lunedì 31 marzo 2025

Gli imbecilli che piaciono a Zuckerberg

 


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Enrico Fermi

 


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Gli ideali della destra

 


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Salvini vattene in Russia da Putin!

 


Matteo Salvini parla di “dichiarazione di guerra” perché in Francia Marine Le Pen è stata condannata per appropriazione indebita di fondi pubblici europei. 


Milioni usati per pagare collaboratori del suo partito in Francia invece che per lavorare in Europa, come previsto dalla legge.


E il problema, secondo lui, non è chi ha, di fatto, rubato fondi dei cittadini. È chi l’ha condannata.


Si vede che per Salvini la democrazia è buona solo quando gli procura la poltrona. Quando condanna chi ruba, invece, diventa “una guerra”.


Forse non sa che c’è una cosa che si chiama Stato di diritto: significa che la legge vale per tutti. Non solo per i poveracci, anche per i leader di partito. Anche per i suoi amici. 


È il confine che separa gli Stati civilizzati da quei Paesi come la Russia che lui tanto ama.

Abolizione del suffragio universale 

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Gli Steiner Brothers

 


Quando arrivarono sugli schermi di Tele+2 al loro debutto in WWE  nel 1993, non molti erano al corrente del glorioso passato degli Steiner Brothers, Rick e Scott, rispettivamente padre e zio dell'attuale campione Intercontinentale Bron Brekker.


Eppure, per chi era assiduo lettore delle uniche due riviste italiane dedicate al wrestling che uscivano più o meno regolarmente nelle edicole del paese, ovvero "Wrestling Magazine" e "Wrestling All Stars - Eroi e Villani" , i due erano già abbastanza famosi.


Con la loro blusa da lottatori di wrestling universitario dello stato del Michigan, Rick e Scott avevano già collezionato numerosi titoli in NWA/WCW, e furono tra i pochi dell'epoca i quali, passando alla rivale WWF, mantennero il loro "nome" che utilizzavano lottando ad Atlanta.


Rick e Scott divennero subito beniamini del pubblico e si misero quasi immediatamente in contrasto con la "bloodline" di allora, gli Headshrinkers (Rikishi  e Samu) ed il gigantesco Yokozuna.


Infine, raggiunsero l'olimpo battendo i Money Inc. (Ted DiBiase the "Million Dollar Man"  e IRS) e conquistando il titolo di coppia. La loro, però, fu una carriera veloce. Già due anni dopo lasciarono la WWF, e dopo un brevissimo passaggio nella estrema ECW, tornarono a combattere in pianta stabile, sia in tag che in singolo, nella loro vera casa: la WCW.


#steinerbrothers #ricksteiner #scottsteiner #bigpoppapump #wcw #nwa #wwf #wwe #yokozuna #90swrestling #wrestling #maestrozamo

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Giusto gli utenti di Facebook possono credere alle stronzate di Putin

 


Al lupo! Minaccia la tedesca cotonata e trapiantata a Bruxelles. Al lupo! Fa eco e coro la servitù che tiene famiglia. Al lupo! Grida la Meloni che però aggiunge: «Armiamoci e partite. Noi soccorriamo dopo!» 🥺

C’è un italiano che abbia potuto sapere cosa pensa Putin di questo abbaiare alla luna? No. Proibito parlare con il ‘cattivo’ della guerra, mentre quello ‘buono’, scemo e strafatto, gira illeso in tutti nostri studi televisivi. 😠

In Croazia – per un principio di trasparenza che noi abbiamo perso da tre anni almeno - sul Canale 4 hanno dato tribuna a Vladimir Putin che si è potuto rivolgere agli italiani. Vede, sig. Matterella, la Croazia ci ha dato lezioni di diritto e di democrazia. 👏

Allora ascoltiamo Putin, vista l’occasione più unica che rara. 

*****

«Noi non vogliamo materie prime e ricchezza europee, abbiamo le nostre materie prime e ricchezza, non abbiamo assolutamente bisogno delle vostre. Siamo il Paese più ricco al mondo in termini di materie prime. Perché pensate che la Russia sia nemica dell'Europa? Che danno vi ha fatto la Russia? Non vogliamo il vostro territorio. Guardate quanto è grande la Russia sulla mappa. La Russia è grande il doppio dell'intera Europa. A cosa ci servirebbe la vostra terra, che ne faremmo? 

Vi abbiamo venduto gas e materie prime a prezzi inferiori a quelli a cui i vostri ‘amici’ vi stanno vendendo attualmente? Sì.

La Russia ha sacrificato 20 milioni di persone nella 2a guerra mondiale per sbarazzarsi dei nazisti? Sì.

La Russia è stata il primo Paese ad aiutarvi durante la pandemia di Covid? Sì. Il nostro vaccino è stato dichiarato illegale dalla presidente della UE ammanicata con gli americani.

Abbiamo aiutato l'Europa quando ci sono stati incendi e disastri naturali? Sì

Allora cosa vi ha fatto la Russia che la odiate così tanto? 

Guardate che la Russia non è il vostro nemico; i veri nemici sono i vostri leader, coloro che vi guidano!»

*****

👏👏 Ecco: buon pranzo.

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Gemma sei unica!❤️❤️❤️

 


Koko B. Were

 


Nel 2005 presenziai come manager della lottatrice tedesca/croata Wesna Busic ad un paio di show della ICW tra Pescara e Porto San Giorgio.


In quella occasione ebbi modo di conoscere e scambiare quattro chiacchiere con un wrestler canadese,  Joe E Legend  (forse qualcuno di voi se lo ricorda in TNA Wrestling ). Joe era sconvolto che all'epoca, in Italia, i lottatori più famosi erano Hulk Hogan ,  Ultimate Warrior .. e The Birdman Koko B Ware . Non si capacitava come "The Birdman" fosse così conosciuto e amato da noi, tanto che nello "street fight" di quella sera, dopo aver gentilmente massacrato il nostro Fabio Ferrari Wrestling  contro una pensilina in plexiglass, mosse le braccia per imitare l'amico di Koko, Frankie.


