Roma – I cani bruciati a Ponte Marconi – Qualcuno ha appiccato l’incendio
La donna che badava ai cani era un Architetto del Comune di Roma - La denuncia di Simona Novi, presidente AVCPP.
GEAPRESS – Nove cani arsi vivi, uno ferito ed attualmente ricoverato presso il canile comunale di Muratella ed un altro ancora che è fuggito. Questo il bilancio dell’incendio di Ponte Marconi che ieri a Roma ha distrutto una lunga storia di cani salvati dalla strada da una persona frettolosamente descritta coma una clochard per lo stile di vita a lei addebitatole, ma che in realtà è un Architetto del Comune di Roma. Una donna rimasta ferita nel corso dell’incendio tanto da essere dovuta ricorrere ai soccorsi dei sanitari.
A tentare di ripristinare la verita dei fatti, ivi compresa l’ipotesi di incendio doloso, è Simona Novi, presidente dell’Associazione Volontari Canili di Porta Portese. Quella donna che sotto il ponte badava ai suoi cani era infatti un Archietto del Comune di Roma e tra i suoi sogni, ora bruciati nell’incendio appiccato da “mano nemica“, c’era quello di ritirarsi con i suoi animali in Abruzzo. Per questo attendeva la pensione. “I suoi sogni – aggiunge Simona Novi – sono ora bruciati”
Quell’Architetto del Comune di Roma in oltre 20 anni ha salvato tanti cani. Trovati nei cassonetti e in altri tremendi luoghi di abbandono. Cani, da lei curati e sterilizzati.
“La sera – ricorda Simona Novi - quando si passava da lì, si sentiva l’odore della carne scottata. Il cibo per i suoi cani che rimediava facendo il giro delle macellerie della zona. Macellerie che ne ricavavano la loro convenienza visto che avrebbero dovuto pagare lo smaltimento di quelle teste di pollo“. Non è mai voluta andare via da sotto quel ponte, neanche quando le fu imposto.
Poi le dicerie, su chi ha deciso di andare a vivere con i suoi cani. Le abitudini quotidiane di chi ormai aveva eletto dimora dove, con i volontari, aveva trascorso i compleanni importati, come i suoi cinquanta anni. Poi, ricorda la Novi, qualcuno decise che in quel luogo dovesse essere costruita una polisportiva. La struttura non si fece più ma contro di lei arrivo un “affronto feroce“. Denuncia per maltrattamento di animali e sequestro degli stessi. Da quel momento le cose sono andate precipitando. La ricerca di un nuovo spazio, sempre nei pressi di Ponte Marconi e le difficoltà che andavano aumentando. Luoghi più insicuri e meno tollerati.
Infine l’incendio procurato da “mano nemica“, riferisce sempre Simona Novi. L’ipotesi è che qualcuno ha atteso di potere agire indisturbato mentre lei era impegnata nel giro quotidiano per la carne.
“In un momento – aggiunge al suo racconto Simona Novi – un rogo altissimo ha bruciato 9 cani e tutte le masserizia dell’Architetto. Quel luogo le ha bruciato la vita ed i suoi sogni perchè anche lei aveva i suoi sogni: un terreno in Abruzzo, dove ritirarsi con tutti i suoi cani, appena in pensione. Ora, invece, ha le ustioni al corpo e all’anima“.
L’invito è ora rivolto proprio a lei, all’Architetto di 62 anni così legata ai suoi cani ora bruciati. “A te che non hai mai chiesto niente chiediamo una cosa noi: parla. Tira fuori i tuoi sospetti. Racconta le minacce che hai ricevuto. Noi ci costituiremo parte civile. E saremo con te. Perchè non è scritto da nessuna parte che non si puo’ vivere da borderline a testa alta – conclude Simona Novi – Siamo tutti borderline. Con orgoglio. Insieme e come te“.
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