1. DA DOVE NASCE L’IMPROVVISA DUREZZA VERBALE (“DEVE ESSERE PIÙ FACILE PER LE AZIENDE ASSUMERE GIOVANI, NON LICENZIARLI”, “CHI NON CREA NUOVI POSTI DI LAVORO NON SARÀ RIELETTO”) DI UN UOMO SOLITAMENTE DAI MODI FELPATI COME IL CAPO DELLA BCE? - 2. NASCE DALL'ATTUALE GRANDE DEBOLEZZA DI MARIO DRAGHI. GLI STRUMENTI DELLA GRANDE BATTAGLIA CONTRO LA DEFLAZIONE SONO AL MOMENTO SEMI-PARALIZZATI. LA BCE NON RIESCE A SBLOCCARE LA MACCHINA CONTINENTALE DEL CREDITO ALLE IMPRESE E ALLE FAMIGLIE E, CONTEMPORANEAMENTE, PATISCE L’OFFENSIVA DELLA BUNDESBANK E DI WOLFGANG SCHÄUBLE CHE VUOLE LEGARLE LE MANI NELL’ACQUISTO DI TITOLI DI STATO DEI PAESI IN DIFFICOLTÀ - 3. PER QUESTO MOTIVO, L’UNICA ANCORA DI SALVEZZA, PER DRAGHI, È BUTTARE LA PALLA NEL CAMPO DELLA POLITICA CHE NON FAREBBE LE FAMOSE RIFORME DI CUI C’È BISOGNO. A TORTO O A RAGIONE, UN RIMPALLO DI RESPONSABILITÀ CHE NON AIUTA NESSUNO
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. AVVISI AI NAVIGATI
Ieri a Washington Mario Draghi è stato tranchant come raramente gli accade. Non solo ha detto che “deve essere più facile per le aziende assumere giovani, non licenziarli”, ma ha anche mezzo minacciato i politici, dicendo che “chi non crea nuovi posti di lavoro non sarà rieletto”. Che è un po’ come se un capo di governo avesse affermato che chi non riesce ad alzare l’inflazione non sarà confermato come banchiere centrale.
Ma da dove nasce l’improvvisa durezza verbale di un uomo solitamente dai modi felpati come il capo della Bce? Nasce dalla sua grande debolezza. Gli strumenti della grande battaglia contro la deflazione sono al momento semi-paralizzati. La Bce non riesce a sbloccare la macchina continentale del credito alle imprese e alle famiglie e, contemporaneamente, patisce l’offensiva della Bundesbank che vuole legarle le mani nell’acquisto di titoli di Stato dei paesi in difficoltà. Per questo motivo, l’unica ancora di salvezza, per Draghi, è buttare la palla nel campo della politica che non farebbe le famose riforme di cui c’è bisogno. A torto o a ragione, un rimpallo di responsabilità che non aiuta nessuno
2. SILENZIO PARLA DRAGHI
I giornaloni danno ovviamente largo spazio alle parole del governatore della Bce. Corriere: “Draghi: chi non crea lavoro sparirà. Il presidente della Bce: i giovani vanno assunti invece che licenziati. ‘I politici che non aumenteranno i posti non verranno rieletti’”. La Stampa lega le parole di Super Mario alle faccende italiane: “Draghi: col Jobs Act non si licenzia di più. ‘L’obiettivo delle riforme è assumere. I governi che non lavorano per il cambiamento non saranno rieletti” (p. 5).
Il Messaggero parla di “ok di Draghi alla riforma del lavoro” e spiega: “Quell’asse tra l’Eurotower e Roma per arginare i diktat della Germania. La battaglia della Bce per l’acquisto dei titoli sovrani e quella italiana a Bruxelles sulla flessibilità” (p. 2). Il Sole 24 Ore analizza le difficoltà della Bce: “Due temporali minacciano Francoforte. La Bce apre sempre di più l’ombrello della liquidità ma le divisioni franco-tedesche e le mosse della Fed rischiano di vanificare lo sforzo” (p. 5).
3. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Repubblica apre un nuovo fronte sui nostri disastrati conti pubblici: “Giallo sul debito pubblico. Il Tesoro abbassa la stima, ma per il Fmi sale al 137%, una partita da 80 miliardi. Dopo l’operazione di rivalutazione del Pil, il governo italiano lo ha portato al 131 per cento, ma i calcoli di Fondo monetario e altre importanti istituzioni economiche sono diversi. I tagli di spese che dovevano essere una decina di miliardi si sono ridotti nel Def a 4 miliardi. C’è un caso Cottarelli: non sono mai uscite le carte sulla spending review” (p. 8). E’ solo uscito Cottarelli.
4. IL CATERPILLAR DI PALAZZO CHIGI
Il giorno dopo la fiducia incassata al Senato, Renzie si dedica al Pd: “Le accuse del segretario sui dissidenti. Renzi: rispetto per la scelta di Tocci e per i bersaniani, ma da altri atteggiamenti inammissibili. L’ex leader Bersani: nessuno si aspetti da me la coltellata. In tanti chiedono sanzioni. Guerini: non li cacceremo” (Corriere, p. 6). Intanto Renzi non esclude la fiducia anche alla Camera. Su Repubblica, aria di vendetta: “Il premier vuole processare i tre dissidenti: ‘Non voglio precedenti’. Giachetti ha invocato l’espulsione dei senatori ribelli: ‘No all’anarchia’. Il processo di terrà la prossima settimana a palazzo Madama. ‘Il regolamento è chiaro’” (pp. 2-3). Per il Cetriolo Quotidiano, “Vietato disobbedire a Renzi: il Pd sarà una caserma” (p. 5).
La Stampa registra l’ennesimo annuncio di Pittibimbo, quello che non ha l’”annuncite”: “Renzi: ora semplifichiamo il Fisco” (p. 2). Il Giornale invece si dedica al centinaio di vip che ieri hanno comprato una pagina del Corriere per manifestare solidarietà a Pittibimbo e osserva: “Il nuovo salotto di Renzi finanzia i nemici del premier. Imprenditori, banchieri e manager comprano una pagina del ‘Corriere’ per manifestare sostegno: pagano 27mila euro al giornale che lo attacca” (p. 4).
5. QUIRINALE OFF LIMITS
I giudici di Palermo risparmiano un’inutile umiliazione alla Presidenza della Repubblica e decidono che i boss mafiosi non potranno assistere alla deposizione di Re Giorgio. Protesta shock di Sabina Guzzanti. “Il Colle non è un’aula di giustizia’. Niente boss all’udienza di Napolitano. Respinta anche la richiesta di Mancino. Sabina Guzzanti: solidarietà a Riina e Bagarella” (Corriere, p. 12).
Mastica amaro il Cetriolo Quotidiano: “Riina e Mancino giù dal Colle. Processo a rischio nullità. Il Tribunale di Palermo blinda la testimonianza di Napolitano: gli imputati non potranno essere presenti al Quirinale il 28 ottobre. Diritto alla difesa sacrificato sull’altare dell’immunità del capo dello Stato. Ora la spada di Damocle dei ricorsi” (p. 1). Il Giornale osserva: “No’ ai mafiosi al Quirinale. E nasce il partito Forza Riina. La Corte boccia i pm: anche il Colle ha l’immunità e Napolitano testimonierà a porte chiuse. La Guzzanti, regista del film sulla trattativa, delira su Twitter: solidale con i boss di Cosa nostra” (p. 12).
