A renderlo noto è Fares Tammo, il coordinatore generale del Consiglio rivoluzionario curdo, secondo cui "la presenza di italiani tra i miliziani dello Stato Islamico è certa". Si tratta, per lo più, di cittadini di origine maghrebina, che hanno deciso di recarsi in Medio Oriente per combattere a fianco dei jihadisti. Rappresentano, però, anche una minaccia per l'Occidente, dove potranno tornare e creare delle cellule distaccate dell'Isis. Anche perché risulta, per il momento, impossibile identificarli e quindi impedir loro di rientrare in Italia:"Tutto ciò che sappiamo per certo sono i numeri, ma non abbiamo accesso a nessun nome”, ha aggiunto Tammo.
“Arrivano già indottrinati dal primo giorno, quindi hanno solo bisogno di imparare a usare le armi”, pratica di cui non hanno alcuna esperienza", ha proseguito. "Questa formazione, però, dura solo 2 o 3 settimane, poi i giovani combattenti vengono mandati in prima linea".
Il profilo dei miliziani provenienti dal nostro Paese è quello di individui con il doppio passaporto, per lo più marocchini o algerini; al massimo, libici. Inoltre, possiedono una scarsa conoscenza del Corano (vengono indottrinati soltanto alla violenza estremista) e dell'uso delle armi, che compensano con entusiasmo verso la causa per cui combattono: "Loro vogliono combattere, sono entusiasti di farlo, e molti di loro sono passati con l’Isis o con il Fronte al-Nusra che, da questo punto di vista, li corteggia molto di più”, ha specificato Saber Bashar, ufficiale di collegamento tra le forze dell’Esercito siriano libero di stanza in Siria e quello operante in territorio turco.
E' lui a confermare le rivelazioni di Tummo: "Ho incontrato almeno tre italiani in circostanze diverse che si erano arruolati con il movimento Ahrar al-Sham e che erano di origine nordafricana, uno forse somalo o marocchino del sud, in quanto di colore”, ha infatti precisato.
http://www.articolotre.com/2014/10/isis-i-leader-curdi-decine-di-italiani-tra-i-jihadisti/
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