L'uomo pappagallo, osannato anche da Dan Peterson  nelle sue telecronache di "Superstars of Wrestling", è sempre stato amato dal popolo italico, visto come un bravo ragazzo, un buono a tutto tondo, amico dei bambini e delle loro famiglie.


Amico e buono... bastava solo non farlo arrabbiare.


Parliamo di Jim Troy. Vi dice nulla questo nome?


Effettivamente, se non siete proprio dei topi da biblioteca come il sottoscritto, il suo nome vi dirà poco. Troy era un ex-giocatore di hockey, anche abbastanza famoso, fino al 1978, anno in cui un infortunio alla mano lo allontanerà dal dischetto. Agli inizi degli anni 80 conobbe Vince McMahon, interessato ad espandere le sue vedute nel mondo appunto dell'hockey.


Dopo aver acquistato il Cape Cod Coliseum McMahon mise a capo dei "Bucanieri", la squadra di casa, proprio Troy in qualità di coach. Fu uno di quei classici esperimenti però andati male, e quando nel 1982 la società fu dichiarata fallita, McMahon volle tenersi Troy accanto a sé, in qualità di vice presidente senior della Titan Sports, la società a capo dell'allora WWF. Non solo, a detta di molti Troy divenne uno dei più fidati collaboratori del boss della federazione di wrestling più famosa del pianeta.


Nel 1983 fu accanto a McMahon nell'acquisizione della società dal padre, e fu tra coloro che spinsero in positivo il negoziato con USA network e per la diffusione degli show di wrestling in pay per view (una novità all'epoca). Insomma, non era certo uno qualunque.


Dopo anni a bordo della compagnia, una maledetta sera del 1989, durante un tour europeo della WWF (chissà perché nel vecchio continente la compagnia di Vince e soci incappava sempre in qualche guaio, uno su tutti il famoso "plane ride to hell"), successe un fatto che avrebbe cambiato per sempre lo status quo della società.


Una sera in un pub, ambedue molto probabilmente un pò alticci, Shawn Michaels  e Jim Troy si trovarono a litigare su una questione incresciosa: se i wrestler fossero veri duri o solo delle mezze calzette che fanno per finta. Troy se ne stava là, pavoneggiandosi di essere un vero atleta per il suo passato da giocatore di hockey e prendeva in giro i wrestler dicendo loro che Vince lo pagava bei dollaroni per fare loro da balia.


Sfortuna volle che al pianobar si trovasse un cantante d'eccezione: Koko B.Ware. Koko era famoso per avere una voce graffiante, da soul man (infatti la sua "Piledriver" fu la canzone di lancio di uno dei primi dischi musicali della WWE ) e si trovava lì in veste speciale... e quelle parole non gli andarono a genio. Non solo, in preda ai fumi dell'alcol, Troy se ne uscì con la parola con la "N" per chiamare l'uomo pappagallo.


I due cominciarono a discutere animatamente, ma una volta usciti dal pub sembrava che le cose fossero tornate al loro posto.


Appunto. Sembrava.


Arrivato nella hall dell'albergo in cui alloggiavano sia i lottatori che la troupe della WWF, Troy si trovò di fronte proprio Koko, che aveva preso un taxi per arrivare prima ed aspettarlo in assetto di guerra. La prima cosa che fece fu atterrare Troy con un pugno in pieno volto.


I due cominciarono a lottare violentemente, fracassando la vetrina del negozio di articoli da regalo dell'hotel. Alle 5 del mattino Bret "Hitman" Hart, in camera a riposare, scese per vedere cos'era quella catastrofe di vetri rotti e urla impazzite.


Quello che trovò sembrava più l'anticamera di una macelleria invece che la lobby di un albergo: vetri ovunque, Troy con un volto gonfio come una zampogna, schizzi di sangue dappertutto, Koko con una mano aperta nel mezzo da una bottiglia di birra frantumata. Nel frattempo, alcuni poliziotti in assetto da antisommossa erano entrati a cercare di placare la situazione.


Tutto questo poteva forse peggiorare? Lasciate perdere... la risposta è si.


Irritato dal rumore e dal fatto che la linea telefonica andava e veniva proprio mentre era in procinto di telefonare al padre gravemente malato, Marty Jannetty  irruppe in quel pandemonio. Esatto, lo stesso Marty Jannetty che era solito fare party tutte le sere ed attaccare briga con chiunque.


Jannetty chiese subito la chiave della camera di Troy (non si capisce bene per fare cosa) al ragazzo della reception, che ovviamente se ne guardò bene di consegnargliela. Per tutta risposta, il Rocker sferrò un gancio al malcapitato mandandolo KO e decise di entrare nella camera a modo suo... ovvero sfondando la porta a calci.


Fortunatamente Troy se ne era andato, la camera era vuota e la guerra in poco tempo si sedò.


Il giorno dopo, un McMahon su tutte le furie licenziò in tronco Koko B.Ware, disperato al telefono per aver perso il proprio posto di lavoro. 6 settimane dopo, comunque, fu Hulk Hogan a rimetterlo in carreggiata, consigliando a Vince di rimetterlo sotto contratto in quanto vera e propria gallina dalle uova d'oro in termini di popolarità.


Ma la cosa più sorprendente fu la decisa presa di posizione di McMahon, che dopo anni di fidata collaborazione licenziò il suo braccio destro Jim Troy di punto in bianco. La figura che aveva fatto in Belgio era stata troppo brutta e l'immagine dell'azienda rischiava davvero di subirne le conseguenze.


Troy non tornerà più nel wrestling, si butterà nel mondo del pugilato e non parlerà più di questa faccenda. Koko B.Ware rimarrà relegato in ruoli minori, spesso quasi da jobber, ed avrà  

come ultimo riscatto la sua introduzione nella hall of fame nel 2009.


