giovedì 16 maggio 2013

La foca monaca torna a vivere in Italia


Aree protette e biodiversità


Arriva un concorso per dare un nome alla femmina delle Egadi
[ 16 maggio 2013 ]
La foca monaca  (Monachus monachus), uno dei mammiferi marini più rari e protetti al mondo ed uno degli indicatori più sensibili della qualità dell'ambiente, «E' tornata a vivere nei mari italiani, da dove la caccia e l'inquinamento l'avevano fatta fuggire». Ad annunciare oggi quel che ufficiosamente circolava da tempo tra i biologi e gli studiosi sono stati i ricercatori dell'Ispra  che hanno cercato, scoperto, fotografato e studiato una splendida femmina adulta che ha scelto come rifugio una grotta sulla costa delle isole Egadi, in Sicilia al largo di Trapani. Di questo si è parlato oggi durante una conferenza stampa al ministero dell'ambiente con il ministro Andrea Orlando.
La foca monaca era scomparsa dall'arcipelago delle Egadi già da metà anni '70 e quindi la presenza stabile di una femmina è qualcosa di veramente eccezionale. L'animale non ha ancora un nome - si legge in un comunicato - Per questo motivo il ministero dell'Ambiente e il sindaco di Favignana, Lucio Antinoro, che è anche il presidente dell'Area marina protetta delle Egadi, lanceranno un concorso per i ragazzi: diamo un nome alla simpatica foca delle Egadi».
La frequentazione, probabilmente ripetuta nel tempo, di esemplari di foca monaca in inverno nelle Egadi è dovuta ad un cambiamento nell'atteggiamento delle comunità locali verso questa specie. «È probabile  - dicono all'Ispra - che, grazie a questo atteggiamento di tolleranza, gli esemplari che si sono soffermati lungo le coste dell'arcipelago hanno continuato ad eleggere queste località come rifugi costieri dove soffermarsi per brevi o lunghi periodi, rendendo  queste località siti di immenso valore naturalistico proprio per la presenza di questa rara specie. Affinché queste condizioni possano persistere, è importante promuovere iniziative volte a sensibilizzare le comunità locali ed azioni di sostegno socio-economico che possano aiutare a garantire la continua benevolenza dei locali nei confronti di esemplari di questa specie».
I ricercatori sottolineano che «Negli ultimi due anni, nell'area marina protetta delle isole Egadi, è stata condotta un'attività di ricerca svolta dall'Ispra in collaborazione con l'ente gestore della riserva, per verificare, documentare e raccogliere informazioni sugli avvistamenti di esemplari di foca monaca. I primi risultati ottenuti dalla ricerca sono estremamente positivi. La conferma della frequentazione e della permanenza nell'area di studio da parte di esemplari di questa specie, anche se ridotta nel tempo e costituita da uno o pochi esemplari, riveste particolare importanza: si tratta, infatti, di una delle specie a maggior rischio di estinzione in tutto il Mediterraneo».
il ministro Andrea Orlando ha detto che «Questa giornata, che saluta il ritorno in Italia della specie marina simbolo del Mediterraneo,  è dedicata alla ricerca, alle aree marine protette e all'importanza della tutela della biodiversità marina. Sono estremamente soddisfatto per i risultati raggiunti e per la cautela e professionalità dimostrate nel trattare una specie così pericolosamente a rischio estinzione. Si tratta di uno straordinario risultato per le Egadi, la riserva marina più grande d'Europa, e per tutto il sistema delle aree marine protette italiane, un sistema che per numero di aree protette e dimensioni di coste e fondali tutelati ci vede leader a livello continentale. 
Da oggi possiamo dire con più autorevolezza che anche le azioni di conservazione dell'ambiente marino ci vedono in posizioni di  vertice. Lavoreremo, quindi, per consolidare la rete delle Area marina protetta italiane. Il mio augurio è che questi studi e queste attività di monitoraggio e tutela  continuino ad essere condotti con crescente impegno e che si diffondano sempre più i comportamenti rispettosi dell'ambiente marino, della foca monaca e di tutte le altre specie. Solo così si riuscirà a salvaguardare quel patrimonio inestimabile che è la biodiversità dei nostri mari».

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