La storia segreta di Angela Merkel
Come si spiega l’enorme successo della Cancelliera dato il suo discusso stile? Com’è arrivata al vertice della Cdu dellaGermania e dell’Europa? E perché è considerata la donna più potente e, in assoluto, dopo Obama, la personalità più influente del mondo? Insomma: chi è Angela Merkel? Estratto dall’ebook Enigma #merkel. In Europa il potere è donna: Angela Merkel edito da goWare 2013.
Angela Merkel governa ormai da quasi otto anni. Se vincerà le prossime elezioni federali scalzerà Helmut Schmidt dal terzo posto della classifica dei cancellieri tedeschi. Ma già oggi Angela Merkel è entrata nella storia della Germania tanto da aver profondamente plasmato la società e la cultura politica tedesche del Terzo millennio. Dal rinnovamento dei tradizionali valori conservatori, a un certo cinismo, fino a una ostentata sicurezza al limite della supponenza, il merkelismo è ormai una categoria politica diffusa e riconosciuta in Germania e all’estero.
La storia dell’inarrestabile e fulminea ascesa politica di Angela Merkel, benché sia stata argomento di numerosi libri, articoli e analisi – solo negli ultimi mesi in Germania sono usciti almeno cinque libri – resta ancora tutta da raccontare nei risvolti più segreti, soprattutto per il lettore italiano. La donna dell’Est venuta dal nulla e arrivata al vertice del potere della Repubblica federale è oggi il politico più popolare e amato in Germania. Ma nella sua scalata al potere ci sono illustri vittime e uno stile di governo contraddittorio.
Allora come si spiega l’enorme successo della Cancelliera dato il suo discusso stile? Com’è arrivata al vertice della Cdu della Germania e dell’Europa? E perché è considerata la donna più potente e, in assoluto,dopo Obama, la personalità più influente del mondo? Insomma: chi è Angela Merkel?
A tutte queste domande proverò a rispondere nelle pagine che seguono, cercando di mettere ordine nei numerosi contributi usciti recentemente in Germania e delineando una Merkel segreta che il lettore italiano conosce ancora poco. Questo ebook non è un’analisi politico-economica dell’azione dei governi Merkel, ma è il tentativo di presentare un breve profilo politico e umano di una donna il cui successo resta, ancora oggi, un enigma.
Il pragmatismo di una leader sottovalutata
Nell’autunno scorso ero a Bonn a visitare la mostra fotografica Spurenlese di Herlinde Koelbl. Tra le tante fotografie dell’artista, una serie attirava più di altre l’attenzione dei numerosi visitatori: quelle che rappresentavano Angela Merkel e la sua evoluzione fisico-estetica.
Eppure accanto alle fotografie della cancelliera si trovavano le opere dedicate a Gerhard Schröder e aJoschka Fischer, due altri grandi uomini politici che hanno segnato la storia recente della Germania. Ma la gran parte dei visitatori era attratta da lei: Angela Merkel. I visitatori e cittadini tedeschi sembravano ipnotizzati e sedotti da una donna che forse non gode di irresistibile fascino, ma che si sta imponendo per il suo modo di fare. Al momento è difficile dire se Angela Merkel resterà alla guida della Germania altri quattro anni, la partita delle prossime elezioni politiche è ancora aperta; certo è che oggi l’Unione (Cdu/Csu) di Merkel resta ampiamente in testa ai sondaggi e la Cancelliera è il politico più amato dai cittadini tedeschi. La sua popolarità è un mistero che ancora nessuno è riuscito a spiegare e che nessuno spiegherà mai del tutto, considerato, tra l’altro, che il giudizio sull’operato del suo governo non è molto positivo.
Merkel è una persona schiva, gelosa della sua vita privata, è discreta, ha uno stile di vita austero e semplice. Le numerose biografie raccontano che la si può vedere fare la spesa all’isola dei Musei a Berlino, che ogni mattina prepara la colazione al marito, che frequenta ristoranti buoni ma semplici come La vecchia Lanterna a Berlino Est o il più chic e mondanoBorchardt. Niente di più lontano dai sigari e dagli abiti Brioni del suo predecessore Gerhard Schröder o dallo stile discusso dell’attuale sfidante socialdemocraticoPeer Steinbrück che non comprerebbe mai una bottiglia di Pinot Grigio a meno di cinque euro.