Insomma, simpatico, carino e coccoloso... ma non fatelo arrabbiare!


Il Vostro Sempre (poco) Umile Maestro Zamo 


#KokoBWare #80swrestling #anni80 #DanPeterson #superstarsofwrestling #wrestling #wwe #maestrozamo

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Legion of Doom

 


Quando arrivarono alla WWE i Road Warriors, Hawk e Animal, era già famosi nel panorama del wrestling non solo statunitense ma mondiale, avendo collezionato cinture su cinture di coppia in molteplici territori, tanto che persino Vince McMahon cercò di "copiarli" acquisendo dalla rivale NWA i loro cloni più famosi, i Powers of Pain (Warlord e Barbarian) e costruendo ad arte un tag team molto simile, i Demolition (Ax, Smash e successivamente Crush), anche se quest'ultimo, come sappiamo, vivrà poi di vita propria, con una straordinaria longevità nei cuori degli appassionati.


Eppure, quando finalmente Vince riuscì nell'impresa di metterli sotto contratto nel 1990 decise loro di cambiare nome, rinominandoli "Legion of Doom". Ma perché?


È presto detto. In WWE il termine "Warrior" era legittimato da un solo ed unico wrestler: James Hellwig, ovvero The Ultimate Warrior. Inserire il termine "warrior" nel nome di altri lottatori, a detta del capo della World Wrestling Federation, poteva suscitare qualche confusione nel bambino o ragazzino medio che seguiva i programmi WWF e non aveva la minima idea che fuori esisteva un mondo fatto da altre promotion, altri lottatori ed altre storie.


Stessa sorte toccò a "The Modern Day Warrior", ovvero Kerry Von Erich, l'unico che sia riuscito a mettere piede (beh... forse questa suona male, ma non era voluto!) nella WWF, dove venne ribattezzato "Texas Tornado".


Ma mentre i primi, nonostante l'assenza dello storico manager Paul Ellering (che tornerà brevemente con loro nel 1992), riuscirono comunque grazie al loro carisma ed alla straordinaria alchimia, che vedeva il più fisicato e muscolare Hawk interagire perfettamente con il mastodontico e brutale Animal, riuscendo in pochissimo tempo a battere gli odiati Nasty Boys a SummerSlam 1991 e conquistare le cinture di coppia, per Von Erich fu molto differente.


Texas Tornado, dopo un inizio fulminante che lo vide battere l'allora imbattuto Mr.Perfect Curt Hennig per la cintura Intercontinentale, pian piano calò enormemente di popolarità, non riuscendo ad inserirsi appieno in quel modo di fare più spettacolare e "cartoonesco" della WWF di allora, considerando che proveniva dalla texana WCCW di proprietà del padre, ancora molto legata ad un wrestling più classico e tradizionale. Questo ed altri grossi problemi personali lo faranno cadere in un turbine di depressione che lo porterà alla drammatica scelta di togliersi la vita nel giardino di casa sua.


I Road Warriors continueranno ad essere riconosciuti con il nome "Legion of Doom" ogni qualvolta riappariranno nella federazione di McMahon, senza cambiare molto il loro status di assoluti beniamini del pubblico e dei bambini, che come dimostra l'immagine sopra amavano vestirsi con i loro classici coprispalle pieno di irti spunzoni (ovviamente per loro di plastica!)


#roadwarriors #legionofdoom #hawk #animal #ultimatewarrior #texastornado #kerryvonerich #90swrestling #anni90 #giocattoli #wrestlingtoys #wrestling #wwf #wwe #maestrozamo

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Adrian Adonis

 


Prima dell'avvento della nuova generazione di lottatori di wrestling, gli atleti impegnati sul quadrato non erano "superstars" o idoli delle ragazzine per poster da affiggere nei muri delle camerette.


Erano dei fottutissimi personaggi pericolosi, persone che vedevi volentieri menarsi sul quadrato ma che da solo, nel buio di un vicolo lontano da casa tua, avresti preferito non incontrare o peggio ancora con cui intavolare una discussione.


Tra i più "duri" di quel periodo c'era Adrian Adonis, un wrestler sicuramente non dal fisico cesellato ma che incarnava gli ideali dell'epoca del biker violento e disposto a tutto pur di vincere: sia negli Stati Uniti che in Giappone la sua fama di incredibile performer era arrivata alle orecchie di ogni appassionato della disciplina, che vedeva di buon gusto questo "brawler" picchiare il proprio avversario sul quadrato.


Poi arrivò la "rock 'n' wrestling connection", la Hulkamania, i rampanti anni 80, MTV e tutto il carico di giocosità che portò la famiglia media americana ad intrattenersi piacevolmente con gli spettacoli di wrestling targati WWF, la federazione dove Adonis militava.


Compreso che il personaggio del biker cazzuto non si sposava bene con questa nuova filosofia, grazie anche alla mente creativa di Vince McMahon, transitò nella sua nuova gimmick, che era l'esatto opposto di quella precedente: un ragazzone gay (nel senso più becero della rappresentazione, ma eravamo negli anni 80 ed il politicamente corretto ne doveva fare di strada!), con tanto di trucco appariscente sul volto ed una insana passione per i fiori, in un tripudio di stereotipi che oggi farebbero venire l'orticaria a molti.


Lo stesso Adonis non amava la gimmick, ma obtorto collo capì che solo in quel modo poteva andare avanti. Sul ring, però, le cose non erano cambiate, anzi. Il suo atteggiamento, probabilmente unito alla frustrazione di un ruolo che poco si confaceva ad uno come lui, spesso da vero e proprio bullo si prendeva delle libertà con i nuovi ragazzi che gli mandavano contro.


