Da buchi neri energia alle galassie
Emanando vento e getti luminosi
Rappresentazione artistica di un buco nero che divora materia dalla stella compagna e nello stesso tempo diffonde energia emanando getti luminosi (fonte: T.D. Russell, ICRAR-Curtin, utilizzando BINSIM di R.Hynes, LSU))
Un buco nero emana getti luminosi che gonfiano bolle di gas (fonte: NASA, ESA, S. Baum eC. O'Dea/RIT, R. Perley eW. Cotton/NRAO/AUI/NSF, Hubble Heritage Team/STScI/AURA)
I buchi neri non sono soltanto dei voraci divoratori di materia, rilasciano anche energia nelle galassie che li ospitano, sotto forma di vento e getti luminosi. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Science e coordinato dall'italiano Roberto Soria, che lavora nel Centro Internazionale di Radioastronomia (Icrar) che si trova in Australia. La scoperta contribuirà a comprendere meglio i segreti dei buchi neri, della loro evoluzione e degli effetti che esercitano sulle galassie che li ospitano.
I ricercatori hanno osservato per oltre un anno un buco nero che 'pesa' 100 volte meno del Sole, situato a 15 milioni di anni luce da noi, nella galassia chiamata M83. Questo oggetto ha una luminosità che supera il cosiddetto limite di Eddington, secondo il quale se la luminosità di un buco nero è molto alta le particelle della luce dovrebbero spingere il gas circostante a cadere sul buco nero, soffocandolo fino a morire. Ma nella galassia M83 il buco nero non viene affatto spento e ciò vuol dire, spiega all'ANSA Soria, che vi è una enorme quantità di gas (proveniente da una stella vicina) che è divorata dal buco nero.
Come conseguenza di questo pasto luculliano, l'oggetto, prosegue Soria, rilascia tantissima energia sotto forma di vento e getti luminosi. In quella regione, inoltre, il getto prodotto dal buco nero sta gonfiando una bolla di gas caldo, inibendo in questo la formazione di nuove stelle. Questo fenomeno richiede infatti nubi di gas freddo.
''Quando vediamo buchi neri molto luminosi, generalmente - sottolinea l'esperto - le ipotesi sono due: o che si tratta di buchi neri di dimensioni normali che stanno andando oltre il limite di Eddington (come in questo caso) oppure di buchi neri molto grandi''. La scoperta può chiarire proprio come i buchi neri giganteschi, che dimorano al centro delle antiche galassie, sono cresciuti a partire da buchi neri normali. È come avere a disposizione, conclude Soria, un modellino che ci aiuta a vedere come si comportavano 12 miliardi di anni fa questi oggetti oggi mostruosi, la cui massa cominciava ad aumentare in quel periodo.
(ANSA)
Un buco nero emana getti luminosi che gonfiano bolle di gas (fonte: NASA, ESA, S. Baum eC. O'Dea/RIT, R. Perley eW. Cotton/NRAO/AUI/NSF, Hubble Heritage Team/STScI/AURA)
I buchi neri non sono soltanto dei voraci divoratori di materia, rilasciano anche energia nelle galassie che li ospitano, sotto forma di vento e getti luminosi. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Science e coordinato dall'italiano Roberto Soria, che lavora nel Centro Internazionale di Radioastronomia (Icrar) che si trova in Australia. La scoperta contribuirà a comprendere meglio i segreti dei buchi neri, della loro evoluzione e degli effetti che esercitano sulle galassie che li ospitano.
I ricercatori hanno osservato per oltre un anno un buco nero che 'pesa' 100 volte meno del Sole, situato a 15 milioni di anni luce da noi, nella galassia chiamata M83. Questo oggetto ha una luminosità che supera il cosiddetto limite di Eddington, secondo il quale se la luminosità di un buco nero è molto alta le particelle della luce dovrebbero spingere il gas circostante a cadere sul buco nero, soffocandolo fino a morire. Ma nella galassia M83 il buco nero non viene affatto spento e ciò vuol dire, spiega all'ANSA Soria, che vi è una enorme quantità di gas (proveniente da una stella vicina) che è divorata dal buco nero.
Come conseguenza di questo pasto luculliano, l'oggetto, prosegue Soria, rilascia tantissima energia sotto forma di vento e getti luminosi. In quella regione, inoltre, il getto prodotto dal buco nero sta gonfiando una bolla di gas caldo, inibendo in questo la formazione di nuove stelle. Questo fenomeno richiede infatti nubi di gas freddo.
''Quando vediamo buchi neri molto luminosi, generalmente - sottolinea l'esperto - le ipotesi sono due: o che si tratta di buchi neri di dimensioni normali che stanno andando oltre il limite di Eddington (come in questo caso) oppure di buchi neri molto grandi''. La scoperta può chiarire proprio come i buchi neri giganteschi, che dimorano al centro delle antiche galassie, sono cresciuti a partire da buchi neri normali. È come avere a disposizione, conclude Soria, un modellino che ci aiuta a vedere come si comportavano 12 miliardi di anni fa questi oggetti oggi mostruosi, la cui massa cominciava ad aumentare in quel periodo.
(ANSA)
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