Nikolaj Luzin fu uno dei fondatori della prestigiosa e famosa scuola matematica di Mosca. Attorno alla sua figura si formarono importanti matematici del tempo: Pavel Aleksandrov, Andrej Kolmogorov, Aleksandr Jakovlevič Chinčin e Nina Bari, solo per citarne alcuni. Il gruppo che si formò fu chiamato Lusitania proprio in suo onore e i “lusitani”- cioè i membri- scrissero negli anni ’20 e ’30 del Novecento alcune importanti pagine della storia della matematica. Le loro indagini comprendevano la probabilità (in cui trovava in Kolmogorov il maggior esponente), la topologia (con Aleksandrov), la teoria dei numeri, la dinamica dei fluidi, l’analisi funzionale e variazionale, le equazioni differenziali, la logica, la teoria delle funzioni a variabile complessa e la teoria descrittiva degli insiemi (in cui lo stesso Luzin diede significativi contributi).
Ma Luzin si ritrovò, suo malgrado, a diventare uno dei protagonisti di uno degli attacchi più famosi dell’epoca, situazione che degenerò in quello che prese il nome di “affare Luzin”.
Nel 1930, quando Luzin era ancora molto conosciuto all’interno del circolo matematico internazionale, il suo maestro, Dimitrij Egorov (presidente della Società matematica di Mosca dal 1923 al 1929) fu arrestato per le sue idee religiose. Egorov iniziò uno sciopero della fame finché non fu trasferito nell’ospedale della prigione e infine a casa di un collega dove morì. Nel 1931 venne rieletto il nuovo presidente della Società matematica di Mosca: Ernst Kolman. Kolman nello stesso anno iniziò a criticare il lavoro di Luzin, che era noto per il suo mancato sostegno alla causa comunista e sovietica, e quello dei suoi maestri francesi. Infatti Luzin passò un biennio in Francia a studiare con Émile Borel e Henri Lebesgue (noto per aver sviluppato il suo concetto di integrale, oggigiorno essenziale). È da precisare che Kolman si vide protagonista in quegli anni di diversi attacchi verso eminenti matematici e fisici sovietici salvo poi, in vecchiaia, pubblicare una ritrattazione della sua attività. Fu comunque lui che avviò il cosiddetto “affare dell’accademico Luzin”.
Nel luglio-agosto del 1936 sulla Pravda, l'organo di stampa ufficiale del Partito Comunista, apparvero una serie di articoli, in totale ottom dove Luzin fu aspramente criticato e dipinto come un nemico che disprezzava la sua patria.
Il 3 luglio uscì un articolo intitolato “Nemici sotto la maschera da cittadino sovietico” che aprì ufficialmente l’attacco verso Luzin: fu accusato di tutti i casi teoricamente possibili di cattiva condotta scientifica:
“La comunità scientifica sovietica ti strappa la maschera di scienziato onesto e così appari davanti agli occhi di tutto il mondo come un individuo misero, che finge di difendere la “scienza pura” ma che tradisce i veri interessi della scienza commercializzando gli odierni maestri della scienza fascistoide.” Qui l’attacco è esteso anche agli scienziati francesi (in particolare Borel e Lebesgue) visto che all’epoca la Francia era vista come il nemico numero uno per l’Unione Sovietica.
Inoltre, si imputavano a Luzin i seguenti capi di accusa:
1- Raccomandava persone immeritevoli per posizioni accademiche o per posti di dottorato, inquinando così le facoltà universitarie.
2- I suoi migliori articoli non erano scritti di suo pugno, ma contenevano risultati rubati ai suoi studenti, in particolare a Michail Suslin e Pëtr Novikov.
3- Ha cercato di nascondere le sue idee antisovietiche.
4- Credeva alla più cupa ideologia zarista basata sul monarchismo e sul cristianesimo ortodosso.
5- La maggior parte delle pubblicazioni, che potevano dare lustro alla scienza sovietica, venivano pubblicate in giornali scientifici esteri mentre solo i lavori meno originali venivano stampati in Unione Sovietica.
Molti ex studenti parteciparono in maniera attiva all’assalto politico del loro insegnante. Il ruolo di maggiore oppositore di Luzin fu rivestito da Pavel Aleksandrov che era sostenuto, almeno moralmente, da Kolmogorov. Tra di loro c’era un’aspra diatriba: Aleksandrov cercava di minimizzare il contributo del suo insegnante alla teoria degli insiemi analitici: questi sono anche chiamati insieme-A (A-set) o insieme di Suslin. Durante una riunione della Commissione che si occupava del caso, Aleksandrov disse:
“Suslin li ha chiamati A-set ma non ha mai detto di averli chiamati così in mio onore.”
Ma anni dopo, nel 1979, affermò il contrario:
“Fu in quel periodo che Suslin propose di chiamare quei nuovi insiemi che avevo costruito A-set (..) ha sottolineato che stava suggerendo quella terminologia in mio onore e per analogia agli insiemi di Borel, che erano abitualmente chiamati B-set a quei tempi.”
C’è da sottolineare che ci furono anche molti matematici che difesero a spada tratta Luzin come Sergej Bernštejn che, al contrario di Aleksandrov, fu il suo maggiore sostenitore.
Durante la seduta del 13 luglio i toni si ridimensionarono drasticamente., probabilmente perché dal Cremlino fu lo stesso Stalin a chiedere che “qualsiasi risoluzione fosse formulata in linguaggio accademico invece che nel linguaggio del codice pensale”, arrivando così alla sentenza meno drastica possibile (anche se fu assolutamente deleteria per Luzin).
Alla fine del processo si presero i seguenti provvedimenti:
1- Sulle raccomandazioni immeritate: Luzin e i suoi difensori accettarono la sentenza ma con la clausola che le persone coinvolte non hanno rivestito posizioni di rilievo.
2- Plagio: assolto (persino col benestare di Stalin) per mancanza di prove.
3- Idee antisovietiche: assolto per mancanza di prove (anche se erano ben note le sue antipatie verso il regime).
4- Ideologia zarista: assolto per mancanza di prove.
5- Pubblicazioni all’estero: al processo Luzin spiegò che il suo accusatore, Kolman, aveva affermato che le sue indagini erano dannose e che gli consigliò vivamente di dirottare il suo interesse verso aspetti più pratici. Luzin, con il suo fare ironico e pungente, disse: “Io ho seguito i consigli, pubblicando una serie di articoli in Unione Sovietica sulla matematica applicata, che però non erano il mio punto forte. Ho inviato allora i miei lavori teorici all’estero per evitare di inquinare la matematica sovietica.”
Luzin, dunque, non fu né espulso dall’Accademia delle Scienze né arrestato, ma perse tutte le posizioni ufficiali. Nel 1946 però poté riprendersi una piccola rivincita: l’Accademia doveva eleggere un nuovo gruppo di membri ma con preferenza per le scienze applicate. Luzin allora votò contro Aleksandrov e per la sua elezione. Sembra che questo scatenò la furia di Kolmogorov che, come reazione, schiaffeggiò Luzin facendolo cadere a terra.
Concludiamo con alcune parole che, a nostro parere, riassumono bene tutta la questione:
“Lo stalinismo è stato creato da milioni di persone. Lo stalinismo nella scienza è stato sollevato principalmente dagli scienziati stessi. Luzin è stato vittima dell'ostracismo sociale e ha vissuto con il marchio e lo stigma di un avversario con una maschera sovietica per quattordici anni fino alla sua morte. Divenne un emarginato esemplare per lo stalinismo.”
Storie Scientifiche
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