Era il 2013 quando le chiesero di trasformare la sua clinica in una “lavanderia” di denaro sporco. Fu il cugino di Matteo Messina Denaro a chiederglielo, dietro minaccia, a nome del clan Denaro.
Quando disse no, Elena Ferraro diventò la prima imprenditrice del trapanese a denunciare richieste estorsive. Quel no l’ha pagato con anni di scorta, paura, intimidazioni continue da parte di una mafia che non accettava risposte negative nel suo territorio e soprattutto da una donna.
Oggi dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro dice: "Finalmente libera e serena dopo quasi dieci anni".
Su questa frase, ci rifletta chi sta dicendo che catturarlo è stato un errore. Chi è omertoso, chi difende la mafia, chi giustifica, minimizza (e ce ne sono tanti). Ci rifletta e inizi a provare un po’ di vergogna.
Leonardo Cecchi
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