sabato 20 luglio 2013

Stop dell’altoforno, Anselmi scrive a Letta: evitare un disastro sociale

Lettera aperta del sindaco di Piombino al premier: “La Lucchini attraversa da tempo una crisi che se non sarà fronteggiata in tempi brevissimi potrebbe produrre conseguenze sociali ed ambientali devastanti per un intero territorio''

 ''Il polo industriale di Piombino attraversa da tempo una crisi che rischia di produrre, se non adeguatamente fronteggiata in tempi brevissimi con tutti gli strumenti di intervento disponibili, conseguenze sociali ed ambientali devastanti per un intero territorio''. Inizia così la lettera aperta che il sindaco di Piombino Gianni Anselmi ha inviato al presidente del Consiglio Enrico Letta per richiedere un intervento urgente di fronte al nuovo paventato stop dell'altoforno Lucchini. Nella lunga lettera il sindaco riassume la vicenda Lucchini, dal disimpegno della Severstal del 2009 all'arrivo del commissario Piero Nardi e al recente riconoscimento di Piombino nelle aree di crisi industriale complessa, mettendo in evidenza come in gioco ci siano ''non solo le prospettive di un polo produttivo di rilievo internazionale'', (solo a Piombino si producono in Italia le rotaie senza saldatura da 108 metri), ''ma questioni di ordine strategico e politico che riguardano un'idea di Paese e il suo modello di sviluppo''.
''Prima di tutto è necessario evitare il disastro sociale della fermata dell'altoforno - spiega il sindaco - verificando urgentemente le possibili sinergie con gli altri siti siderurgici. Non si può fermare l'altoforno al buio, senza sapere cioè quali siano le prospettive future. Bisogna avere il tempo di farlo, e non farlo sulle macerie. In secondo luogo verificare la praticabilità finanziaria ed economico-aziendale di un intervento di riqualificazionedel ciclo siderurgico integrale di Piombino con tecnologie già sperimentate a basso impatto ambientale''. Secondo come verrà sciolto il nodo Lucchini cambieranno radicalmente gli aspetti della questione: ''Bisogna muoversi quindi il prima possibile e con determinazione - conclude Anselmi - e aprire un tavolo tecnico-politico che valuti come intervenire sia nella dimensione siderurgica che nella diversificazione possibile stabilendo concretamente una rotta da seguire''

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