Ci scrive su Telegram un oncologo del Gemelli per farci sapere che da 6 mesi, circa, è in atto una sperimentazione con una molecola chiamata NEK 6 che potrebbe sconfiggere il cancro. La stanno sperimentando sui malati terminali. La posologia è una compressa al giorno finche il male non se ne va.
Il Gemelli è il primo al mondo a usare quella molecola.
Se tutto va bene sarà sul mercato entro gennaio 2026 al costo "modico" di 100 mila euro a flacone. La soluzione per chi non potrà permetterselo sarà di andare in India a comprare il corrispettivo (cambia solo il nome nella confezione)a 3/4 mila euro.
Non si sa nulla perché sarebb tutto riservato per ora per via dei brevetti e dell'indubbio vantaggio economico se il NEK 6 funzionasse comeafferma l'oncologo altro che le leggende dei complottari che tengono nascoste le cure. Per loro non c'è cura.
Il principio della molecola Nek 6 sarebbe che indurrebbe il DNA del malato a distrugge tutte le cellule cancerose dell'organismo. Per ora si sa poco perché, sempre per una questione di brevetti, avrebbero fatto firmare ai malato una carta dove si impegnerebbero a tenere tutto sul più stretto riserbo.
L'oncologo scrive a dimostrazione di quanto asserisce questo:"La farmacologia antineoplastica potrebbe però arricchirsi, in un prossimo futuro, di nuovi strumenti terapeutici selettivi efficaci. La collaborazione multidisciplinare tra Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Istituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare (ICRM) del CNR, ha portato infatti all’identificazione di una molecola, brevettata, in grado di inibire selettivamente l’attività della proteina-chinasi NEK6, bloccando in tal modo la proliferazione delle cellule neoplastiche. La scoperta, pubblicata su Scientific Reports (rivista del gruppo Nature), è frutto del lavoro dei ricercatori Marta De Donato, Benedetta Righino, Flavia Filippetti, Alessandra Battaglia, Marco Petrillo e Davide Pirolli, coordinati dal professor Giovanni Scambia (Professore Ordinario di Clinica ostetrica e ginecologica presso l’Università Cattolica e Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS), dalla dottoressa Daniela Gallo (Dirigente sanitario Responsabile dell’Unità di Medicina Traslazionale per la Salute della Donna e del Bambino del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS) e dalla dottoressa Maria Cristina De Rosa (Responsabile ICRM, sede secondaria di Roma, del CNR).
Anche se l'oncologp omette di dire perché il 2026. Due anni fa un maggiore della NATO mi disse che USA, Canada, Australia, Israele e UE si sarebbero accordate per darsi una scadenza, tra il 2026 e il 2030 per sconfiggere il cancro perché un malato oncologico costa tanto alle rispettive sanità pubbliche, non a caso la prima spesa di bilancio di questo stati, Italia compresa, è proprio la sanità. Prendiamo un dato a caso in Germania un tedesco su tre ha un tumore. Delle cause ne scriverò in un altro articolo.
Il tutto cominciò nel 2013 quando dei deputati canadesi si dichiararono stufi dei propri ricercatori oncologici che ricevevano laute sovvenzioni statali senza avere risultati tangibili e minacciarono tagli e il caso ha vuto che da allora si annunciano sempre nuove e significative scoperte. La politica può dare un contributo decisivo per sconfiggere il cancro.
Questa coalizione mi piace perché è al male del secolo che bisogna dichiarare guerra e sconfiggerlo definitivamente.
Fenic
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