Ci ha lasciati troppo presto, Ronit Matalon, sontuosa scrittrice israeliana scomparsa nel 2017, a soli cinquantanove anni. Con lei si è spento un indubbio talento letterario, immortalato al suo massimo splendore in questo romanzo breve – fatto da un centinaio di pagine appena con cui Ronit sconquassa ferocemente il lettore – dove il tutto prende forma in nome di un’assenza.
Il vuoto attorno a cui si sviluppa e cresce repentina la trama, è quello della sposa. Marghi si è barricata dietro la porta della sua stanza e, poche ore prima del matrimonio, ha strillato che non si sposerà, ribadendo con fermezza il concetto due volte prima di chiudersi in un silenzio di pietra. Davanti a quella porta, trasognati, colpiti da una catastrofe che non avrebbero mai potuto prevedere, stanno Mati, il solido promesso sposo, Nadia, la madre sconvolta, Ilan, il cugino strambo, Nonnuzza, più di là che di qua e i futuri suoceri, l’impulsiva Pninit e il sottomesso Ariyeh.
A celebrare questo non-matrimonio è proprio la mancanza di Marghi che fa da specchio a tutte le voci affastellate contro quella porta sbarrata nel tentativo di forzarla per poi scivolare via, sconfitte, e tornare ad arrabattarsi in circolo, tra di loro. L’ironia Yiddish che le caratterizza è sofisticata, pungente e così prepotentemente comica da strappare sonore risate in piena burrasca. Tutti si chiedono cosa passi per la testa di Marghi, eppure questa domanda si riversa subito sopra le fragilità di ognuno di loro, rivelando tensioni irriducibili, stravaganze, incoerenze e false certezze. La porta che la sposa sbatte in faccia ai suoi cari è uno schiaffo in pieno volto alle loro esistenze borghesi – chi se ne importa dello scandalo pubblico e dei debiti contratti per imbastire una cerimonia che non si farà!-, è lo scardinamento delle bugie rassicuranti e dei castelli di carta che si costruiscono per difesa, e quando Mati, appoggiato a quell’uscio scuro e silenzioso, ripensa a Marghi nuda, è se stesso che vede.
Da grande scrittrice qual era e quale sempre resterà, Ronit Matalon non tralascia nulla nel suo piccolo, perfetto concentrato di vita, e aggiunge una sinistra punta di tensione psicologica, tirando di un poco le tende sopra il mistero che avvolge la sorella minore di Marghi, Natalie. Di chi è la voce dietro l’uscio? Quali nuove parole dovrà trovare? E gli altri, a cosa dovranno cedere?
E la sposa chiuse la porta è l’insolito, esatto ritratto di una famiglia agganciata al contrario.
«Ha detto che non vuole più sposarsi». «Mai più?» biascicò la nonna: «Non vorrà sposarsi mai più?». Ilan allungò una mano per accarezzarle la testa, le sistemò una lunga ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Questo non lo so, cara, non sappiamo se non vorrà sposarsi mai più. Però adesso non vuole»
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Costanzo71
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