L'Italia, un grande museo diffuso
Istat, sono oltre 4.500, quasi la metà a ingresso gratuito, in testa Toscana
(di Daniela Giammusso)
L'Italia come un unico grande museo, con una struttura espositiva almeno in un comune su tre. Quasi la metà a ingresso gratuito (49%), tanti stranieri nel pubblico (44,9%), ma ancora molto da fare, con un museo su due che non ha un sito web (49,3%). E' la fotografia del paese scattata dall'Istat in collaborazione con il Ministero dei beni culturali, le Regioni e le Province autonome, che per la prima volta traccia un quadro completo de ''I musei, le aree archeologiche e i monumenti d'Italia'' non solo pubblici, ma anche privati.
Un rilevamento a carattere censuario che per ora riguarda i dati del 2011 (prossimo rilevamento nel 2015 sul 2014), interamente consultabile on line e sul quale, racconta il segretario generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia, ''si possono costruire decisioni e progetti. Colpisce il divario tra potenzialità di sviluppo e attrazione del pubblico''. Il censimento racconta infatti di una ricchezza estrema e di un patrimonio diffuso su tutto il territorio (a differenza, ad esempio, della Francia con il 70% dei musei concentrati intorno Parigi) con 4.588 istituti espositivi (il 63%,8 dei quali pubblici) divisi tra 3.847 musei, gallerie o collezioni, 240 aree archeologiche e 501 complessi monumentali. Ma se abbiamo un istituto e mezzo ogni 100 km e uno ogni 13 mila abitanti, il nord ha lo scettro dei musei (48%), con in testa Toscana (550), Emilia Romagna (440) e Piemonte (397). Al sud e nelle isole è invece concentrato il 52% delle aree archeologiche.
Ma cosa c'è dentro i nostri musei? Curiosamente, soprattutto collezioni di etnografia e antropologia (16,9%) e solo in seconda battuta di archeologia (15,5%), arte (11,9%), storia (11,4%), arte sacra (10,25) e arte moderna e contemporanea (9,9%). La grande disparità del paese salta subito agli occhi appena si inizia a parlare di pubblico e incassi: 103.888.764 i visitatori nel 2011, solo il 21% dei quali con un'età tra i 18 e i 25 anni, concentrati per lo più in Toscana (51%), Lazio (20,1%) e Lombardia (8,8%) e con i primi 15 musei che da soli attirano un terzo del pubblico. Quanto agli incassi, tolto il 49% di musei gratuiti, un terzo delle realtà non tocca i 20 mila euro l'anno, un quarto i 10 mila, mentre le megastrutture da 500 mila visitatori superano agevolmente il milione di euro. Pochi incassi, ma spesso anche poco personale: l'80% degli istituti non ha più di 5 addetti e solo il 40% è in grado di fornire informazioni in inglese. E soprattutto, su 21 mila addetti, 16.400 sono volontari. Ancora tantissimo da fare poi in termini di ricettività, ristorazione, laboratori, wi-fi (solo il 9% dei musei lo offre gratuito contro il 78,6% delle biblioteche) e presenza sul web.
(ANSA)
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