I giornalisti sembrano aver smesso di provare a ricamare storie dalla piccola Templin, città nella quale Merkel è cresciuta. Lì nessuno alimenta il gossip, lì nessuno lascia trapelare qualche scomoda informazione su Angela che, al massimo, può attirare l’attenzione dei tabloid per le sue giacche colorate, per qualche calzino troppo corto o per una scollatura appena eccessiva. Il motivo di questa riservatezza è probabilmente da far risalire alla sua vita nella ex Germania dell’Est dove si era costantemente spiati e sotto controllo.
Ma che Angela Merkel preferisca sempre il basso profilo che, come vedremo, non è sinonimo di modestia o insicurezza, ha fatto sì che questa donna venuta dal povero Est della Germania sia stata spesso sottovalutata. Per troppo tempo Angela Merkel è stata una leader presa troppo poco sul serio tanto che nessuno avrebbe scommesso sul suo successo in politica. In realtà, la storia dell’ascesa politica della Merkel dimostra che chi l’ha sottovalutata, «ha già perso», come ha ricordato recentemente Horst Seehofer, Ministropresidente della Baviera.
La Cancelliera è stata sottovalutata non solo dai suoi avversari, ma anche nel suo partito, dove ha saputo ritagliarsi il ruolo di leader indiscussa. Non è un caso che al recente congresso della Cdu Angela Merkel sia stata confermata alla guida del partito con un consenso quasi unanime: 98 per cento.
La fase politica in cui Angela Merkel è stata maggiormente sottovalutata è quella dell’autunno 2005. Dopo una campagna elettorale non proprio esaltante, si ritrova a dover contrastare Gerhard Schröder, artefice di una clamorosa rimonta finita, però, proprio sul più bello. La Spd resta dietro l’Unione (Cdu/Csu) per un solo punto percentuale. Schröder, Cancelliere in carica, si dichiara vincitore nonostante la sua Spd abbia ottenuto un risultato elettorale di poco inferiore all’Unione (Cdu/Csu). Dopo settimane di trattative, polemiche e scambi di battute, il 22 novembre Angela Merkel diviene il nono cancelliere della storia della Repubblica Federale Tedesca succedendo proprio a Schröder che deve arrendersi.
Ma Angela Merkel è stata sottovalutata anche all’estero: ricordate la spavalderia e superiorità con cuiSilvio Berlusconi la fece aspettare al vertice della Nato a Baden-Baden perché doveva parlare al telefono, a suo dire, con il premier turco Erdogan? Forse anche quel comportamento da parte del presidente del Consiglio italiano lasciava intendere una sottovalutazione nei suoi confronti. Qualche anno dopo, quando la crisi economico-finanziaria colpiva l’Italia e la pressione internazionale sul governo di Roma era fortissima, Berlusconi capì sulla propria pelle quanto fosse influente e potente quella donna che, in precedenza, aveva trattato con tanta sufficienza e arroganza.
In una società ancora profondamente maschilista e dalla forte connotazione occidentale e anticomunista, essere una donna della Germania dell’Est deve aver ingannato molti osservatori, compagni di partito e avversari politici. Nell’epoca della politica-spettacolo, non avere un particolare carisma ha fatto pensare a molti che Angela Merkel fosse un personaggio di secondo piano e destinato al ruolo di semplice comparsa.
Nessuno avrebbe scommesso un marco prima e un euro poi sul suo futuro politico. Evidentemente molti dei suoi avversari non avevano presente il saggio avvertimento del generale cinese Sun Tzu: «Mai sottovalutare il proprio nemico». Oggi, infatti, Merkel è all’apice del potere. Per la rivista americana Forbes è stata la donna più potente del mondo per ben sette volte negli ultimi anni (dal 2006 al 2009, e dal 2011 al 2013) e la seconda personalità più influente dopo Barack Obama. Nel 2010 è stata eletta europea dell’anno dal magazine Time.
Come ha giustamente ricordato il giornalista tedesco Robin Mishra «nessuno in Europa rimane oggi indifferente di fronte al nome di Angela Merkel. Anche in Italia le reazioni oscillano tra la stima per la sua sobrietà politica e la preoccupazione che voglia costruire un’Europa sul modello tedesco».
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