Sarà la tecnologia a salvare le specie animali a rischio estinzione
Contro l'estinzione delle specie nel mondo, che procede ad un tasso sempre più alto, arrivano in aiuto le nuove tecnologie.
-Redazione- Uno studio condotto da ricercatori della Duke University, e pubblicato sulla prestigiosa rivista Science, rivelano che applicazioni, banche dati online e crowd-sourcing sono ottimi strumenti per proteggere le numerose specie a rischio estinzione.
Secondo i ricercatori, questi nuovi strumenti tecnologici si stanno rivelando preziosi alleati per riconoscere le specie a maggior rischio e aiutare a preservare i loro spazi.
Secondo i ricercatori, questi nuovi strumenti tecnologici si stanno rivelando preziosi alleati per riconoscere le specie a maggior rischio e aiutare a preservare i loro spazi.
Gli sforzi dei naturalisti uniti al contributo di milioni di semplici appassionati, hanno permesso di creare enormi archivi sulla biodiversità. Grazie a queste informazioni è stato ad esempio possibile comprendere come gran parte delle specie animali vivono solamente entro confini geografici molto limitati.
Non va dimenticato, tra l'altro, che al momento si conosce più o meno la metà di tutte le specie viventi. Tra gli sconosciuti ci sono esemplari che potrebbero arrivare ad estinguersi ancora prima di essere classificate. Succede, ad esempio, per alcuni tipi di rane recentemente individuate ma già prossime alla scomparsa. In questo quadro gli studiosi auspicano una diffusione capillare delle nuove tecnologie per consentire agli scienziati di contare sull'aiuto delle popolazioni locali di ogni parte del mondo. Il conteggio che così si può realizzare è fondamentale ai fini della conoscenza e della scelta di pratiche di protezione laddove ce ne fosse la necessità.
Non va dimenticato, tra l'altro, che al momento si conosce più o meno la metà di tutte le specie viventi. Tra gli sconosciuti ci sono esemplari che potrebbero arrivare ad estinguersi ancora prima di essere classificate. Succede, ad esempio, per alcuni tipi di rane recentemente individuate ma già prossime alla scomparsa. In questo quadro gli studiosi auspicano una diffusione capillare delle nuove tecnologie per consentire agli scienziati di contare sull'aiuto delle popolazioni locali di ogni parte del mondo. Il conteggio che così si può realizzare è fondamentale ai fini della conoscenza e della scelta di pratiche di protezione laddove ce ne fosse la necessità.
Sempre nel campo degli esempi, da citare le mappe ideate dal biologo brasiliano Clinton Jenkins, disponibili online e realizzate grazie al contributo di molte persone comuni, osservatori più o meno casuali, che illustrano le zone dove vivono le specie ritenute a maggiore rischio estinzione. Sono proprio mappe come queste, frutto di un lavoro collettivo, che consentono agli scienziati di identificare modelli o tendenze sconosciute.
Sono state le attività umane e l'espandersi delle nostre "colonie" in tutti i continenti ad accelerare il processo di declino di alcuni animali, con una velocità di circa mille volte superiore rispetto a quella che sarebbe la 'velocità' normale. E' un evolversi negativo estremamente pericoloso per gli ecosistemi nei quali vivono non soltanto gli animali ma gli uomini stessi. E, sempre secondo gli studiosi americani, proprio l'impiego delle nuove tecnologie può consentire di rallentare questo progressivo mutamento della natura e degli ambienti.
http://www.articolotre.com/2014/05/sara-la-tecnologia-a-salvare-le-specie-animali-a-rischio-estinzione/
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