La destra-destra ha trovato un nuovo “nemico” da dare in pasto a pubblico ed elettori.
Il deputato Marco Furfaro. Sottoposto in queste ore a una gogna senza precedenti e insulti di ogni genere da parte degli ultrà meloniani.
Uno dirà: chissà cosa avrà fatto quel pericoloso “comunista” di Furfaro per meritare tutto questo?
Una domanda. Una semplice domanda.
Durante una conferenza stampa sui costi dei centri estivi ha chiesto:
“Un bimbo che in estate ha finito la scuola e non è figlio della Presidente del Consiglio o di un parlamentare che fa? Dove va? Chi si occupa di te a scuola finita se mamma e papà devono lavorare e non possono permettersi un centro estivo da 400 euro al mese?”.
Tanto è bastato per scatenare letteralmente migliaia di insulti, odio, il solito vittimismo “chiagni e fott*” della destra per aver - apriti cielo - osato anche solo nominare invano la figlia di Giorgia Meloni.
In realtà Furfaro ha fatto quello che dovrebbe fare qualunque parlamentare di sinistra - qualunque parlamentare di ogni colore: sottolineare il grave problema dei costi per le famiglie italiane.
Invece di prendersela con chi sta smantellando il welfare e impoverendo gli italiani, gli stessi che si stano impoverendo, come marionette ammaestrate, preferiscono difendere i privilegiati e insultare chi indica il problema.
A Marco, invece, voglio dire bravo e dargli tutta la mia solidarietà per il lavoro che sta facendo e per quello che è costretto a subire, in questo Paese alla rovescia.
Un giorno tornerà la civiltà e il buon senso anche nella politica.
Ma non è questo il giorno.
Lorenzo Tosa

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