di denaro pubblico in soli 101 giorni, quando tutto il settore che si occupa della crescita culturale ordinaria di questa città – dai teatri, agli istituti di cultura, alle imprese, ai musei – soffre della mancanza di fondi ed è prossimo al collasso proprio a causa dei tagli e dell’insolvenza degli enti pubblici?
Non è più il tempo di tollerare simili schizofrenie e paradossi. L’approssimazione e la mancanza di progettualità come in passato faranno disperdere queste risorse senza lasciare nulla in città e senza portare reali e più duraturi benefici a tutto il comparto culturale.
Non solo diciamo no al forum ma pretendiamo che con questi 16 milioni di euro vengano fatti investimenti a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori e di tutta l’attività ordinaria in profonda crisi, attraverso una gestione ed una destinazione dei fondi, condivisa con chi quotidianamente della cultura e dell’arte si occupa.
Come comunità dei lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale in questi 12 mesi di autogoverno dell’Ex Asilo Filangieri, sede del Forum delle Culture, di fronte al sistema di gestione personalistico e clientelare delle fondazioni costituite per i grandi eventi, abbiamo sperimentato un processo costituente di gestione collettiva e trasparente del bene pubblico Ex Asilo e delle poche risorse ottenute dall’autofinanziamento finalizzato all’acquisto dei mezzi necessari a produrre arte e cultura (teatro, impianto audio, video, luminotecnico ecc.). Mezzi e spazi messi quotidianamente a disposizione della collettività e utilizzati da centinaia di artisti, studiosi e cittadini per autoproduzioni artistiche, attività laboratoriali e di formazione, eventi, incontri e dibattiti che hanno visto la partecipazione di non meno di ventimila persone.
In questo anno è emerso chiaramente il bisogno della città di vivere spazi dedicati alla cultura per 365 giorni all’anno, condividendone in maniera attiva e senza interferenze politiche la gestione e la programmazione delle attività. Su queste basi riteniamo necessario cominciare a sperimentare un audit pubblico, come forma diretta di confronto sulle esigenze reali, per avanzare proposte concrete e inderogabili a cui le pubbliche amministrazioni non possono sottrarsi: cominciamo dal comprendere insieme quali sono priorità e metodi per investire questo denaro pubblico. Dopo gli spazi è arrivato il momento delle risorse. Riappropriamocene!
Gli abitanti dell’ex Asilo Filangieri
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