lunedì 9 giugno 2025

Saviano contro gli ndranghetisti d'Italia

 


Roberto Saviano ha appena dato una risposta durissima (e sacrosanta) al vergognoso attacco di Fratelli d’Italia nei suoi confronti.


Ed è una risposta che merita di essere letta tutta perché non parla solo di Saviano. Parla di democrazia. Parla di violenza istituzionale. Parla di tutti noi.


“Disgusto. Fratelli d’Italia non è un partito ma una banda.

Questo post è uno schi**.

Ricordare l’impegno di Giovanni Falcone in questo modo? Dicendo: “Loro sono morti e quindi eroi, lui è vivo e quindi un mentitore”?

Questa è mentalità mafiosa.


Chi racconta il potere criminale, per loro “specula”? Questa è omertà.

Vogliono il silenzio e lo mascherano, millantando che chi racconta il male diffonde il male.

Ci cascano? Sì.

È facile: la colpa è della musica trap, della violenza nelle serie.

E non dell’estrema disoccupazione, dell’assenza di formazione?


In quale democrazia un partito può commemorare bersagliando?

Ma lo ripeto: Fratelli d’Italia non è un partito. È una banda.

E come una banda agisce: bersaglia, insinua, intimidisce.


Fratelli d’Italia ha da anni problemi gravi con il crimine organizzato, dal Piemonte alla Sicilia, da Anzio a Piacenza.

Dimenticano Giuseppe Caruso, esponente del partito, condannato in primo grado a 20 anni e poi a 12 in Cassazione come membro della ’ndrangheta.

Referente del clan Grande Aracri, era il politico di Fratelli d’Italia che si occupava – per conto delle ’ndrine – di ottenere finanziamenti europei per le loro imprese agricole.

E poi c’è Giovanni Acri, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Brescia, arrestato nel 2024 dall’Antimafia.

L’accusa? Era a disposizione della famiglia di ’ndrangheta dei Tripodi.

Ricuciva affiliati feriti durante conflitti a fuoco.

Obietteranno: “Figure locali.”

Ma sono proprio attraverso le figure locali mafiose che, da sempre, molti partiti (non tutti, ma molti) governano il consenso e controllano territorio e risorse.


Va raccontato anche questo: Acri si dimise per far entrare in consiglio comunale un uomo vicino a Carlo Fidanza.

In cambio, Fidanza assunse il figlio del medico accusato dall’Antimafia di Milano di essere un ’ndranghetista.

Fidanza – attualmente capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo – ha patteggiato una condanna per corruzione per quell’assunzione.


Fratelli d’Italia non è un partito con scelte antimafiose.

Solo retorica e facili commemorazioni.


È una banda.

Amica degli amici.

E come una banda si muove”.


Sottoscrivo ogni parola. Le sottoscriviamo in milioni. E, se volete colpire lui, dovete colpirci tutti.

Lorenzo Tosa 

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