La Trattativa, Sabina Guzzanti replica a Gian Carlo Caselli. E Marco Travaglio prova a mediare (FOTO)
E' una replica piccata quella di Sabina Guzzanti all'ex procuratore di Palermo Gian Carlo Caselli. Uno scontro a distanza in cui si inserisce Marco Travaglio che, nel suo editoriale, prova a pacificare gli animi. Ma andiamo con ordine. "Le sue proteste - scrive oggi sul FQ la Guzzanti, regista del docu-film La Trattativa, di cui è stata trasmessa la clip della 'discordia' alla festa del Fatto quotidiano - mi hanno molto sorpresa", riferendosi agli attacchi di Caselli al film. Guzzanti scrive che secondo Caselli (che si insediò a Palermo il giorno della cattura del boss Totò Riina) "avrei utilizzato una 'tecnica da cabaret per raccontare la pagina grave e oscura come la mancata perquisizione del covo'. Nel corso della mia lunga carriera non ho fatto che ricevere lezioni non richieste su cosa sia la vera satira e quali siano i suoi presunti limiti. Non mi aspettavo che anche il dottor Caselli volesse impartirmene una. Il film La Trattativa è comunque un film serissimo, pure contenendo degli elementi umoristici e pone domande serissime".
La Guzzanti rileva però che i "meriti dell'ex procuratore di Palermo non sono minimamente messi in discussione e se ho realizzato questo film è anche grazie all'esempio di figure come la sua che in questi anni hanno sempre esortato i cittadini alla partecipazione democratica per sconfiggere il muro di omertà e indifferenza". E, al termine del suo articolo, Guzzanti coglie l'occasione per fare una domanda provocatoria a Caselli: "Come mai, una volta appurato che il Ros non ha rispettato le direttive della procura provocando quella che Scarpinato definisce 'una delle più gravi perdite del patrimonio investigativo degli ultimi anni', la Procura di Palermo, che lui guidava, ha aspettato tanti anni per aprire un'inchiesta contro Mori, tanto che il processo è iniziato nel 2003, dieci anni dopo l'accaduto?".
La Trattativa, di Sabina Guzzanti
Gli attori Michele Franco (Giancarlo Caselli), Manuela Lo Sicco (Magistrato), Ninni Bruschetta (Magistrato) e Marcello Mazzarella (Magistrato) durante una scena del film "La Trattativa", regia di Sabina Guzzanti.
L'attore Sabino Civilleri (falso pentito di mafia Vincenzo Scarantino) durante una scena del film "La Trattativa", regia di Sabina Guzzanti.
Un momento delle riprese del film "La Trattativa", regia di Sabina Guzzanti.
Gli attori Sabino Civilleri (Massimo Ciancimino), Enzo Lombardo (barbiere) e Franz Cantalupo (Vito Ciancimino) durante una scena del film "La Trattativa", regia di Sabina Guzzanti.
Gli attori Lorenzo Menicucci (Vito Ciancimino giovane) e Antonino Romeo (Bernardo Provenzano bambino) durante una scena del film "La Trattativa".
Da parte sua, l'ex procuratore di Palermo, scrive al Corriere della Sera per commentare un articolo a firma Pierluigi Battista sull'argomento. Nella lettera, Caselli dice che "la questione principale del film, come annota Battista, è 'il rischio di veder appiattita e misconosciuta tutta la attività di contrasto alla mafia' mia e dei miei collaboratori. Certo - continua - la mafia non è stata definitivamente sconfitta, ma neppure ci ha travolti. Ecco perchè mi sembra legittimo pretendere non già di essere pensati col tricolore indosso (ci mancherebbe), ma almeno per quel che abbiamo fatto senza dileggi gratuiti". Caselli già sul FQ, aveva attaccato duramente la clip della Trattativa:
Raccontare con tecnica da "cabaret" la pagina grave e oscura della mancata sorveglianza (certamente non addebitabile alla procura) e della conseguentemancata perquisizione del "covo" di Riina è offensivo e non può cancellare nè far dimenticare gli importanti positivi risultati ottenuti in quei 7 anni di duro e pericoloso lavoro dagli Uffici giudiziari palermitani, in stretta collaborazione con le forze di Polizia
Nella disputa si inserisce Marco Travaglio, che nel suo consueto editoriale, prova a fare da paciere tra Caselli e Guzzanti. Travaglio ricostruisce come andarono le cose partendo "dalla sentenza definitiva del Tribunale di Palermo" di assoluzione per Mori e Ultimo dall'accusa di favoreggiamento alla mafia perché il fatto non costituisce reato". Riassumendo, il Ros ottenne di posticipare la perquisizione del covo di Riina dopo la sua cattura per attirare altri mafiosi latitanti nella speranza che ci andassero per portare via la moglie del boss Ninetta Bagarella e i figli. Fu deciso, riporta Travaglio, però di fare appostamenti fuori la villa e di tenere accesa una telecamera. Un'idea che fu accolta dalla procura guidata da Caselli. Ma "alle 15 il Ros spegne la telecamera e ritira il furogone con tutti gli uomini. All'insaputa, anzi contro il volere dei magistrati".Ma questa è cronaca giudiziaria.
Tornando al film, Travaglio dà quindi una spiegazione dell'indignazione di Caselli: "Il Ros gabbò la Procura. E' comprensibile che il capo dei gabbati non ami essere dipinto così, specie se gli manca il contesto del resto del film. Ma, come Caselli constaterà quando vedrà il film nella sua interezza, non c'è alcun intento di farlo passare per fesso nè per colluso: l'inganno è colpa degli ingannatori, non degli ingannati, il depistaggio è colpa dei depistatori, non dei depistati. Ed è sugli ingannatori e sui depistatori che si concentra per 100 minuti La Trattativa, senza mettere minimamente in forse i meriti enormi, eroici, di Caselli e dei suoi pm in quei sette lunghi anni a Palermo".
Quanto alla domanda posta dalla Guzzanti, Travaglio ritiene che sia "legittima, ma viziata dal senno di poi. La Procura - aggiunge - avrebbe potuto aprire subito un'indagine su Mori e Ultimo, ma avrebbe fatto un buco nell'acqua: nessun elemento nel '93 faceva pensare che avessero agito per favorire i mafiosi".http://www.huffingtonpost.it/2014/09/09/guzzanti-caselli-travaglio-trattativa_n_5788972.html?utm_hp_ref=mostpopular
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