giovedì 11 settembre 2014

Il sughero: le innumerevoli qualità di un’eccellenza mediterranea

Un viaggio nel cuore del Montado alla scoperta di uno dei materiali naturali più versatili al mondo

di Rudi Bressa



La quercia da sughero (Quercus suber) è un albero antico, misterico, generoso. Da migliaia di anni - le prime testimonianze si hanno ai tempi di egizi e babilonesi - la sua corteccia viene utilizzata dall’uomo come materia prima per preservare cibi e bevande, come isolante, come materiale decorativo. Nell’antica Grecia gli alberi erano venerati come simbolo di libertà e onore, tanto che solo i sacerdoti potevano abbatterli. Il sughero, lo strato più esterno e protettivo della corteccia, di anno in anno cresce aumentando in volume, in maniera molto simile all’accrescimento degli anelli nel tronco. Regalando così un materiale unico in natura, estremamente leggero, poroso, elastico, resistente alle intemperie e al tempo.

Portogallo: l’industria del sughero dalla decortica al tappo

Portogallo: l’industria del sughero dalla decortica al tappo

Portogallo: l’industria del sughero dalla decortica al tappo

Portogallo: l’industria del sughero dalla decortica al tappo




Un’eccellenza mediterranea
Un solo centimetro cubico è formato da circa 40 milioni di cellule. Cellule che per la loro conformazione e composizione sono praticamente impermeabili, estremamente isolanti e resistenti. La quercia da sughero cresce esclusivamente in clima mediterraneo e le foreste prolificano in Spagna, Marocco, Algeria, Tunisia, Francia, sulle coste tirreniche italiane e in Portogallo. Ed è proprio il territorio lusitano a essere oggi il maggior produttore mondiale di sughero. La metà del sughero prodotto in tutto il mondo proviene dai 737 mila ettari delle sugherete portoghesi. Un comparto che dà lavoro a più di 100 mila persone, 8 mila impiegate solo nella raccolta stagionale. Intere famiglie qui vivono grazie alla raccolta e alla lavorazione della corteccia della quercia. Sono queste alcune delle caratteristiche che rendono il sughero un materiale unico, come spiega Carlos de Jesus, membro dell’Apcor, associazione che raccoglie i produttori di sughero portoghesi: «È difficile se non impossibile trovare un altro materiale con queste caratteristiche. Il sughero è una materia prima 100 per cento naturale, rinnovabile e riciclabile».


