sabato 31 maggio 2014

Così app e web proteggono le specie minacciate

Con il contributo di ricercatori e cittadini, le nuove piattaforme stanno aiutando a riconoscere più rapidamente le dinamiche di estinzione

ROMA
App, banche dati online e crowd-sourcing si rivelano buoni strumenti per proteggere le numerose specie a rischio estinzione. A rivelarlo è uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Duke , pubblicato su Science, secondo il quale questi nuovi strumenti tecnologici si stanno rivelando preziosi alleati per riconoscere le specie a maggior rischio e aiutare a preservare i loro spazi. 

Uno degli aspetti più importanti relativi a queste tecnologie riguarda la semplificazione che hanno apportato nel collezionare e analizzare i dati relativi alle singole specie. 

Gli sforzi dei naturalisti uniti al contributo di milioni di semplici appassionati permettono infatti di creare enormi archivi sulla biodiversità. Grazie a queste informazioni è stato ad esempio possibile comprendere come gran parte delle specie animali vivono solamente entro confini geografici molto limitati, all’interno di una superficie poco più grande del Molise, e spesso concentrate in piccole regioni. 

Un fenomeno per cui le specie uniche che vivono in regioni molto piccole tendono a estinguersi più rapidamente, a volte ancor prima di essere state scoperte. Secondo la ricerca, le nuove piattaforme di banche dati realizzate con il contributo di ricercatori e cittadini stanno quindi aiutando a riconoscere più rapidamente nuove specie e le dinamiche di estinzione. 
(Ansa)  


http://www.lastampa.it/2014/05/30/tecnologia/cos-app-e-web-proteggono-le-specie-minacciate-HKSBH8WHf4ZvO0RNMRnFbL/pagina.html?ult=1

Nessun commento:

Posta un commento