Mai più sedute spiritiche!!!
Oggi vi propongo l’esperienza di un ragazzo, Andrea, che anni fa ha vissuto un’esperienza medianica particolare e che adesso ha deciso di condividere pubblicandone il racconto qui su CN. Buona lettura.
che preIn effetti avrei dovuto raccontarla molto prima questa storia, forse qualcosa sarebbe cambiato, forse avrei evitato molti errori, forse
qualcuno avrebbe potuto aiutarmi meglio a capire… Eppure nei percorsi tortuosi che separano l’idea dalla sua realizzazione, la mia volontà di render noto lo strano accaduto, ha preteso, ben sette lunghi anni.
qualcuno avrebbe potuto aiutarmi meglio a capire… Eppure nei percorsi tortuosi che separano l’idea dalla sua realizzazione, la mia volontà di render noto lo strano accaduto, ha preteso, ben sette lunghi anni.
Era Aprile e quell’anno per fuggire dal grigiore delle lunghe giornate passate in ozio a far finta di studiare, decidemmo di metter su una band. Provenivamo da esperienze diverse, non avevamo frequentato le stesse scuole e ci accomunava soltanto l’amore per la chitarra e per le ballate tristi di De Andrè. I risultati musicali di quell’esperienza lasciarono molto a desiderare, eppure, fu grazie a quelle serate che per la prima volta nella mia vita venni a contatto con un mondo misterioso, un universo che non rispondeva alle regole della fisica o almeno, non nel modo in cui a scuola avevano preteso di insegnarci.
Anche nel paesino con gli affitti più bassi della provincia, era impensabile per treragazzini squattrinati, potersi permettere il canone mensile del “locale”. Così, si decise di dividerlo con un altro trio che, alle ballate di De Andrè, preferiva le atmosfere nordiche e demoniache del Black Metal – Made in Norvegia. Non amavo particolarmente quel genere ma nel front-man c’era qualcosa di oscuro, di indecifrabile. Non so se fosse la sua lunga dipendenza dall’eroina ad avergli dato quell’aria trasognata, ma quella sera decisi di andarli ad ascoltare. Dalla porta mal insonorizzata con i classici “cartoni delle uova”, però, non provenivano le solite schitarrate distorte, ma un chiacchiericcio che sembrava una discussione a senso unico. Come se l’interlocutore, ricevesse delle risposte in silenzio e poi, soddisfatto, continuasse normalmente la conversazione. Decisi di mettere da parte le buone maniere e di interrompere la chiacchierata che si stava tenendo dall’altro lato della porta, con un timido toc-toc. Mi aprì un ragazzo e vidi che, quella, non era proprio una conversazione. Erano in tre. In cerchio su di un tavolino, illuminati solo da due candele.
In quel periodo la mia filosofia di vita era completamente ispirata al più ferreo materialismo. Studiavo ingegneria e per me la fisica avrebbe avuto, prima o poi, anche le risposte agli interrogativi che sembravano più remoti. Che risate allora, quando vidi questi poveri deficienti intenti a giocare con la tavola Ouijia: “Ma che cazzo fate? – dissi – A trent’anni ancora a giocare con le letterine?”. “ A – B – C – D… è uscita la D! Allora è Daniela che mi ama! O forse è Damiana? “. Infatti, queste sciocchezze con le lettere mi ricordavano il giochino che le ragazze delle medie facevano per predire il nome del moroso. Pensai, che a volte l’adolescenza fatica a finire e si porta dietro la sua cretineria fino a rendere ridicoli, anche gli adulti.
Il più grande dei tre allora, infastidito, mi invitò a sedersi con loro. “Visto che fai tanto il coraggioso… Siediti con noi!partecipa anche tu”. Non me lo feci ripetere due volte e mi ricavai un posticino ponendo il mio indice su di una 100 Lire che, in qualche modo, doveva essersi salvata dall’avvento del nuovo conio. “In nome di Dio Onnipotente,chiedo di poter parlare con gli spiriti dei morti”. Con questa “invocazione”, cominciò la mia prima seduta medianica che il metallaro-medium stava officiando, con una formula ricavata da chissà quale libro sottratto, di frodo, al reparto Esoterismo della Feltrinelli.