6. UN, DUE, TRE, GRILLINO
Oggi apre il raduno dei grillini al Circo Massimo ed è l’occasione per tastare il polso al movimento: “Grillo fa il test a Di Maio come delfino. Via al raduno del Circo Massimo. Il leader si prepara con il vicepresidente della Camera. ‘Lui mio successore? Per rovinargli la vita’. Gli attivisti romani: attenti al rischio contestazioni. Pressing di deputati e senatori per cambiare gli staff della comunicazione. Nel comizio di oggi il fondatore del movimento rilancerà la linea anti-Palazzo: ‘Stiamo più in piazza, non dobbiamo essere istituzionali” (Repubblica, p. 17). La Stampa fa notare che “attorno ai 177 gazebo c’è spazio solo per 15mila” (p. 6). Insomma, niente raduni oceanici.
Il Corriere analizza la situazione dei Cinque Stelle e scrive: “L’irrilevanza in Aula e la forza nei sondaggi. Radiografia dei 5 Stelle. D’Alimonte: ‘Anche se c’è Renzi, le ragioni del voto anti establishment permangono’. Beppe Grillo: ‘Perché scegliere il vicepresidente della Camera per il futuro? Per rovinargli la vita”. Walter Rizzetto: ‘Siamo nel caos, procediamo in ordine sparso” (p. 11).
7. ULTIME DA FARSA ITALIA
C’è l’austerity in Farsa Italia e si comincia dalle stanze. “Meno soldi e spazi. I traslochi forzati dei colonnelli azzurri. Così il partito di Berlusconi risparmia 20 mila euro. Ravetto e Bondi hanno lasciato l’ufficio. Fiori è passato da 4 locali a uno, Capezzone rischia” (Corriere, p. 9). Il Fatto si dedica a problemi più seri: “Il Job Act di B: la metà dei dipendenti a casa. Le casse di Forza Italia hanno un buco milionario: rischiano il posto altri 40 lavoratori a tempo indeterminato. Nel passaggio dal Pdl a Fi già tagliate 41 persone. L’ex Cavaliere pensa a una fondazione stile D’Alema” (p. 6). D’Alema che fa scuola è meraviglioso.
8. GIUSTIZIA A BABBO MORTO
Perse le commesse in India, e dopo 80 giorni di carcere preventivo, Giuseppe Orsi viene assolto per le presunte tangenti sugli elicotteri. Corriere: “Orsi assolto per le tangenti all’India. Il caso degli elicotteri, l’ex ad e Spagnolini condannati a 2 anni per frode fiscale. Cade l’accusa di corruzione internazionale: la Procura aveva chiesto 6 anni” (p. 13). Repubblica relega la notizia nelle pagine economiche: “Orsi, non ci fu corruzione internazionale. Caso Agusta-Finmeccanica, l’ex ad condannato a due anni solo per false fatturazioni per i 12 elicotteri in India. La società chiederà al governo di New Delhi di rivedere la decisione di bloccare l’appalto” (p. 35).
Il Messaggero intervista Orsi che dice: “Agusta torna nel mondo a testa alta. Io trascinato nel fango senza colpe. La tesi del pm era del tutto infondata. E’ stata la vendetta di Borgogni che avevo allontanato dall’azienda. L’inchiesta ha pesato sulla società: c’era in gioco un contratto importante da 560 milioni e tanti posti di lavoro” (p. 13). Il Giornale ricorda: “Fu il pm napoletano Woodcock ad avviare l’attacco al colosso” (p. 11).
9. IL GRANDE INCIUCIO TELEFONICO
Il Sole 24 Ore apre il dorso “Finanza & Mercati” con le ultime voci su Telecom-Mediaset: “Dossier Premium per Telecom-Mediaset. Il tandem governativo Lotti-Giacomelli attento agli sviluppi per la strategicità della rete di telecomunicazione. Spunta l’ipotesi del conferimento della pay-tv in cambio di una quota della compagnia di tlc. L’integrazione tra i contenuti e tlc sarebbe una riedizione dell’iniziativa Stream degli anni ’90: non coinvolto per ora il piano aziendale”. Un altro “addendum” del patto del Nazareno?
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