Qualcosa di nuovo a Sofia
Quanti sanno delle proteste che per tre settimane hanno bloccato la Bulgaria? A differenza di quanto accaduto negli stessi giorni a Istanbul piuttosto che a São Paulo, per i media è stato più facile oscurare il dissenso sbocciato nello stato più impoverito dell’Ue. Migliaia di persone sono scese in strada contro il dominio delle mafie e contro il governo conservatore, costringendolo ad alcuni passi in dietro, impensabili soltanto venti gioni fa. Come per i cittadini di Spagna, Tunisia, Brasile, anche per i quelli di Sofia e Varna è cominciato un cambiamento profondo, qualcosa di nuovo
di Adbusters*
Mentre i nostri occhi brillavano per le gloriose scintille che sono volate in Turchia e Brasile (a cui è dedicato il dossier «Bom dia, Brasil», ndt), i cittadini della Bulgaria, entravano nella seconda settimana di protesta e stavano già vincendo…
Come scrive John O’Brennan sul Guardian (25 giugno): «Non ci sono dubbi: la Bulgaria sta attraversando una profonda crisi di rappresentazione. Ogni giorno per più di una settimana almeno dieci mila persone sono scese in strada a Sofia, per protestare inizialmente contro la nomina, il 14 giugno, a capo dei servizi segreti (Dans) del del discusso tycoon televisivo Delyan Peevski».
Un successo strepitoso
Il trentaduenne Peevski non ha alcuna esperienza nel campo della sicurezza. Inoltre, è stato nominato senza discussione, è dunque evidente a tutti che si tratta di una marionetta nelle mani di una potente rete multimediale di quotidiani nazionali e canali televisivi di proprietà di sua madre. La controversa nomina di Peevski è la sintesi perfetta di come gli interessi privati nascosti dominano le istituzioni statali in Bulgaria, al tempo stesso lo stato più povero dell’Unione europea e uno dei suoi più corrotti.
Ma le proteste sono già state un successo strepitoso. Il 19 giugno, il parlamento bulgaro lo ha licenziato dal suo incarico di capo della sicurezza nazionale, per lo più nella speranza che questo mettesse fine alle crescenti manifestazioni in corso da tre settimane contro il fragile governo del paese.
Ma, come in Turchia e Brasile, quello che era cominciato come una protesta contro qualcosa di piccolo e specifico, è rapidamente mutato in grida più forti e più profonde contro la corruzione di vasta portata e sistematica della Bulgaria, governata da un oscuro potere oligarchico.
Abuso di potere e disagio economico
John O’Brennan continua: «In Bulgaria è spesso impossibile sapere dove finisce la criminalità organizzata e dove comincia il business legittimo. Il nesso tra i due è caratterizzato da strutture burocratiche complesse e opache, da contabilità aziendale e da un labirinto di conti offshore. A Varna, la terza città più grande della Bulgaria, le proteste hanno preso di mira direttamente Tim, un conglomerato d’affari alleato da tempo di Gerb (il partito conservatore da oltre tre anni al governo, ndt), il vero potere nella regione. Alcune stime suggeriscono che controlla il 70 per cento dell’economia di Varna, tra cui la maggior parte delle infrastrutture turistiche. Quando i manifestanti a Varna urlano “Mafia” stanno attaccando automaticamente i funzionari comunali locali e gli agenti di questa potente rete oligarchica per i loro affari in politica. Varna illustra perfettamente perché le proteste attuali sono in gran parte di non-partiti e in parte di antipolitica: la divisione definitiva in Bulgaria oggi non è più tra destra e sinistra, ma tra i cittadini e la mafia. Questo è un mondo in cui ai colpevoli non basta restare impuniti, vogliono salire ai massimi poteri… Anche se la corruzione e l’abuso di potere sono i temi centrali di questa protesta, il disagio economico gioca un ruolo importante. I nuovi dati dall’Unione europea dimostrano che i bulgari hanno il più basso livello di vita nell’Ue, intorno al 50 per cento della media europea».
Tuttavia, i manifestanti vengono ascoltati e riconosciuti, se per paura o preoccupazione genuina di cambiamento, è difficile da discernere, ma il 19 giugno il parlamento sostenuto dal governo ha deciso di aumentare il salario minimo e le pensioni.
I manifestanti, nel frattempo, sono impegnati a celebrare le loro prime vittorie, pur continuando a diffondere il loro messaggio e la loro protesta: chiedono la fine della corruzione, della mafia come regola e del vorace potere oligarchico che troppo facilmente è diventato la norma per la politica bulgara, ma ora nulla sarà più come prima.
*Adbusters nasce in Canada nel 1992 come periodico di critica della pubblicità («rivista per l’ambiente mentale», recita il sottotitolo), per poi diffondersi in molti paesi con il magazine omonimo e ovunque con il sito adbusters.org (da cui è stato tratto questo articolo, traduzione di Comune-info). Oggi è una rete globale di artisti, scrittori e «dissidenti culturali» che ha saputo mostrare i nessi tra i temi della critica del capitalismo, le pratiche dell’anticonsumismo e il fare comunicazione sociale. Da Adbuster è partito l’appello con il quale è nata la mobilitazione di Occupy Wall Street nel settembre 2011.
http://comune-info.net/2013/07/qualcosa-di-nuovo-a-sofia/
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