venerdì 27 giugno 2025

Carlo Verdone su Alvaro Vitali

 


Un funerale. Una folla. Un solo volto del cinema: Carlo Verdone.


“Sono io che devo ringraziarlo. Perché anche quando il corpo era stanco, fragile, segnato, Alvaro ha voluto esserci. Mi ha donato il suo volto, la sua amicizia vera, la sua dedizione commovente. Ha dato anima al mio racconto, lo ha reso più umano, più bello. Lo amavo fin da ragazzo, da quando lo vidi nei film di Fellini: per me è sempre stato un punto fermo, un riferimento silenzioso.


Alvaro non è stato solo Pierino. È stato molto di più. Un attore autentico, con una maschera che raccontava mille storie, anche quando non parlava. Fellini lo aveva scelto perché sapeva leggere oltre le apparenze. E lui, con Fellini, aveva un rapporto profondo, quasi quotidiano. Mi ha raccontato serate, cene, risate. E oggi, quei ricordi sono tutto ciò che resta.


Ma il cinema dimentica. Il pubblico dimentica. Dopo un po’ si spengono i riflettori, anche per chi ha regalato luce. Eppure, chi ha servito quest’arte con amore, anche solo per un frammento, non dovrebbe essere lasciato solo.”


Oggi, ai funerali di Alvaro Vitali, tra le lacrime e il silenzio di chi lo ha amato davvero, c’era un solo volto noto. Solo uno, tra la folla: quello di Carlo Verdone. Nessun altro attore. Nessun altro compagno di scena. Nessun regista. Solo lui. In piedi, in silenzio, con gli occhi pieni di gratitudine e dolore.

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