mercoledì 6 agosto 2014

Le coste italiane martoriate dal cemento. L’allarme del Wwf

Un dossier del Wwf dimostra l'aumento delle edificazioni lungo le aree costiere italiane negli ultimi 25 anni, quasi il 10% delle coste è stato alterato dalla presenza di infrastrutture pesanti.
cemento-coast-to-coast-7-600x300-Redazione- Le coste italiane in 25 anni sono state letteralmentedivorate dal cemento, per far spazio a villaggi, residence, centri commerciali, porti, autostrade, dighe e barriere che ne hanno alterato il profilo.
Una visione d'insieme, con fotografie satellitari tratte da Google Earth, è raccolta nell'ultimo dossier del Wwf : "Cemento coast-to coast: 25 anni di natura cancellata dalle più pregiate coste italiane"
Dei circa 8.000 chilometri di costa, da Nord a Sud, quasi il 10% è stato alterato dalla presenza di infrastrutture pesanti. Le più "martoriate" sono state le coste di Sicilia, Sardegna e soprattutto la costa adriatica"la più urbanizzata dell'intero bacino Mediterraneo" che rappresenta il 17% del litorale nazionale ma dove meno del 30% dell'area che affaccia sul mare è libero da costruzioni. Una vera e propria "trasformazione metropolitana" delle coste italiane.
Il Wwf segnala "312 macro attività umane che hanno sottratto suolo naturale lungo le nostre 'amate sponde' per far spuntare dal 1988 a oggi, strutture che hanno alterato il paesaggio facendo perdere biodiversità e patrimonio naturale".  Persino le aree costiere cosiddette protette non sono state risparmiate.
L'associazione ambientalista denuncia una "evidente carenza di programmazione" e che "non esiste un ‘custode’ unico ma la gestione è ‘condivisa’ a livelli diversi (Stato, Regioni, Enti locali) con una frammentazione di competenze".
La "ricetta" del Wwf è semplice: "garantire il rispetto delle normative e adottare politiche fiscali incentivanti sui comuni per la conservazione di ciò che resta ancora ‘libero’ da cemento lungo le coste" e poi una moratoria che blocchi nuove costruzioni e che l'associazione ambientalista chiede con forza a Governo, Regioni e Comuni. Infine il Wwf ritiene necessario estendere i vincoli paesaggistici di tutela dai 300 metri ai 1000 metri di battigia. 

http://www.articolotre.com/2014/08/le-coste-italiane-martoriate-dal-cemento-lallarme-del-wwf/

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