venerdì 12 luglio 2013

Pd: 70 senatori, 'Basta autogol, scatto d'orgoglio'

'Dobbiamo spiegare meglio le nostre scelte'


 Matteo Renzi e Guglielmo Epifani (foto archivio) 

 Epifani

 Matteo Renzi


 Massimo D'Alema

 Guglielmo Epifani

 Renzi durante il suo intervento alla Repubblica delle idee a Firenze

 

 Matteo Renzi

 Letta e Renzi

 Stefano Fassina

 Pier Luigi Bersani

 Pier Luigi Bersani alla direzione del Pd


 Bersani

 Matteo Renzi e Massimo D'Alema

 Marini e Bersani

 Vendola

 Rodota'

 D'Alema, Amato, Marini

 Grillo

 Giorgio Napolitano

ROMA - Il Pd deve spiegare meglio all'esterno le proprie scelte. E' quanto chiedono con forza 70 senatori 'democrat' in una nota congiunta. "La distanza tra quanto comunicato in queste ore e ciò che davvero è accaduto e sta accadendo nelle Aule parlamentari - scrivono - è davvero paradossale".
La nota è stata firmata da 70 senatori tra cui Francesco Russo, Valeria Fedeli, Claudio Martini, Rita Ghedini, Giorgio Tonini, Francesco Verducci, Miguel Gotor, Stefano Collina, Paolo Corsini, Vannino Chiti, Camilla Fabbri, Paolo Guerrieri, Stefano Esposito, Giorgio Santini, Angelica Saggese, Giancarlo Sangalli, Francesca Puglisi e Rosanna Filippin.
'Basta autogol' - "La distanza tra quanto comunicato in queste ore e ciò che davvero è accaduto è davvero paradossale". E' quanto affermano in una nota una settantina di senatori del Pd che chiedono al partito uno "scatto d'orgoglio" e di porre fine agli "autogol". "Appare in gran parte incomprensibile - sottolineano - l'occasione che sta perdendo il Pd di spiegare e valorizzare le scelte, certo faticose e non facili, dei suoi parlamentari". "Siamo concordi - si legge ancora - nel giudizio critico sugli eventi di ieri, la drammatizzazione di vicende giudiziarie del leader di un partito, il Pdl, con toni e modalità che nessuno di noi ha condiviso. Piacerebbe, però, vedere uno scatto d'orgoglio da parte del Pd e che fossero comunicate meglio le nostre buone ragioni al Paese. A cominciare dalla fatica e dalla responsabilità nel sostenere un Governo chiamato a realizzare riforme a fronte di una crisi gravissima". "Sapevamo - viene sottolineato - che non stavamo creando un governo di larghe intese con Merkel o Cameron, ma le condizioni di urgenza cui ci richiamava qualche settimana fa il presidente Napolitano non sono cambiate. E' demagogico invocare il ritorno alle urne quando tutti sappiamo che il porcellum ci restituirebbe un parlamento altrettanto frammentato e ingovernabile". "Non sosterremmo un minuto di più questa maggioranza se non pensassimo che possa produrre in tempi certi le scelte di cui il Paese ha bisogno - concludono i senatori - Ma oggi rivendichiamo che questa è la miglior scelta che si possa fare date le circostanze".
(ANSA)


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