Ad esempio, portava pugni e calci ad effetto, facendo seriamente molto male al malcapitato avversario, li trattava male con parole non adeguate e - cosa allucinante - non rispettava le più elementari norme di igiene, costringendo i propri colleghi ad essere sottoposti a mani e braccia lorde, forti odori nauseabondi ed altre piacevolezze di questo genere.


Tutto questo ebbe drammaticamente fine una sera del 1986 nella città di Flint, Michigan.


Già da tempo, alla WWF, si era fatto vedere un ragazzone molto alto, anche di bell'aspetto, proveniente dalla zona di Tampa, che rispondeva al nome di Dan Spivey.


Spivey era solito essere uno dei quei ragazzi che, fuori dal quadrato, preferiva starsene per le sue, taciturno ed amabile con i colleghi, ma nascondeva dentro di sé un passato di uomo violento, ex-buttafuori ed ex-braccio destro di strozzini, che si servivano del suo fisico atletico e della sua innata capacità di convinzione a suon di pugni per riscuotere vecchi debiti.


Per Adonis, Spivey però non faceva eccezione: durante i suoi giorni a New York, il giovane wrestler fu messo in match contro il veterano "Adorable" Adrian che se ne approfittava, rifilandogli duri colpi e prendendolo in giro continuamente. Quella sera a Flint i due non dovevano scontrarsi ma un cambiamento dell'ultimo minuto li vide costretti a condividere il terreno di battaglia ancora una volta.


"Basta che si comporti bene stavolta, perché altrimenti sarà l'ultima" - sembra avesse detto Spivey all'agente Pat Patterson, latore per conto di McMahon della decisione di disputare il match tra i due.


All'inizio tutto sembrò filare liscio come l'olio, fin quando Adonis non decise di applicare una "sleeper hold", una mossa per far apparentemente addormentare l'avversario, su Spivey.


Solo che stavolta non lo fece in maniera predeterminata, ma applicando il massimo della forza sul collo e la testa del ragazzone da Tampa. Quasi allo stremo ed in procinto di perdere veramente i sensi, Spivey riuscì a toccare le corde, costringendo l'avversario, come da copione, a lasciare la presa.


Ma era troppo ormai.


Ripresosi dalla dolorosa stretta, Spivey si alzò e rifilò un pugno da KO ad Adonis, che finì a terra. L'arbitro, interdetto, informò a Spivey che quella mossa non era nel copione e che quello non poteva essere l'esito dell'incontro. Mandandolo a quel paese, Dan uscì dal ring e si diresse negli spogliatoi, visibilmente irritato e costringendo l'arbitro a chiamare la squalifica.


Ma per Adonis, ripresosi dal tremendo colpo, quella fu giudicata come una forte di mancanza di rispetto verso un veterano e raggiunse di corsa il backstage pronto a chiarirsi con il giovane avversario.


Dopo alcune forti parole volate nel backstage, Adonis tentò di attaccare Spivey e di buttarlo a terra.


Esatto. Tentò.


Perché Spivey, accortosi della mossa del suo nemico, diede lui un colpo al volto talmente forte da spaccargli la guancia e fargli uscire un pezzo di osso della mascella dal volto, visibilmente esposto a tutti i terrorizzati colleghi che assistettero alla scena, come Hillbilly Jim, B. Brian Blair e Honky Tonk Man.


Ma Spivey non si fermava. Ogni qualvolta Adonis tentava di rialzarsi, una nuova scarica di botte riempiva il volto e le pareti intorno ad Adonis del suo stesso sangue, come in una scena finale di un film del terrore.


Pat Patterson corse immediatamente a fermare il massacro ed i due furono fatti separare. Per Adonis fu un punto di non ritorno: si era fatto picchiare in maniera brutale da un wrestler molto più giovane e meno esperto di lui, e questa onta unita al dolore sia interiore che esteriore che si portava dietro, fu alla base dell'uso di farmaci smodato, che ne compromise per sempre la carriera.


Spivey non sarà mai un grande nome nel mondo del wrestling, e poco dopo quei fatti lascerà la WWF, per poi tornarci nel 1995 con un nuovo personaggio, Waylon Mercy, ispirato al pazzo antagonista del film "Cape Fear" con Robert DeNiro.


Adonis per molto tempo continuò nelle sue brutte abitudini, diventando anche molto obeso, fin quando grazie alla moglie comprese che doveva dare una svolta alla propria vita: smise con i medicinali e con le sostanze nocive, si mise strettamente a dieta ed iniziò velocemente a rimettersi in forma.


Con la speranza di ripartire una nuova vita, là, dove si era interrotto il suo tragitto, con la World Wrestling Federation, il 4 luglio 1988, mentre si trovava a bordo di un furgoncino in compagnia di altri tre wrestler, Dave McKigney ed i gemelli Kelly, un alce tagliò loro la strada e fece precipitare il furgoncino in una scarpata. Ore dopo Adonis moriva per gravi lesioni alla testa, McKigney ed uno dei fratelli Kelly morirono invece sul colpo.


Aveva solo 34 anni.


#adrianadonis #danspivey #darksideofthering #anni80 #80swrestling #wwf #wwe #wrestling #maestrozamo

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Stan Hansen

 


Questo distinto signore, anziano ma pronto, mano sul petto, a cantare l'inno della sua nazione, ci appare in questo foto mite, simpatico, come il nonno della porta accanto a cui ogni tanto bussiamo per chiedere una tazza di zucchero quando questa manca in dispensa.


Peccato che, sotto quegli spessi occhiali, si nasconda la furia di uno dei wrestler più duri, crudeli e dai colpi micidiali di tutti i tempi: Stan Hansen.


Hansen era un omaccione burbero, masticatore assiduo di tabacco, dalla parlantina rozza e dal cappellaccio da cowboy sempre in bella mostra, che faceva pendant con i suoi classici stivali con sperone annesso: il classico mandriano texano. I suoi colpi spesso erano duri, dolorosi e facevano vacillare gli avversari.