Eppure la monetina cominciò a muoversi. “Niente di strano – pensai – siamo in quattro, ci teniamo sopra l’indice e qualche coglione tra questi la sta spingendo verso le lettere, cercando di formare una frase di senso compiuto”. Ma qualcosa cominciò ad insospettirmi. Era la maniera con la quale la monetina scivolava sul foglio, ricordava in qualche modo la repulsione magnetica, come quando una calamita si avvicina ad un’altra di polo opposto. Non mi persi d’animo. Dopotutto, lo ricorda anche Goya che “il sonno della ragione genera mostri”. Così, mi rivolsi, nel Panteon delle mie divinità Scientifiche, a San Galileo ed al suo metodo della verifica empirica dei risultati. Decisi di sperimentare, iniziai coll’imprimere più forza con l’indice sulla monetina. Vidi, che con un po’ di pressione riuscivo a fermarla. “Bene! – mi dissi – Quale forza oscura può lasciarsi vincere dalla semplice pressione del mio ditino?” Rassicurato, continuai ad ascoltare le domande che il gruppo di improvvisati investigatori dell’occulto continuavano, a turno, a rivolgere all’entità che doveva esserci dietro al fenomeno. “Come ti chiami? – chiese il medium – Qual è il tuo nome?”. Lo so che sembrerà assurdo, ma in quel momento, soltanto basandomi sulle mie sensazioni e sullo strano modo in cui la monetina sembrava galleggiare su quel foglio, fui sicuro che in quella stanza stava succedendo qualcosa che andava oltre le leggi scientifiche. Dopo che qualcuno gli aveva chiesto il nome, la monetina iniziò a scorrere e raggiungendo una lettera dopo l’altra scrisse: “ P – O – L – E – I – D – O – N – E “. Cominciammo allora, a chiedere all’entità quale fosse stato l’anno della sua morte: la monetina compose un “1 – 9 – 9 – 8″
Dopo queste prime stranezze, qualcosa cominciò a mutare. Non ero più molto sicuro di me stesso. Quelle risposte, e poi quell’atmosfera! C’era qualcosa che non quadrava, ma il vaso cominciò a traboccare seriamente, dopo un’ultima indigeribile goccia. Il medium, ancora convinto della miaincredulità, mi propose di rivolgere all’entità una domanda a mente. Non avrei dovuto far altro che pensare tra me e me ad una domanda qualsiasi, per verificare senza ombra di dubbio, la presenza di un’ qualcosa che aveva accesso alle nostre coscienze. Io immaginai che la cosa più remota da poter chiedere fosse una data. Magari una data che riguardava la mia famiglia e che neanche io conoscevo, tantomeno gli altri presenti alla seduta. Così pensai alla data di morte di mio nonno. Non me la ricordavo ma avrei potuto fare un po’ di calcoli, magari incrociando altri dati per risalire almeno all’anno. Ma alla data precisa non ci sarei mai arrivato. Nessuno nemmeno da piccolo, me l’aveva mai detta. Così pensai: “Dimmi la data di morte di mio nonno materno”. La monetina cominciò a muoversi. Nel solito, inquietante modo e compose: “1 – 4 – 78”. Diavolo! L’anno coincideva! Mia madre mi aveva sempre detto di essere rimasta orfana a 20 anni… Sommando l’anno di nascita di mamma a 20, si otteneva proprio 78. Cazzo! Cazzo!… Cazzo!
Qualcosa li stava succedendo, me ne resi definitivamente conto. Dopo qualche giorno chiesi di persona la data a mia mamma, dopo la risposta diventai pallido: “Che è successo! – disse mia madre – Cos’hai? Perché queste domande sul nonno! Devi forse dirmi qualcosa?”.
Da allora sono passati tanti anni, ci ho pensato spesso. Ho letto molti articoli a riguardo e mi sono confrontato con gli “addetti ai lavori”. Fossero essi preti o pseudo-santoni, tutti mi hanno consigliato di non ripetere questo tipo di esperienze in maniera Fai-da-te. Pare sia pericoloso, ed io ho cercato di seguire il consiglio. Eppure, forte rimane in me il desiderio di conoscere la natura di questi fenomeni. Vorrei capire cosa si nasconde tra le righe della realtà . Una realtà che ai miei occhi si presenta spesso insensata, triste e permeata di innumerevoli rimandi ad una dimensione “altra”.
Andrea Lenato
http://www.cosenascoste.com/mai-piu-sedute-spiritiche/
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