martedì 28 maggio 2013

Emilio Riva ricorre contro sequestro di 1,2 mld

Presentato ricorso a Riesame anche da altri due indagati


  Panoramica dello stabilimento Ilva di Taranto


Emilio Riva, uno dei fondatori dell'Ilva di Taranto, ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro il sequestro da parte della magistratura milanese di 1,2 miliardi di euro che, secondo l'accusa, sarebbero stati sottratti dalle casse dell'azienda, portati all'estero e fatti rientrare con lo scudo fiscale. Ricorso al Riesame anche da parte di altri due indagati. Lo scorso 22 maggio, il gip di Milano, Fabrizio D'Arcangelo, su richiesta del procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco e dei pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, ha disposto il sequestro di 1,2 miliardi di euro: soldi sottratti, secondo l'accusa, alle casse dell'Ilva, nascosti in paradisi fiscali (in 8 trust a Jersey) e poi rientrati in Italia attraverso lo scudo fiscale nel 2009, anziché essere investiti per la bonifica e lo sviluppo del più grande stabilimento siderurgico europeo. Ai 'vecchi' della famiglia proprietaria dell'Ilva, Adriano ed Emilio Riva - quest'ultimo agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta tarantina - viene contestato dai magistrati milanesi il reato di truffa ai danni dello Stato e quello di trasferimento fittizio di beni. Due commercialisti milanesi, invece, Franco Pozzi e Emilio Ettore Gnech, sono indagati per riciclaggio e anche loro hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame. Ora i giudici dovranno fissare un'udienza per discutere l' istanza di dissequestro presentata dalle difese

(ANSA)

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