Ma non tutto era colpa sua: purtroppo Hansen è sempre stato cieco come una talpa, e non è che sul ring puoi portare una paio di occhiali da vista... andare contro di lui significava avventurarsi in un percorso di sudore, lividi ed urla, che spesso si concludeva con qualche ematoma o qualche osso rotto.


Chi mai avrebbe apprezzato scambiare quattro mosse al centro del ring con un tizio così? È presto detto: Big Van Vader.


Nel 1990 i due furono impegnati in uno scontro rimasto leggendario nella storia di questa disciplina. Mentre ancora era in procinto di entrare sul ring, Hansen, già sul quadrato per primo, allontanò l'arbitro Tiger Hattori e volteggiando una corda a cui era legata una campana per mucche ad una estremità, colpì violentemente sul volto il mascherato avversario, rompendo il naso a Vader e facendolo entrare sul ring già intriso di sangue.


Ma era solo l'inizio.


Una volta entrato sul ring, ancora stordito dal precedente colpo, Vader iniziò a scambiare una lunga sequela di pugni al volto dell'avversario, che per tutta risposta lo chiuse nell'angolo. E lì avvenne l'impensabile.


Mentre Vader aspettava il gancio destro di Hansen, lui, che era mancino, sferrò un colpo talmente forte al suo occhio che tutto il bulbo di Vader uscì dalla cavità orbitale, lasciandosi penzolare fuori come una orrenda scena di uno qualsiasi dei film della trilogia di "Hostel".


Mentre l'occhio adesso toccava la sua guancia, Vader urlò al suo cieco avversario "Stan! Figlio di... mi ha strappato l'occhio dall'orbita!".


Poi, come se niente fosse, prese l'occhio e con un dito se lo rificcò dentro, continuando l'incontro.


Stan Hansen, in seguito, chiese scusa all'amico, dando la colpa alla sua quasi cecità ed al suo stile... beh, diciamo poco ortodosso!


Vader ne uscirà con la vista gravemente danneggiata e con il naso completamente da ricostruire. Ma sapete chi, nel 2016, ha introdotto Stan Hansen nella Hall of Fame della WWE? 


Esatto, proprio Big Van Vader. Dopo tanti anni, i due, ancora amici, si erano ritrovati ed il rispetto l'uno per l'altro era rimasto immutato.


Ciò però non ha impedito al buon Vader di introdurlo in un modo del tutto originale: indossando un paio di occhiali da carnevale con gli occhi a molla che penzolano verso il basso!


#vader #bigvanvader #stanhansen #tigerhattori #njpw #ajpw #puroresu #wrestling #maestrozamo

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Salvini va dal delirio all'eversione

 


Non bastavano gli attacchi alle “toghe rosse” italiane.


Ora Matteo Salvini attacca anche i magistrati francesi che hanno appena condannato per frode Marine Le Pen.


E arriva nientemeno che a teorizzare - tenetevi fortissimo - il grande complotto dell’Unione europea contro i sovranisti.


“Chi ha paura del giudizio degli elettori, spesso si fa rassicurare dal giudizio dei tribunali. A Parigi hanno condannato Marine Le Pen e vorrebbero escluderla dalla vita politica. Quella contro Le Pen è una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles. Non ci facciamo intimidire”.


Siamo a livelli di delirio, paranoia e mistificazione della realtà livello Orban e Putin. Che infatti si sono già schierati con Le Pen.


Se Salvini ha le prove di un complotto europeo contro la destra, denunci.


Altrimenti spero venga denunciato.

Lorenzo Tosa 

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La coglionaggune dei novax non conosce limite alcuno

 


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Wanda Nara (39 anni), ex compagna del calciatore argentino Mauro Icardi

 


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Bravo Ibrahimovic...

 


🇵🇹 Il procuratore di Sergio Conceição è Jorge Mendes.

🇵🇹 Rafael Leão, da quando ha deciso di rinunciare alla procura di Jorge Mendes, in 6 delle ultime 10 partite col Milan ha giocato solo un tempo.

🇵🇹 Joao Felix ha giocato titolare 8 delle ultime 10 partite, nonostante lo scarso rendimento: procuratore Jorge Mendes.

🇲🇽 Santiago Gimenez pagato 35 milioni di euro, non segna da un mese e mezzo (3 gol segnati in 11 presenze): procuratore Rafaela Pimenta del team Raiola, lo stesso di Ibrahimovic.


📌 Il Milan prima dell'esonero di Paulo Fonseca si trovava all'ottavo posto, distante otto punti dal quarto in 17 giornate di campionato (26 punti conquistati - media punti 1.53 a partita).

📌 Il Milan dall'arrivo di Conceição ha collezionato 21 punti in 13 partite (media punti 1.61 a partita) ma si trova al nono posto in classifica a 9 punti dal quarto posto.


Questo accade quando sul mercato, per risollevare una stagione, ti affidi completamente ai "giochetti" dei procuratori.

Zlatan Ibrahimovic, per questo ed altri motivi, dimostra di essere poco competente.

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La vicenda di Ginevra

 


Lei è Ginevra.

Quando denunciò il marito, la sua bambina venne affidata al padre.

A carico di questa donna non esisteva nessuna accusa.

Solo una diagnosi a distanza fatta da una ‘dottoressa’ che la dichiarò “istrionica”. 

“Una personalità instabile che avrebbe potuto diventare pericolosa per la bambina”. 

E sulla base di una visione, 18  assistenti sociali raggiunsero Ginevra mentre era al parco con la piccola e la portarono via da lei per sempre.

La bambina aveva soltanto 18 mesi.

Questa non è giustizia!

Non si può punire una donna/madre, che non ha mai fatto nulla e salvare l’uomo/padre, guarda caso molto ricco, rinviato a giudizio. Non si può affidare ad un uomo violento una bambina di 18 mesi.

Una storia terribile. 

