Trattativa Stato-mafia, Mancino: non posso stare a processo con i boss
L'ex ministro: 'Sempre combattuto Cosa Nostra. Chiederemo uno stralcio'. Udienza al via
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''Io ho sempre combattuto la mafia, non posso stare nello stesso processo in cui c'e' la mafia. Chiederemo uno stralcio''. Lo ha detto l'ex ministro Nicola Mancino, prima dell'inizio dell'udienza sulla trattativa Stato-mafia, che prendera' il via questa mattina a Palermo, in cui l'ex politico e' imputato di falsa testimonianza. ''Ho fiducia e speranza - ha aggiunto - che venga fatta giustizia e che io possa uscire al piu' presto dal processo''.
''Non ho paura''. Ha risposto cosi' Nicola Mancino ai cronisti che gli chiedevano se teme le nuove contestazioni preannunciate dai pubblici ministeri nei suoi confronti alla prima udienza del processo che lo vede imputato per falsa testimonianza. ''Prima voglio sentire, poi commentero''', ha aggiunto.
Al grido di 'Fuori la mafia dallo Stato' e 'Vergogna' il popolo delle Agende Rosse ha contestato l'ex ministro Nicola Mancino, che stava lasciando l'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, al termine dell'udienza del processo sulla trattativa Stato-mafia. I manifestanti hanno partecipato all'udienza e hanno atteso l'uscita dell'ex politico sollevando le loro agende rosse, divenute simbolo delle verita' ancora da accertare sulle stragi mafiose.
"Qualora si dovessero accertare elementi di colpevolezza dello Stato, lo Stato non potrebbe nascondere eventuali responsabilità sotto al tappeto". Lo ha detto il pm Nino Di Matteo, pubblica accusa al processo.
Sia i pm che i difensori degli imputati del processo Stato-Mafia, che si e' aperto oggi davanti nell'aula bunker del carcere ''Pagliarelli'' di Palermo, hanno chiesto un termine per interloquire sulle nuove richieste di costituzione di parte civile presentate oggi. La corte d'assise ha rinviato il processo al 31 maggio.
Gli imputati sono 10: ex politici come Marcello Dell'Utri e Nicola Mancino, ex ufficiali dell'Arma, come il generale Antonio Subranni, il pentito Giovanni Brusca, Massimo Ciancimino. Sono tutti accusati di violenza o minaccia a corpo politico dello Stato, tranne Mancino, che risponde di falsa testimonianza, e Ciancimino, imputato di concorso in associazione mafiosa e calunnia all'ex capo della polizia, Gianni De Gennaro. Il processo si svolge davanti alla corte d'assise, presieduta da Alfredo Montalto. Per la procura è presente il capo dei pm palermitani, Francesco Messineo, l'aggiunto Vittorio Teresi e i pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.
''Sono testimone, non posso che dichiarare al processo quello che so''. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento a quanto sta accadendo a Palermo con l'apertura del processo sulla trattativa Stato-mafia. Grasso oggi e' a Firenze per le commemorazioni del 20/o anniversario della strage di via dei Georgofili.
Il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, oggi e' a Palermo per l'apertura del processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. ''Siamo l'unico partito che si e' costituito parte civile - afferma Ferrero - e sono qui a testimoniare la nostra volonta' di verita' e giustizia e la nostra fedelta' alle battaglie di Pio la Torre e Peppino Impastato e tanti altri e altre uccisi dalla mafia''.
Il Comune e la Provincia di Firenze e la Regione Toscana hanno chiesto di costituirsi parte civile al processo sulla trattativa Stato-mafia cominciato oggi davanti alla corte d'assise di Palermo. Alle dieci parti civili gia' ammesse potrebbero aggiungersi quindi altri soggetti processuali se i giudici accogliessero le istanze. Stessa richiesta e' stata fatta dai familiari dell'eurodeputato Salvo Lima, ucciso dalla mafia nel 1992, dal comitato Addiopizzo, l'associazione dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili, l'associazione Carlo Catena, l'associazione antiracket Libere Terre, l'associazione nazionale Testimoni di Giustizia, Libera, l'associazione antimafia Riferimenti, l'associazione nazionale Giuristi Democratici e il Comune di Campofelice di Roccella.
(ANSA)
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