Julio Velasco ha appena dato a Salvini, Meloni e compagnia discriminante una di quelle lezioni di cultura, politica, storia e umanità che, al loro posto, andrei a cercare un rifugio sicuro in cui nascondermi.
“Avrei potuto prendere la cittadinanza italiana dall’Argentina senza aver mai visitato l’italia né parlare l’italiano, e invece non lo possono fare ragazzi e ragzze che sono nati e vivono in italia.
Questa è un’idea vecchia, assolutamente superata, sapete tutti da dove vengono. Sono bandiere politiche che alcuni partiti usano, invece di prendere nota ella realtà.
Lo sport riflette una seconda ingiustizia: che quando conviene, quando sono campioni, i figli di immigrati all’improvviso diventano italiani. E lo firmano tutti, anhe quei partiti che sono contro.
Quando invece non conviene, quando sono figli di semplici migranti, allora devono aspettare deci anni e tutta la trafila.
Io penso che dovrebbe esistere uno Ius Tutto: Ius soli, Ius scholae, Ius sport. Nel mondo di oggi un ragazzo che nasce in Italia, studia e vive in Italia deve essere italiano.”
Punto.
Bello sapere che abbiamo in Italia (e sarà Ct della Nazionale femminile fino al 2028) anche meravigliosi esseri umani e uomini di sport come Julio Velasco.
Tosa
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