Di due vite distrutte da uno Stato che protegge l’uomo violento, e continua ad accanirsi sulle donne vittime di violenza.

Vergogna!


“Quando iniziai a preparare il pranzo per noi, mi accorsi che mancava il pomodoro per fare il sugo, quindi, da dietro la porta del bagno, gli chiesi se gli andava bene la pasta col tonno. Lui a quel punto uscì improvvisamente dal bagno cominciando ad urlarmi addosso che “se fossi stata di più a casa mi sarei accorta se fosse finito il pomodoro”. Quando gli risposi che stavo sempre a casa, che uscivo solo tre ore la settimana per andare a nuotare e che non poteva accusarmi di questo, lui disse che non era vero, che venerdi ero tornata a casa alle otto di sera! Gli ricordai che ero andata a prendere la torta per la festa del papà e a quel punto cominciò a urlare, con gli occhi di fuori, che non dovevo usare quei toni con lui, che non dovevo permettermi di rispondergli e mi venne addosso guardandomi minacciosamente, tutto rosso in viso e con le vene del collo di fuori. Mi lanciò per il salotto per poi riprendermi per le braccia, bloccandomele con forza dietro la schiena. Poi mi lasciò, si avvicinò al tavolo che era già apparecchiato, dove c'eri tu e si tolse l'orologio dal polso. In quel momento ero terrorizzata, temevo che si avventasse su di te. In quegli attimi di secondi trovai addirittura il tempo, in qualche angolo ammalato della mia mente, di giustificare perfino l'azione di essersi tolto l'orologio come per farmi meno male. Lo pregai di smetterla, gli chiesi cosa gli stesse prendendo così per niente. Sul seggiolone davanti a noi c'eri tu che immobile guardavi verso noi, senza ancora capire cosa stesse per succedere. Intanto lui mi tornava addosso dicendomi: -Ora ti faccio vedere io! Adesso mi hai veramente rotto il cazzo!-. 

Senza il suo Patek Philippe da un milione di euro, mi prese a spinte, a strattonate, a botte sul seno e sulla schiena. Tu spaventata cominciasti a piangere disperatamente. Lo supplicai di lasciarmi e di andare via, piangevo, mi stava facendo male e c'eri tu che piangevi impaurita nel vedere tuo padre che picchiava tua madre. Le sue botte neanche le sentivo, sentivo solo il tuo pianto che mi uccideva, che distruggeva tutto quello che avevo fatto fino a quel momento per te. Avevo voglia di prenderti e abbracciarti, di stringerti forte a me per consolarti ma non potevo, lui mi impediva di raggiungerti...”

Claudia Saba Due 

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Sprizzano stronzaggine da tutti i pori.

 


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Dei delitti e delle pen...

 


Ops!


Marine Le Pen, la leader dell’ultradestra francese, è stata condannata in primo grado a due anni di carcere e 300.000 euro di multa assieme ad altri otto europarlamentari del suo partito per appropriazione indebita di fondi pubblici.


In pratica, l’antieuropeista per eccellenza ha fatto sborsare per anni al Parlamento europeo (cioè a tutti noi) la bellezza di 2,9 milioni di euro per pagare assistenti al servizio esclusivo del suo partito in Francia.


E ora, con la ineleggibilità immediata, rischia seriamente di non potersi candidare alle elezioni presidenziali del 2027.


Spiace. 


Eccola, spiegata bene, tutta l’insopportabile ipocrisia della destra amica e alleata di Meloni e Salvini. Che, come al solito, taceranno o grideranno al complotto dei giudici. 


Finisce sempre così con questa destra-destra.


A parole dichiarano guerra all’Europa e, nei fatti, la usano come bancomat.


A parole danno battaglia alle “élite” senza scrupoli e ai “poteri fortihhh” in nome e per conto del popolo. 


E, alla fine, viene fuori che le “élite” senza scrupoli sono proprio loro.

Lorenzo Tosa 

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Intanto c'è lo tsunami di stronzate scritte da loro su Facebook

 


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Simona Zecchi non si ticca!

 Devo purtroppo nuovamente affidare a questo social un fatto appena accadutomi che, preciso, NON ha a che fare con il mio scoop sulla Vicenda Orlandi. Lo preciso perché voglio sia chiaro che Emanuela e i suoi familiari NON devono essere strumentalizzati né da me né da altri. 


Stamattina ho ricevuto una telefonata di minacce con lo stesso modus operandi di quella da me ricevuta UN ANNO FA, e da me DENUNCIATA, mentre stavo per pubblicare la notizia sulle intercettazioni riguardanti la vicenda della Spiotta nelle quali per la prima volta dopo 46 anni emergeva un nome nuovo in Via Fani altro da ex Br. Notizia tornata alla ribalta lo scorso 17 marzo grazie all'avvocato Valter Biscotti. 


Al netto del fatto che ho pubblicato quanto trascritto e quanto emerso dando anche la parola a chi era coinvolto, quella telefonata di minacce è arrivata pochi minuti dopo l' intervista. Se vorranno dimostrare che Lauro Azzolini intendesse dire Morucci come postato qualche giorno fa dai soliti indefessi del "tutto chiaro sul Caso Moro" lo facciano richiedendo la pulizia degli audio delle intercettazioni. Anche in quel caso comunque il mio operato è stato corretto (tanto che sul pezzo lo ho anche sottolineato che si dovrebbeero sentire gli audio)


QUESTA VOLTA purtroppo non ho potuto registrare la nuova telefonata che invece è stata anche più esplicita. Lo scrivo qui perché non avendola registrata non potrò poi provarla. Ma non voglio poi restare isolata (ancora). 

Stamattina c'è stato chi dunque approfittando del clamore sullo scoop riguardante la Orlandi e memore di quanto nuovamente uscito di recente ne ha approfittato per ricordarmi che devo smetterla. 


