sabato 27 gennaio 2024

Arheit Marcht Frei

 


Arbeit Macht Frei è un romanzo del 1873 di Lorenz Diefenbach. La storia narra di truffatori e giocatori d'azzardo che riscoprono la virtù attraverso il lavoro. Usato dai nazisti nel 1933 a Dachau e da lì anche ad Auschwitz nel 1940 come scritta all'ingresso dei campi


Oltre a simboleggiare l'umiliazione che i nazisti infliggeva in ogni modo possibile ai deportati, rappresentava l'inganno beffardo dei campi, presentando il lavoro negli stessi come "liberatorio" per coloro che erano lì in quanto Untermenschen. Lo scherno unito allo sterminio


6 milioni sono stati gli ebrei massacrati dai nazisti in quei campi, assieme a loro milioni di slavi, comunisti, omosessuali, rom, disabili, prigionieri politici. Una barbarie premeditata, organizzata e propagandata in maniera tale da farla diventare naturale e moralmente accettata dallo stesso popolo che l'ha realizzata


È impossibile ascoltare le parole dei ministri, del loro capo, di giornalisti e tv, dei personaggi noti is*aeliani e non tornare con la mente agli anni 30. Israel Macht Frei dovrebbe essere la scritta ferrosa d'entrata di ogni città Is*aeliana a partire da Tel Aviv, la città dell'inganno della "democrazia" e della "libertà" s*onista. Is*aele è un paese per soli ebrei come la Germania doveva esserlo per soli tedeschi


Oggi ricordiamo la liberazione di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa, un fatto che in troppi cercano da sempre di imbiancare, distorcere, revisionare. Ma la storia è storia e non può essere cambiata


Oggi G*za è Auschwitz, ma ancora in attesa di essere liberata e con essa tutta la Pa*estina. Al posto del gas e dei forni crematori abbiamo missili, apartheid e fosforo bianco, ma l'odio, la normalizzazione del g*enocidio, la disumanizzazione del popolo pa*estinese è estremamente simile a quella vista più di 80 anni fa


"Mai più" è il grido unanime, ma per chi vale? Non per i pa*estinesi, non per chi non è occidentale, non per chi non è is*aeliano. Rivediamo nei volti di ogni pal*stinese quelli dei milioni sterminati dai nazisti e oggi come allora lottiamo affinché quel "mai più" sia realtà e non uno strumento di propaganda e impunità


L'olocausto non sarà mai più la giustificazione di Is*aele

Nicolò Monti

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