Il 12 maggio, i funzionari afghani hanno confermato che i talebani hanno preso il controllo del distretto strategico di Nirkh, a circa 40 km da Kabul. I militanti controllano anche il distretto di Burka, a Nord della capitale, e l’allerta è alta anche nella provincia di Logar.
Si tratta di tre aree chiave per la sicurezza di Kabul. Il distretto di Nirkh, caduto nelle mani dei talebani l’11 maggio dopo un assedio durato alcuni giorni, si trova nella provincia afghana centrale di Maidan Wardak, a Sud-Ovest della capitale. Nella vicina provincia di Logar, appena a Sud di Kabul, le autorità locali hanno lanciato un’allarme a seguito di un deterioramento della sicurezza in alcune aree, dove le autorità politiche e militari sono state uccise in attacchi mirati. Infine, il distretto di Burka, già nelle mani dei talebani da quasi una settimana, è situato nella provincia di Baghlan, che confina a Nord con quella di Kabul. Il controllo di questi territori rende più facile un eventuale assalto verso la capitale afghana e agevola anche il movimento nel resto del Paese, considerato che proprio attraverso Nirkh passano importanti autostrade che collegano le province centrali e meridionali dell’Afghanistan.
A Nirkh, i militanti hanno preso il controllo dell’edificio amministrativo del distretto, l’11 maggio, e vi hanno appiccato un incendio, secondo quanto riferito dai funzionari provinciali. Inoltre, gli stessi talebani hanno dichiarato di aver sequestrato munizioni dalle scorte delle forze di sicurezza locali. Tuttavia, Tareq Arian, portavoce del Ministero dell’Interno, ha affermato che le forze di sicurezza e difesa dell’Afghanistan hanno effettuato solo una “ritirata tattica” dal quartier generale della polizia di Nirkh. Altre fonti, invece, hanno raccontato di una resa dei militari afghani, dopo uno scontro in cui sarebbero deceduti alcuni ufficiali. Nel frattempo, il Ministero della Difesa di Kabul ha dichiarato che lancerà presto un’offensiva per riconquistare il distretto strategico di Nirkh.
A Logar, appena a Sud di Kabul, i rappresentanti provinciali hanno espresso la loro preoccupazione per il deterioramento della sicurezza nella provincia, sottolineando le gravi implicazioni per la sicurezza della capitale, in caso di mancato intervento. A tale proposito, il Ministero dell’Interno ha affermato che le forze di sicurezza afghane sono pienamente preparate ad affrontare le minacce alla sicurezza nelle province vicine alla capitale. Tuttavia, permangono dubbi sulla capacità di gestire i numerosi conflitti in corso nel Paese. Le preoccupazioni per Logar arrivano a seguito di una serie di uccisioni mirate di rappresentanti civili e personale militare. Almeno 10 persone sono state uccise, tra il 9 e l’11 maggio, nel capoluogo di provincia di Logar, Pul-e-Alam, e sull’autostrada Kabul-Logar. “Negli ultimi due giorni, il capo del Dipartimento Economico, un direttore di banca, due militari di alto livello e sei membri della Direzione Nazionale della Sicurezza sono stati uccisi, la situazione sta peggiorando di giorno in giorno”, ha riferito Haseebullah Stanekzai, il capo del Consiglio Provinciale.
Nel frattempo, i residenti di Logar si lamentano della debolezza e della scarsa leadership dell’amministrazione locale, considerati fattori chiave che hanno portato al peggioramento della situazione della sicurezza nella provincia. Anche altre aree vicine vivono una situazione simile e un deterioramento continuo della stabilità. Nella provincia di Parwan, sempre nei pressi di Kabul, almeno 4 persone – tra cui un dipendente dell’amministrazione locale – sono state uccise in attacchi effettuati da uomini armati non identificati. Più a Nord, nella provincia settentrionale del Badakhshan, nello specifico nel distretto di Jurm, almeno dieci membri delle forze di rivolta pubblica, che affiancano i militari afghani, sono stati uccisi in un attacco dei talebani.
In violazione dell’accordo con gli USA del 29 febbraio 2020, gli assalti dei militanti islamisti afghani contro i capoluoghi di provincia e i centri distrettuali sono aumentati negli ultimi mesi e sono cresciuti esponenzialmente da quando le truppe internazionali hanno iniziato a ritirarsi dall’Afghanistan, a seguito dell’annuncio di un ritiro completo da parte del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il 14 aprile. Da parte loro, i talebani affermano che il governo afghano sta semplicemente “creando ansia nel mondo”, in modo da poter persuadere le forze armate straniere a mantenere le proprie truppe nel Paese. “I talebani non hanno aumentato gli attacchi, ma stavano solo rispondendo alle offensive contro di loro”, secondo un portavoce dei militanti, che ha accusato il presidente afghano, Ashraf Ghani, di aver tentato di “sabotare gli sforzi internazionali per la pace in modo da poter rimanere al potere più a lungo”.
Intanto, il Pakistan ha escluso la possibilità di fornire le proprie basi militari agli Stati Uniti per future operazioni antiterrorismo in Afghanistan, in una dichiarazione resa pubblica l’11 maggio. Il ministro degli Esteri pakistano, Shah Mehmood Qureshi, in un discorso ai giornalisti ad Islamabad, ha spiegato che il suo governo ha adottato una politica che gli consente di essere “solo partner di pace” e di non essere coinvolto in alcuna futura guerra statunitense. “Non intendiamo consentire il trasferimento di uomini sul terreno e nessuna base [statunitense] verrà trasferita in Pakistan”, ha dichiarato Qureshi quando gli è stato chiesto se l’esecutivo fosse sotto pressione per fornire supporto militare agli Stati Uniti. In tale contesto, è importante sottolineare che il governo afghano ha spesso accusato il Pakistan di supportare i talebani. Il 18 aprile, il presidente afghano, Ashraf Ghani, ha dichiarato che l’annuncio del ritiro delle forze straniere dall’Afghanistan forzerà Islamabad a prendere una decisione sull’opportunità di scegliere la cooperazione o il conflitto.
Nonostante la situazione particolarmente instabile, gli USA hanno comunque deciso di completare il ritiro delle proprie truppe e le alte sfere militari statunitensi hanno affermato che le forze armate straniere potrebbero utilizzare basi militari nella regione, per condurre operazioni aeree e di intelligence nel Paese, in caso di necessità. Gli Stati dai quali questo potrebbe essere fattibile sono Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan. Tuttavia, il 22 aprile, il generale statunitense, Kenneth McKenzie, a capo delle forze armate di Washington in Medio Oriente, ha sottolineato il rischio di collasso dell’esercito di Kabul, dopo che gli Stati Uniti e la NATO avranno lasciato l’Afghanistan, durante un’udienza del Comitato per le Forze armate del Senato degli USA.
https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/05/12/afghanistan-talebani-conquistano-territori-chiave-intorno-kabul/
Bush71
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