Nel caso sia stato questo il vostro scopo bhe il messaggio è arrivato ma ovviamente non accolgo. Proseguo con il mio lavoro.

Simona Zecchi

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🩷💙 Fabrizia Santarelli, la donna più sensuale d’Italia 😍



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Barbara Pedrelli

 


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Coniglio Meloni dimettiti subito!

 

Giorgia Meloni si vanta di guidare uno dei governi più longevi della storia.

Non ha capito, però, che ciò che lei spaccia come successo è in realtà una catastrofe per gli italiani. Ecco cosa ha fatto (e non ha fatto) in 2 anni e mezzo.

(Se dimentico qualcosa, ditemelo).


- Accise sui carburanti: dovevano essere cancellate, invece sono state aumentate.

- Migranti: Meloni doveva fare il blocco navale, invece ha costruito un canile di lusso (dato che, oltre ai randagi, la struttura è deserta) in Albania che ci costa un miliardo di euro.

- Dalla lotta alla criminalità al favorirla: hanno limitato le intercettazioni e depenalizzato l’abuso d’ufficio.

- "1000 euro con un click": lo prometteva Meloni in campagna elettorale. Non si sono visti né i 1000 euro né il click.

- Cancellato il Reddito di cittadinanza e l’ISTAT ha rilevato che un italiano su quattro è a rischio povertà o esclusione sociale.

- Disastro PNRR: siamo alla deriva. Noi abbiamo portato 209 miliardi loro non riescono a spenderli. Sono 133 i miliardi da spendere entro giugno 2026. Missioni, ahi noi,  impossibile.

- Guerra: il governo Meloni stanzierà 30 MILIARDI per le armi. Una spesa mostruosa..

- Zero investimenti nella scuola. Con Conte abbiamo messo 10 miliardi, Meloni ne ha tagliati 5.

- Il fallimentare liceo del Made in Italy, a cui non si è iscritto praticamente nessuno.

- Hanno bocciato ogni tentativo di introdurre il salario minimo, che garantirebbe ai lavoratori uno stipendio dignitoso.

- Sud: prima lo hanno messo in ginocchio con l’autonomia differenziata, poi gli hanno dato il colpo di grazia con il prelievo forzoso del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (1,3 miliardi) per realizzare l’opera più inutile e costosa della storia: il Ponte sullo Stretto.

- La legge Fornero, la dovevano abolire invece l'hanno rafforzata.

- Caso Almasri: un uomo accusato dalla Corte Penale Internazionale di crimini contro l’umanità (violenze sessuali, stupri e tortura) è stato riaccompagnato a casa con un comodo volo di Stato italiano.

- Propongono di reintrodurre l’immunità per ministri e parlamentari e di aumentare le indennità dei ministri (7 mila euro in più al mese!).

- Norma "salva corrotti": presentano un emendamento che avrebbe consentito a chi ha commesso reati contro la pubblica amministrazione di ricoprire incarichi pubblici.

- Santanché, rinviata a giudizio nel caso Visibilia e accusata di aver intascato indebitamente la cassa integrazione di 13 dipendenti.

- Delmastro, esponente di spicco della maggioranza, è stato condannato a 8 mesi per rivelazione di segreto d’ufficio.

- Montaruli, costretta a dimettersi da sottosegretaria per una condanna definitiva per uso improprio di fondi pubblici.

- Sorvolo sulle infinite gaffe di Lollobrigida, Sangiuliano, Giuli ecc.


Altro che vanto. Il governo Meloni è una disgrazia.


@barbarafloridia

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domenica 30 marzo 2025

Inoki vs André the Giant

 


Prima di internet, dei social network, dell'11 Settembre e della rivoluzione digitale, esisteva un altro mondo, quello dove sono nato e cresciuto.


Era un mondo diverso, molto ingenuo e molto particolare. 


Era un mondo dove potevi credere che una macchina lanciata a 88 miglia orarie potesse farti tornare indietro nel tempo. Un mondo dove era "normale" che un professore, smessi i panni del serioso docente, potesse impugnare una frusta ed indossare un cappello, per poi avventurarsi in imprese mirabolanti. Un mondo dove ancora si credeva che lassù, tra le stelle, un piccolo rappresentante di una popolazione diversa da noi, potesse in qualche modo vivere nella nostra società, e tutto questo grazie alla magia racchiusa negli occhi di un bambino.


Già, un bambino. Come me. Che sognava di cavalcare il fantadrago mentre mangiava le girelle di nonna Giuseppina ed aspettava le 16:30 per vedere i giganti del wrestling.


Ecco, li chiamavamo così allora, i "giganti", le "stelle", i "fenomeni" del wrestling. A nessuno di noi veniva minimante il dubbio che quelle persone - se così potevano essere chiamate - fossero come me e voi.


Ad esempio, guardate questi due: Antonio Inoki ed André the Giant. Da una parte abbiamo un campione immortale, maestro non solo dell'arte della lotta libera (e non ho utilizzato la parola "arte" a caso), ma anche uno dei padri fondatori delle moderne Mixed Martial Arts.


Dall'altro, l'ottava meraviglia del mondo, il gigante francese da Grenoble. I due si scontrarono una ventina di volte in Giappone e tutte le volte lasciarono un marchio indelebile su quel quadrato, mentre le parole di Tony Fusaro facevano da colonna sonora ai loro epici scontri. Il rispetto tra queste due icone era talmente enorme l'uno nei confronti dell'altro che André, durante il fatidico match del 17 Giugno 1986 perse per sottomissione, una situazione questa di una rarità unica.


Giganti o meraviglie, dicevamo, e lo hanno dimostrato anche più avanti. Lottando, sfidando la vita "a muso duro" come diceva Pierangelo Bertoli: André sfiderà un male ancora quasi del tutto sconosciuto, che ne consumerà ossa e resistenza... ma non l'anima, che è rimasta immortale.