In Portogallo il comparto del sughero dà lavoro a più di 100 mila persone, 8 mila impiegate solo nella raccolta stagionale
il Montado
Ha un nome preciso il paesaggio rurale tipico delle sugherete, dove a coltivazioni estensive di quercia da sughero si alternano pascoli, fazendas, campi coltivati e macchia mediterranea: è il Montado portoghese, il tipico ecosistema formatosi nei secoli e conservato grazie anche a uno sfruttamento sostenibile delle sugherete. Un vero e proprio scrigno di biodiversità: secondo alcuni studi floristici, si è calcolato che per ogni mille metri quadrati si possono rinvenire 135 diverse specie botaniche. Ma il Montado è anche un’importante habitat per decine di specie animali, molte delle quali minacciate di estinzione. Tra la vegetazione vivono ancora esemplari di lince pardina e di aquila imperiale iberica. Mentre sono centinaia le specie di uccelli che ogni anno migrano dall’Europa del nord e trovano nella macchia portoghese cibo e riparo.
Durante la decortica regna un silenzio assoluto rotto solo dal picchettare delle accette
La decortica in religioso silenzio
Nel cuore dell’Alentejo, regione rurale situata tra Lisbona e l’Algarve, il tempo sembra essersi fermato. Gruppi di uomini che ricordano ceppi ormai dimenticati, dalla pelle segnata dal sole e dalle mani poderose e nodose, si riuniscono per l’annuale raccolto. Durante la decortica regna un religioso silenzio, cadenzato dal ritmico picchettare delle accette, sapientemente mosse da questi lavoratori stagionali, che da maggio ad agosto vengono a lavorare qui e che di generazione in generazione trasmettono l’arte della decortica. Questo è uno dei lavori agricoli più retribuiti. La paga si aggira intorno ai 90 euro al giorno, per tre mesi di lavoro. Si inizia alle 6 del mattino per finire alle 14, quando le temperature iniziano a essere difficilmente sopportabili. Qui ogni albero è trattato come un essere unico: la prima raccolta non può avvenire prima che l’esemplare abbia compiuto 25 anni di età, mentre le raccolte successive avvengono ogni nove anni. Contando che i primi due raccolti non sono utili alla produzione di tappi di sughero, si devono aspettare come minimo 43 anni per aver un tappo di buona qualità.
Si devono aspettare come minimo 43 anni per aver un tappo di buona qualità
Da una tonnellata 65 mila tappi
La arroba (l’unità di misura che corrisponde a 15 chilogrammi di sughero) può venire a costare anche 30 euro. Con ogni tonnellata di sughero si produrranno più di 65 mila tappi. Il sughero è oggi impiegato per la maggior parte nella produzione di tappi per bottiglie. Ogni giorno, nelle oltre 600 aziende portoghesi, si producono più di 40 milioni di tappi di sughero, che rappresentano il 68,4% di tutte le esportazioni di sughero del Paese lusitano. Ma come nasce un tappo di sughero? Le arrobas, dopo aver riposato dai sei ai dodici mesi, vengono bollite in acqua. Processo che serve a pulire e a ridurre la microflora del sughero, oltre che a donare una struttura regolare ed elastica. Dopo il loro appiattimento, le tavole migliori vengono selezionate e perforate tramite un procedimento manuale o semi-automatico. Una mansione importante, destinata solo ai migliori operai. Il processo poi passa attraverso il perfezionamento del singolo tappo, eliminando tutte le imperfezioni, tramite sia processi ottici, sia con l’impiego dell’occhio umano. Alla fine il tappo è pronto per essere marchiato e trasportato al cliente.
Ogni giorno nelle oltre 600 aziende portoghesi si producono più di 40 milioni di tappi di sughero
Non c’è crisi
Un’industria fiorente, che non conosce crisi, come confermano i numeri della portoghese Amorim. Con i suoi 4 miliardi di tappi l’anno è la più grande azienda produttrice al mondo. «Tutta la filiera, dalla foresta al tappo, è sottoposta a rigidi controlli, soprattutto per quanto riguarda la presenza o meno di Tca», sottolinea Joana Mesquita, responsabile della comunicazione di Amorim. Il Tca, ovvero il tricloroanisolo, non è altro che la molecola che conferisce al vino il sentore di tappo. «Abbiamo preso il meglio della tecnologia e cambiato l’industria durante gli ultimi quindici anni. Un esempio? La mappatura via Gps di tutte le foreste portoghesi». Alla Cork Supply, un’eccellenza nella produzione di tappi di sughero di alta qualità, hanno fatto di più. Negli anni, l’azienda di São Paio de Oleiros ha brevettato ben tre processi chimico fisici all’avanguardia per garantire l’assenza della molecola che mina l’integrità del vino. Dalla cromatografia al test dell’olfatto, dove un tecnico annusa tappo dopo tappo. L’intera filiera del sughero è un perfetto esempio di ciò che significa sostenibilità, sia economica che ambientale. È l’esatta traduzione dell’espressione eredità della terra. Solo i nipoti e pronipoti godranno del frutto della quercia trapiantata oggi. In un ciclo di vita che durerà più di cent’anni.

http://www.corriere.it/ambiente/14_agosto_21/sughero-innumerevoli-qualita-un-eccellenza-mediterranea-0a5f695e-2951-11e4-8091-161094bc7e0e.shtml

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