venerdì 12 luglio 2013

Valentina 2

Poi quasi volendoLa difenderLa dal freddo, Lei aveva uno scialle sui capelli, Lui Le sfiorò il volto, ma le dita corsero come in una sonata di List sulle labbra diritte e tagliate, eppure con quella modestia della Madonna di Antonella da Messina, il respiro di un evento inatteso, magico e di rara intensità.
E, osando, si direbbe con la violenza della sessualità, la baciò premendo le sue labbra per sentire l'intensità del freddo, della nebbia, il sapore di un vissuto.
Vi sono momenti nella vita nei quali l'attimo è un estrapolare dalla eternità, un ritrovare la magia di essere venuti al mondo, un essere usciti dal ventre della madre senza più ricordo, eppure un esistere.
Allora Valentina sorrise comprendendo la dolcezza e meraviglia di far rivivere ad uomo la sua natalità.

Sembrò che la piazza del duomo si accendesse nelle luci di un concerto: ma non il mi bemolle della forza di Beethoven o il pallido e riflessivo sol, ma il la della malinconia, della decadenza di Wagner o della riflessione di un mondo che si chiude nella lotta tra apollineo e dionisiaco del filosofo con in baffoni: quando l'occidente ha chiuso il suo ciclo storico, e quando saranno altre note a dare impulso alla vita.


Paolo Luceri

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