Almeno 11 civili sono stati uccisi dalle esplosioni di 4 ordigni in Afghanistan, il 13 maggio, poche ore dopo l’inizio di un cessate il fuoco di 3 giorni in tutto il Paese, in occasione della festa musulmana di Eid al-Fitr.
Non sono stati registrati combattimenti diretti tra i talebani e le forze governative, tuttavia 3 ordigni lasciati sulla strada hanno continuato a causare vittime civili. Nel distretto di Panjwai, nella provincia meridionale di Kandahar, sono morti 5 civili, tra cui una donna e alcuni bambini. Un’altra esplosione nella stessa provincia, nel distretto di Maiwand, ha ucciso 2 bambini e 3 adulti. Altri 2 civili sono morti a causa di un’altra bomba sul ciglio della strada nella provincia centrale di Ghazni. Nella provincia settentrionale di Kunduz, un ordigno adesivo attaccato ad un’auto civile è esploso, uccidendo 2 civili e ferendone altri 10.
La rabbia e la frustrazione continuano a crescere tra la popolazione, sia contro i talebani sia contro le autorità afghane. Il quotidiano afghano, Tolo News, ha citato un residente di Kunduz che ha raccontato: “Le forze di sicurezza sono arrivate nell’area 40 minuti dopo l’incidente, anche se il quartier generale della polizia di Kunduz è a soli 100 metri”. Poi, un altro abitante ha attaccato gli autori dell’assalto: “Cresciamo i nostri figli in condizioni di povertà e miserabile e questi diventano vittime molto facilmente. Se i responsabili fossero musulmani, non dovrebbero mai commettere atrocità del genere contro i bambini”. Il cessate il fuoco di tre giorni annunciato dai talebani e accolto dal governo arriva in un momento in cui la violenza è aumentata bruscamente in tutto l’Afghanistan dopo l’annuncio di Washington del ritiro totale di tutte le truppe statunitensi entro l’11 settembre. Il 12 maggio, le forze di sicurezza afghane avevano organizzato un’operazione militare per riprendere il controllo di un distretto strategico a poche decine di chilometri da Kabul, caduto nelle mani dei talebani, ma sembra che abbiano fermato l’operazione per rispettare il cessate il fuoco.
Nonostante la situazione particolarmente instabile in Afghanistan, gli USA hanno comunque deciso di completare il ritiro delle proprie truppe, sebbene le alte sfere militari statunitensi abbiano affermato che le forze armate straniere potrebbero utilizzare altre basi militari nella regione, per condurre operazioni aeree e di intelligence nel Paese, in caso di necessità. Gli Stati dai quali questo potrebbe essere fattibile sono Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan. Tuttavia, il 27 aprile, il Dipartimento di Stato degli USA ha pubblicato un avviso nel quale comunica un livello di allerta alto per l’Afghanistan e ha chiesto ai cittadini statunitensi di lasciare il Paese il prima possibile. Tra le minacce rilevate si legge: “Gruppi terroristici e ribelli continuano a pianificare ed eseguire attacchi in Afghanistan”. Ross Wilson, l’ambasciatore ad interim degli Stati Uniti a Kabul, ha commentato la questione affermando che la decisione arriva “alla luce della crescente violenza e delle notizie di minacce a Kabul”.
L’Afghanistan ha vissuto decenni di conflitti e violenze, prima con l’invasione sovietica, poi con le lotte interne e la presa del potere dei talebani e successivamente con una sanguinosa guerra civile e l’aumento della minaccia terroristica. Nel 2001, dopo gli attentati dell’11 settembre, gli Stati Uniti hanno invaso il Paese, accusato di essere la base logistica dalla quale al-Qaeda aveva pianificato gli attacchi contro gli USA e il luogo dove si era a lungo nascosto il leader dell’organizzazione, Osama bin Laden, sotto la protezione dei talebani. Dopo quasi due decenni di conflitto, un’importante svolta diplomatica era arrivata con l’accordo di pace tra gli Stati Uniti e i talebani, firmato il 29 febbraio 2020. Tuttavia, l’intesa non ha messo fine alle violenze, che sono aumentate durante e dopo le negoziazioni.
https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/05/13/afghanistan-11-civili-deceduti-nel-primo-giorno-cessate-fuoco/
Bush71
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