lunedì 9 giugno 2025

Viviamo nel paese degli orrori

 


Tutto secondo copione. E pure peggio. 


Il Referendum non ha superato il quorum. Non c’è andato neanche lontanamente vicino. 

Non arriverà neanche al 30% dei votanti.


Ha vinto chi ha fatto di tutto per boicottare, silenziare, censurare, delegittimare e infine far fallire il Referendum, in un Paese in cui è passato un Referendum negli ultimi trent’anni.


Beh, ce l’avete fatta. Ci siete riusciti. 


Inutile girarci intorno. 

Hanno vinto loro. E noi abbiamo perso.


Quello che hanno appena restituito le urne è la fotografia impietosa di un Paese indifferente, impigrito, narcotizzato da un Servizio pubblico indegno di questo nome.

Un Paese in cui milioni di italiani si lamentano della “politica” (come se ne esistesse una sola), si lagnano contro la “casta”, i privilegi, contro chi cancella i diritti sociali e umilia le persone.


E poi, quando è il momento di andare a votare, di prendere in mano una fott*** matita e opporsi, stanno a casa, vanno al mare, addirittura ridicolizzano chi fa il proprio dovere, senza neanche rendersi conto che gli unici ad essere veramente ridicolizzati e sconfitti oggi sono quelli che sono stati a casa. A prescindere dal risultato.


Un Paese in cui va a votare meno del 30% degli aventi diritto su temi come i diritti del lavoro e la cittadinanza è un paese in macerie politiche e culturali.

 

E a ridurlo così hanno contribuito quelli che hanno fatto di tutto per farlo fallire, assieme agli innegabili errori strategici di chi, tra mille difficoltà, lo ha spinto e promosso.


Lo dico senza mezzi termini.

Chi ieri e oggi non si è neanche degnato di informarsi, di recarsi alle urne per esprimere il proprio pensiero, adesso abbia almeno la decenza di tacere. 


Noi continueremo la nostra battaglia. Che, molto prima che politica, ormai è chiarissimo, è una battaglia culturale.


Ed è una battaglia enorme.

Lorenzo Tosa 

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