-Redazione- I soprannomi dei boss mafiosi vengono assegnati in base a precise caratteristiche, fisiche, morali, o in merito a doti di comando.
Riconoscimenti che identificano i capibastonee che li accompagnano per tutta la vita.
Famosi i soprannomi degli ultimi padrini di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano era Binu ‘u Tratturi, perché come Attila, dove passava lui non cresceva più l’erba. Totò Riina veniva chiamato ‘U curtu, per via della statura non eccelsa, ma anche ‘la belva’ per motivi che non è necessario spiegare.
Anche il grande ultimo latitante, Matteo Messina Denaro, è fornito di secondo nome d’obbligo, Diabolik.
Il pentito Giovanni Brusca, feroce assassino del piccolo Giuseppe Di Matteo, si fregiava del soprannome di Verro, ovvero maiale da riproduzione.
In Cosa Nostra non poteva mancare Il Papa, al secolo Michele Greco, lo storico boss.
Non mancano i pazzi, o presunti tali, come Nino Santapaola, fratello del più noto Nitto, plenipotenziario di Catania, ‘U Licantrupu, ha trascorso parte della vita in ospedali giudiziari, ora, scoperta la farsa, è al carcere duro.
E chidiamo con Luigi Abbate, leader del Borgo Vecchio a Palermo, detto Gino il mitra, facile immaginare il motivo.
http://www.articolotre.com/2014/10/i-soprannomi-donore-dei-boss-mafiosi/
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