domenica 24 gennaio 2021

Morto Roberto Brivio, il coronavirus si porta via a 82 anni lo storico artista dei Gufi

 

Roberto Brivio, terzo da sinistra nella foto d'archivio dei Gufi 
Era ricoverato da qualche giorno all'ospedale San Gerardo di Monza
 

Nei Gufi era chiamato il Cantamacabro: era lui a scrivere le canzoni del quartetto musical-cabarettistico dedicate alla morte. Come Cipressi e bitume, sul cimitero: "È la tua nuova casa di riposo/ bisogna entrarci calmi col sorriso/ perché di lì si va in paradiso/ sol chi ha peccato può finire ancor più giu. È confortevole, è tranquillissimo, è curatissimo, il cimiter!". Ora quella è la nuova casa anche di Roberto Brivio, morto a 82 anni di Covid. Dopo Gianni Magni e Nanni Svampa se ne va anche il terzo dei Gufi, resta in vita solo Lino Patruno. Il gruppo durò solo 5 anni (1964-1969) ma fu una folgorazione nell'Italietta democristiana che vide arrivare in tv quattro pazzi in tutina nera a cantare di cimiteri, sesso, religione, satira politica, canzoni da osteria in dialetto e tanto altro con mimica e senso dell'umorismo folgorante. Poi si sciolsero per la decisione di Magni di tentare la carriera da solista, "ma io non gliel'ho mai perdonata, fu un suicidio, facevamo sempre tutto esaurito", disse Brivio, che non a caso stava lavorando a una reunion della band, con nuovi compagni: Flavio Oreglio, Alberto Patrucco, David Riondino. Ma il virus prima ha ucciso il progetto, poi ha ucciso proprio Brivio, dopo qualche giorno di ricovero all'ospedale San Gerardo di Monza.

Ma non si può riassumere una carriera di 62 anni solo per quei 5 da Gufo. Brivio era stato attore, cantante, cabarettista, chansonnier, direttore artistico e scrittore di libri in dialetto. Troppa roba? "Qualcuno mi rimprovera di non aver scelto una strada precisa, di aver disorientato il pubblico. Ma io mi sono divertito e mi diverto così, se sto fermo più di tre giorni mi annoio". Un'inquietudine esistenziale iniziata da ragazzo, dopo il diploma all'Accademia dei Filodrammatici scrivendo programmi Rai, cantando, e gestendo il teatro in Galleria del Corso a Milano ("fummo i primi in Italia a rappresentare Harold Pinter"). A seguire aprì sette locali dove si faceva spettacolo musicale e umoristico fino a notte fonda: il Refettorio, l'Art Mondial Cabaret, il Briviotenda, il Cristallo, l'Ariberto, La Scala della Vita. "Un'altra epoca. Andavi in un posto, finiva lo spettacolo, andavi in un altro e c'erano gli stessi comici di prima. E poi c'era una certa cialtroneria simpatica, ingenua. C'era la Taverna greca, serviva vino resinato. Quando chiuse, diedi una mano a smontare il locale: quando andai in cucina e vidi cosa ci dava da mangiare e bere mi sentii male". Altre attività: cabaret ovviamente, regista di teatro, musical e opera, autore per radio e tv (soprattutto sulla pioneristica emittente privata Antenna 3 Lombardia), l'operetta con la moglie Grazia Maria Raimondi e 13 libri, tra cui uno di parolacce in dialetto (ma mai volgari, anzi popolari e particolari, come "Cinchetinfrin!"  "Farfojon!" "Macaco!" "Narigiatt!" "Spazzapollee!") e uno di canzoni popolari milanesi.

In un'attività frenetica e magmatica mai smessa fino al ricovero, ogni tanto qualcuno gli chiedeva se aveva deciso cosa fare da grande. Risposta: "Naturalmente no. Non sarò mai grande, né interiormente né come fama. Ma sono felice così".

https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/01/22/news/roberto_brivio_morto_i_gufi_coronavirus-283516855/

Berlusconi71

 

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