domenica 21 luglio 2013

Troppo caldo in ufficio? Allora si può andare a casa


Scritto da Davide Mazzocco

Che il caldo abbassasse la produttività era noto, ma che l'eccesso di temperatura legittimasse la sospensione dell’attività e la possibilità, per i lavoratori, di andarsene a casa, è una novità che porta la firma del Partito Laburista inglese

Un gruppo di deputati laburisti ha proposto che i lavoratori vengano mandati a casa quando la temperatura raggiunge i 30° Celsius. In Italia farebbe sorridere, visto che nelle estati 2011 e 2012 sono stati superati più volte i 40° C, in Inghilterra, invece, i 30° C è già una soglia critica che abbassa il livello di produttività e induce la mente a pensare ad altro: alle vacanze nel Chianti, alla nuova stagione dei Reds, al royal baby in arrivo…

Mercurio accanto alla bollatrice, dunque. Fra oggi e la prossima settimana il Met Office ha previsto temperature sopra la soglia. Tutti a casa? Linda Riordan, deputato laburista, ha sottolineato come i lavoratori siano “sottoposti ad alte temperature che possono incidere seriamente sulla loro salute e sul loro benessere”. I laburisti hanno inoltre spiegato come alle regole che danno la possibilità di mandare a casa i lavoratori se è troppo freddo, non corrisponda altrettanta libertà in caso di canicola. 

A regolare la legislazione sulle temperature al lavoro sono leWorkplace Regulations del 1992 che impongono ai datori di lavoro di fornire una temperatura ragionevole ai loro impiegati. 

In Italia la legislazione in materia fa riferimento alle parti delDecreto legislativo 81/2008 che fanno riferimento al rischio microclimatico. 

Secondo la legge “la temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori”. Nel giudizio relativo al clima devono essere tenuti in conto il grado di umidità e i flussi di aria concomitanti, mentre “locali di riposo, dei locali per il personale di sorveglianza, dei servizi igienici, delle mense e dei locali di pronto soccorso” devono essere conformi alla specifica destinazione di questi locali. 

Al datore di lavoro spettano le valutazioni su “i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici”che comprendono “il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche di origine artificiale, il microclima e le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori”

Già, ma come regolarsi? Gli indici e le norme tecniche di riferimento sono presenti in documenti quali la UNI-EN-ISO 7730 1997, la ISO CD7730, ISO/TC159/SC5 N201 Ott.2001 e la UNI EN 27243 29/02/96  che chiariscono le condizioni di benessere termico e valutano ambienti termici moderati e discomfort locali e lo stress termico degli ambienti di lavoro. 

In una situazione di comfort termico, il soggetto percepisce una sorta di equilibrio termico nel quale la sua temperatura non aumenta, né diminuisce. L’ambiente deve rispettare le condizioni di comfort sia a livello globale (il corpo intero), sia a livello locale (alcune zone del corpo). Naturalmente in gioco non c’è solo la salute, ma la stessa produttività dei lavoratori

Nello studio Reductions in labour capacity from heat stress under climate warming, pubblicato all’inizio dell’anno da Nature Climate Change, John Dunne, Ronald Stouffer  e Jasmin John, ricercatori del Geophysical fluid dynamics laboratory della National oceanic and atmospheric administration hanno spiegato come il surriscaldamento globale e l’aumento dell’umidità abbiano ridotto la capacità di lavoro del 10% nei mesi più caldi degli scorsi decenni. Nel 2050 la diminuzione potrebbe essere del 20% e, qualora i trend climatici non subissero ulteriori modificazioni, nel 2200 la riduzione dovrebbe essere del 40%. 

Contro la crisi economica, dunque, non basterà tenere d’occhio paesi emergenti e decisioni comunitarie, rating e piani di salvataggio, bisognerà guardare anche il termometro e regolare il termostato con cura. La proposta dei laburisti, dunque, non è poi così azzardata. 

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