Loris Campetti
Domenica 20 maggio un incontro nazionale dei circoli del manifesto, con l'obiettivo di formulare una strategia "di community" per la sopravvivenza del giornale, possibilmente su basi più stabili.
Di chi è il manifesto? È difficile chiedersi
come si possa salvare questo nostro giornale dalle leggi del mercato
senza interrogarsi sulla sua ragione sociale, e politica: senza
chiedersi cioè a chi serve, se serve ancora, come dovrebbe cambiare per
vivere ed essere ancora di utilità collettiva. Quale manifesto sarebbe
possibile e necessario nell'era dei governi tecnici è una domanda la cui
risposta non può che essere cercata insieme a chi l'ha fatto vivere in
questi quarant'anni perigliosi e straordinari. Se il governo di questo
come di altri paesi è stato consegnato da una politica che ha abdicato
al suo ruolo alla troika europea, il manifesto non può compiere lo
stesso errore consegnandosi alla troika dei liquidatori nominati dal
governo che oggi ci mettono alle strette: così come siete, ci dicono
bruscamente, non potete andare avanti. La soluzione dobbiamo cercarla al
nostro interno, cioè insieme ai nostri lettori e sostenitori, innanzi
tutto insieme alle compagne e ai compagni che negli ultimi due anni
hanno animato i circoli degli amici del manifesto consentendoci di
raccontare a migliaia e migliaia di lettori reali e potenziali le nostre
difficoltà e di raccogliere umori, proposte, offerte generose,
critiche, incazzature e complimenti.
130, 140 assemblee in tre mesi in tutt'Italia ci
hanno fatto uscire dal nostro guscio, hanno fatto lievitare le vendite e
gli abbonamenti ma non ci hanno consentito di uscire dal guado. Per
vivere servono più copie vendute, per vendere più copie servono più idee
e non più fedeltà, che non arriva a comando con le mozioni degli
affetti. Persino le leggi di mercato, di un mercato diventato anche per
noi unico regolatore senza mediazioni della politica e della cultura, un
mercato per giunta taroccato, possono essere piegate con un progetto
politico-editoriale forte, capace di garantire un'indipendenza e un
senso, alla non più tenera età di 41 anni. Indipendente ma anche
sostenibile, politicamente ed economicamente.
Di tutte queste cose vogliamo discutere insieme ai compagni dei circoli. Anzi, sono loro che ce lo chiedono e, a ragione, lo pretendono. Ci chiedono se non si stia rischiando, volendo salvare tutti i 70 posti di lavoro, di condannare il manifesto alla chiusura. Si potrebbe rispondere utilizzando il racconto di come fu affrontata collettivamente la crisi della Einaudi, fatto su queste pagine da Francesco Ciafaloni: fu salvato lo Struzzo, una casa editrice che ha rappresentato una delle parti migliori della cultura italiana, e nessun lavoratore è stato abbandonato a se stesso. Amici sindacalisti che leggono e sostengono il manifesto ci invitano a cercare rapidamente un accordo con i liquidatori e il governo che li ha nominati, prima che la furia destruens dei professori cancelli il sistema di protezione garantito dagli ammortizzatori sociali.
I compagni del circolo di Bologna che da settimane fanno gli straordinari per riportare il giornale nei luoghi di lavoro, nel confronto politico, nelle scuole e nei mercati propongono di trasformare la riunione dei circoli emiliani prevista per domenica 20 maggio in una riunione nazionale dei circoli. Ci sembra un'ottima idea, la riproponiamo a tutte le strutture che stanno impegnandosi a sostegno del manifesto. Diteci la vostra, invadete il sito. Non abbiamo molto tempo a disposizione, cerchiamo tutti di utilizzarlo al meglio.
Di tutte queste cose vogliamo discutere insieme ai compagni dei circoli. Anzi, sono loro che ce lo chiedono e, a ragione, lo pretendono. Ci chiedono se non si stia rischiando, volendo salvare tutti i 70 posti di lavoro, di condannare il manifesto alla chiusura. Si potrebbe rispondere utilizzando il racconto di come fu affrontata collettivamente la crisi della Einaudi, fatto su queste pagine da Francesco Ciafaloni: fu salvato lo Struzzo, una casa editrice che ha rappresentato una delle parti migliori della cultura italiana, e nessun lavoratore è stato abbandonato a se stesso. Amici sindacalisti che leggono e sostengono il manifesto ci invitano a cercare rapidamente un accordo con i liquidatori e il governo che li ha nominati, prima che la furia destruens dei professori cancelli il sistema di protezione garantito dagli ammortizzatori sociali.
I compagni del circolo di Bologna che da settimane fanno gli straordinari per riportare il giornale nei luoghi di lavoro, nel confronto politico, nelle scuole e nei mercati propongono di trasformare la riunione dei circoli emiliani prevista per domenica 20 maggio in una riunione nazionale dei circoli. Ci sembra un'ottima idea, la riproponiamo a tutte le strutture che stanno impegnandosi a sostegno del manifesto. Diteci la vostra, invadete il sito. Non abbiamo molto tempo a disposizione, cerchiamo tutti di utilizzarlo al meglio.
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