L’ALTRA VERITA’ DI CAPITAN SCHETTINO - AL RITORNO SULLA CONCORDIA, FA L’ORGOGLIONE: “NON VOGLIO ATTACCARE LA COSTA, PER DIFENDERE LA MIA ONESTÀ. VERGOGNARMI? NON SONO VALLANZASCA”
“Ho chiesto di risalire a bordo perché voglio dare indicazioni precise ai miei tecnici sugli impianti da controllare, a partire dal generatore d’emergenza. La verità sul mio conto non é quella che circola sui mass media. Se potessi parlare ai gigliesi spiegherei che esiste un’altra verità: io sono un galantuomo”…
Grazia Longo per ‘La Stampa'
ARRESTED CAPTAIN FRANCESCO SCHETTINO
È ancora aperta - e non potrebbe essere altrimenti - la ferita degli isolani a due anni del naufragio della Costa Concordia. Tante le battute che ieri circolavano a proposito del ritorno sull'isola del comandante Francesco Schettino per il sopralluogo di stamani sulla nave. «È ospite in villa da alcuni amici? Ma quali amici può avere qui dopo che ci ha regalato il dolore di 32 vittime e il relitto che ancora incombe su di noi?». Oppure: «Per la cena dovrebbe scegliere il ristorante "La galera"».
SCHETTINO TORNA A BORDO DELLA COSTA CONCORDIA
In realtà Schettino martedì sera ha mangiato da «Ruggero» e ieri ha preferito rimanere barricato in casa, sulla collina. «Mi cucinano gli amici: non esco non per paura, perché non sono mica un delinquente come Vallanzasca, ma perché piove». E peccato se invece ieri sera il cielo fosse completamente stellato.
Francesco Schettino è fatto così, si arrabbia e impreca contro chi ha detto che si è commosso e ha pianto di fronte alla «sua» nave: «Io non sono un debole e neppure un vigliacco, ho chiesto di risalire a bordo perché voglio dare indicazioni precise ai miei tecnici sugli impianti da controllare, a partire dal generatore d'emergenza».
Poi però sfodera grande fair play proprio riguardo al generatore e all'ipotetica manomissione da parte dei due illustri dipendenti Costa appena denunciati per frode processuale. «Non voglio attaccare la Costa, per difendere la mia onestà. Non sono qui per fare il giustiziere della notte, ma per metterci la faccia, nel rispetto di quei 32 morti e dei naufraghi».
Diametralmente opposta la posizione del sindaco e dei parenti delle vittime. «Molti di loro mi hanno scritto per dirmi che il ritorno di Schettino è una vergogna - racconta il primo cittadino Sergio Ortelli - e sinceramente pur essendo io un garantista e ritenendo legittimo il suo diritto a risalire sulla Concordia, sto dalla parte di quei parenti.
SCHETTINO TORNA A BORDO DELLA COSTA CONCORDIASCHETTINO TRIBUNALE
Schettino è un caso umano, quella notte ha avuto un attacco di panico e non ha saputo gestire la tragedia che aveva provocato. Basti dire che non mi fece neppure una telefonata per spiegarmi le dimensioni dell'incidente in modo da consentire a me, responsabile della protezione civile dell'isola, di organizzare l'accoglienza dei naufraghi. Ho dovuto fare da me e grazie al sacrificio dei miei cittadini e del mio vice sindaco che, a rischio della vita, salì sulla Concordia mentre Schettino era sugli scogli a guardare».
SCHETTINO TORNA A BORDO DELLA COSTA CONCORDIA
Circostanza che il comandante continua a negare. «Coordinavo i lavori di soccorso delle motovedette - ribadisce -. Non ero scappato, stavo lì a dirigere le operazioni. Peccato che i testi che potrebbero confermarlo, come una tenente della capitaneria di Porto Santo Stefano e una passeggera rumena, siano stati esclusi dalla lista di coloro che saranno interrogati al processo».
NAUFRAGIO CONCORDIA TURISTI DELLORRORE
Schettino insiste: «La verità sul mio conto non é quella che circola sui mass media. Se potessi parlare ai gigliesi spiegherei che esiste un'altra verità. E spero che prima o poi venga fuori e si capisca una volta per tutte che io sono un galantuomo».
Non è della stessa idea don Lorenzo Pasquotti, il parroco dell'isola che la notte del 13 gennaio 2012 trasformò la chiesa in un dormitorio e rivestì i superstiti con i parimenti sacri: «Quella di Schettino fu una colpevole leggerezza. Certamente è un uomo libero e ha tutto il diritto risalire sulla Concordia, ma forse avrebbe dimostrato maggiore rispetto per tutti se non avesse deciso di farlo».
SCHETTINO TORNA A BORDO DELLA COSTA CONCORDIANAUFRAGIO CONCORDIA LE SCARPE ABBANDONATE
Lapidario il comandante Gregorio De Falco, responsabile della sala operativa della capitaneria di Livorno. Il suo ordine «salga a bordo c....» fece il giro del mondo, ma oggi liquida il sopralluogo di Schettino sulla Concordia con un indifferente «il lavoro mi impegna molto, non lo guarderò neppure in televisione». E l'avvocato di alcuni naufraghi, Michelina Suriano, chiosa: «Schettino sarebbe dovuto risalire a bordo quella drammatica notte, non oggi».
GREGORIO DE FALCO GUIDA LA CAPITANERIA DI PORTO DI LIVORNO
http://www.dagospia.com/rubrica-29/Cronache/laltra-verita-di-capitan-schettino-al-ritorno-sulla-concordia-fa-lorgoglione-non-voglio-attaccare-72655.htm
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