Antonio andrà avanti, ancora, per tanti anni, cercando di fare del wrestling un mezzo per portare la pace nei posti dove questa parola risulta - ancora oggi - difficile da trovare sul vocabolario.


Grazie a loro, ad Hulk Hogan, a Tatsumi Fujinami e tutti quelli venuti dopo di essi, credevamo veramente a tutto.


Era l'epoca in cui Rambo, da solo, metteva a ferro e fuoco una città, facendoci credere che un uomo singolo poteva fare qualsiasi cosa, se vi credeva. E sotto quella stessa città poteva nascondersi un galeone ricco d'oro, raggiungibile solo con la mappa di Willy l'Orbo.


Poi, improvvisamente, è cambiato tutto.


Quelle immagini di aerei contro quelle due svettanti torre americane ci insegnarono che il vecchio mondo, come loro, stava crollando. E su quelle macerie è nata una nuova generazione, che non crede più nelle favole, nelle leggende e nei "giganti".


Per loro, l'immagine non esiste se non è riflessa sullo schermo di un telefono portatile. E sempre per loro, è nato un nuovo esercito di lottatori: persone come noi, grandi atleti, ma non più supereroi da fumetto o eroi da film d'azione: chi può più credere in quei simulacri di un tempo perduto?


È giusto così, va bene così. 


La storia stessa dell'umanità è intrisa di cambiamenti, di nuove forme di concepire ed affrontare il mondo in cui viviamo. Perché il wrestling dovrebbe essere da meno?


E quelli come noi si sono adeguati. Anche noi abbiamo il nostro smartphone, abbiamo un account su almeno due o tre social media, anche noi siamo stati testimoni di un mondo che ha abbandonato le sue vecchie vestigia per entrare in un futuro sempre più tecnologico... e sempre più senza anima.


Ma, ad uno sguardo attento, siamo riconoscibili facilmente.


Perché mentre lavoriamo, mentre mangiamo, mentre ci sediamo, stanchi, davanti alla tv insieme alle nostre famiglie, mentre ridiamo, piangiamo o affrontiamo la vita di tutti i giorni, qualcosa nel nostro sguardo tradisce una malinconia, un ricordo labile ma sempre presente dentro noi stessi.


Perché viviamo in questo nuovo mondo, ma siamo stati testimoni di un tempo in cui André the Giant si scontrava contro Antonio Inoki, in cui Hulk Hogan ed Ultimate Warrior si abbracciavano al centro del ring, in cui era ancora possibile avere il dubbio se "quelli lì" facevano sul serio oppure no.


A differenza di chi oggi vive consapevole di tutto quello che lo circonda, noi, che eravamo molto più ingenui, persi nelle nostre fantasie di un sabato pomeriggio a bere cioccolata calda davanti alla tv sintonizzata su Italia 1 o Tele+2, abbiamo vissuto fianco a fianco di giganti, avventurieri, supereroi e sognatori.


Il vecchio mondo, il nostro mondo, non aveva cellulari, non aveva show di wrestling tutti i giorni, non aveva praticamente niente, ma di una cosa era straordinariamente ricco: la fantasia.


La stessa fantasia che oggi sentiamo che nemmeno Bastian ed Atreyu sono riusciti a salvare, lasciandoci un enorme, triste vuoto che rischia di essere inghiottito dal Nulla. 


#antonioinoki #andrethegiant #tonyfusaro #danpeterson #anni80 #nostalgia #nostalgia80 #hulkhogan #ultimatewarrior #wrestling #maestrozamo

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Calenda mentre lecca il culo alla Coniglio Meloni

 








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Calenda uguale a zero

 


No. Questo non è Atreju ma - che ci crediate o meno - lo scatto manifesto del Congresso nazionale di un partito d’opppsizione.


La Presidente del Consiglio Meloni che ride sguaiatamente in prima fila mentre il leader del suddetto partito d’opposizione spara a zero su tutti gli altri partiti d’opposizione (senza dire mezza parola sul governo).


Il ministro della Difesa Crosetto che addirittura si alza in piedi ad applaudire.


Il responsabile dell’organizzazione Fdi Donzelli (nascosto), quello che dà del “pezzo di m****” a un giornalistia, che si spella le mani.


I sedicenti liberali che fanno da stampella ai fascisti.


Abbiamo già visto come va a finire questa roba qui. 


Quando vi chiedete come è possibile che il governo Meloni, nonostante due anni e mezzo di fallimenti conclamati, sia ancora lì, intoccabile, riguardatevi bene questa foto.


Il mondo al contrario in un solo scatto. 


Che miseria.

Lorenzo Tosa 

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Trump è una merda senza pari

 


Non bastano i dazi, gli insulti quotidiani e pure le minacce di invasione.


Donald Trump ha scritto una lettera direttamente ad alcune delle principali aziende italiane ed europee fornitrici americane per imporre, di fatto, il divieto delle politiche inclusive, dei programmi per la diversità, l’equità, in particolare a favore dei disabili, allineandosi così alle politiche della nuova amministrazione americana.


Se non lo faranno, minaccia neanche tanto velatamente Trump, si scordino pure i bandi del governo federale.


Siamo di fronte a un’ingerenza di una gravità senza precedenti, oltreché a un abominio di disumano e delirante cinismo. 


Dov’è finita adesso la “patriota” tutta d’un pezzo che difende l’Italia lancia in resta dalle ingerenze straniere?


Neanche di fronte a tanto Meloni spende una parola sul suo amico e “alleato”.


Questo non è essere alleati.


Questo significa essere servi.

Lorenzo Tosa 

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Marigona

 





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PRESIDIO DEMOCRATICO ANTIFASCISTA

 


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Le fake news stanno distruggendo la nostra civiltà

 



La prima delle dieci regole della manipolazione mediatica

1. La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell'area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali.


Noam Chomsky

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La tifoseria della Sampdoria, la più calda della Serie B 🔥🔥⚽️🤩😍

 


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