sabato 20 luglio 2013

Velentina 3

Le offro un vino caldo, anche se non appartiene alla cultura culinaria di questa regione.
Ed aggiunse: "ma conosco l'Osteria del pazzo, che chiude a notte inoltrata e sicuramente potrà prepararci due tazze spezziate, non come nei paesi del nord con la cannella, ma con un poco di basilico e mirto, Le assicuro che ha un sapore antico, di battaglie e fughe quando si  narrava di Annibale respinto da queste terre, quando la forza italica di unione dei primi gruppi etnici difendeva la propria autonomia".
A Valentina sembrò tutta una invenzione, una fantasia, un argomento apparentemente intellettuale per convincerLa a fermarsi: però vi era dell'attrattiva in quelle parole, come nelle favole.
Ed allora, seduti invero innanzi alle tazze di vino caldo che il Suo ospite offriva, Lui iniziò a parlare che l'uomo si è creduto più forte quando è la donna ad esserlo, se non altro per la sua capacità di procreare.
Allora Valentina disse: "però gli uomini cacciavano e le donne si occupavano delle questioni domestiche"
"Certo, - disse Lui - ma non è l'espressione di muscoli e capacità tecniche a renderci forti. Nelle società vi è stata una divisione dei compiti, ma mentre la donna è capace di spezzare il cordone ombelicale l'uomo, mi duole dirlo o è giusto dirlo, no. Prenda il mito di Edipo: uccide il padre che non ha mai conosciuto e giace con sua madre, generando figli. Non è riannodare il cordone ombelicale? Ogni uomo cerca nella donna questo momento che la nascita ha interrotto. Non creda a quanti si proclamano felici di essere soli. Anche un omosessuale cerca in qualche modo di riannodare il cordone ombelicale, anche apparentemente con un soggetto del medesimo sesso.
Certo l'importante, etero od omosessuali, è comprendere che le due metà devono ritrovare l'unità. Ricorda il Convivio di Platone? Personalmente sono un eterosessuale e nella donna ricerco la mia infanzia, ma competitiva con mia madre"
"Non - disse Valentina - alla Proust?"
"Forse più alla Gide - aggiunse Lui - che poi era un omosessuale, direi per protesta verso sua madre e la severità dell'educazione protestante."
E bevendo il fondo della tazza di vino caldo Lui disse: "Amo la diversità anche se porta pena. E' una sfida, vogliamo dire alle forze qualunque siano che intendono omologarci,  quelli che gli extraterrestri fanno viaggiare negli spazi intersiderali, e sembrano fatti di gomma perchè le ossa non potrebbero sopportare l'urto della velocità,
perdono se mi esprimo male, non sono un astrofisico, ma quanto volevo dirLe è che nella lotta si consuma l'amore, ovvero si genera, come ora nella Sua resistenza a non cedere: Lei accende i miei impulsi"

Poi Lui tacque e sembrò aprirsi, attraverso il fumo della pipa che accese, un silenzio senza possibilità di essere
troncato, un macigno come di parole rapprese.

Paolo Luceri

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