Forte dei Marmi, turismo in mano ai paperoni russi. Presidente Federalberghi: "Guai a farli scappare con le sanzioni"
Nella “Riviera russa” – alias Forte dei Marmi – la notizia delle nuove sanzioni dell’Unione europea a Mosca arriva come un fulmine più forte al termine di un’estate tempestosa. Non tanto per le ripercussioni dirette che queste sanzioni hanno sul turismo deluxe, quanto per la possibilità che i rapporti più tesi tra Russia e Ue possano, alla lunga, allontanare i paperoni russi da località che ormai, per sopravvivere, hanno bisogno di loro. È il caso di Forte dei Marmi, perla della Versilia che è finita sul New York Times non per le sue spiagge e i suoi hotel di classe, ma per essere diventata “il parco giochi dei russi”, al pari di alcuni quartieri di Londra e della Costa Azzurra. E di altre località bellissime - ormai inaccessibili alla fu classe media italiana - come Anacapri, affittata dal magnate russo Dmitry Arzhanov per la sua sobria festa di compleanno.
“Il turismo dei super ricchi russi è vitale in questa zona”, spiega all’HuffPost Paolo Corchia, presidente di Federalberghi Forte dei Marmi e Federalberghi Toscana e proprietario dell’Hotel President, uno dei più eleganti di tutta la città. Oggi i russi rappresentano la componente turistica più importante, come scrive anche il NyTimes, che riporta di gite giornaliere in elicottero a Monte Cristo per la modica cifra di 4.450 euro, ma anche di lussuosi gazebo che si affittano a 250 euro al giorno con la sola funzione di: fare ombra. Per non parlare delle grandi marche, di mocassini venduti a 1.690 euro, di mance da 500 euro lasciate al giardiniere o al parrucchiere. In una cittadina che vive anche grazie agli sfizi di questi paperoni, la notizia della nuova stretta sanzionatoria non può che preoccupare. “Soprattutto quando si parla di misure volte a colpire i capitali e i movimenti finanziari”, aggiunge Corchia.
Le sanzioni, per ora, non hanno avuto grandi effetti sul turismo russofono. A marzo, all’indomani delle prime misure anti-Putin, gli albergatori avevano notato un calo delle prenotazioni. E si erano chiaramente allarmati. “Per qualche giorno c’è stata una pausa”, racconta Corchia. “Sembrava che il business stesse rallentando. Poi però gli affari sono ripresi regolarmente”.
Secondo il presidente locale di Federalberghi, il motivo per cui il turismo russo di Forte dei Marmi ha resistito meglio rispetto a quello romagnolo è che le rispettive clientele sono diverse. “Ai colleghi romagnoli – spiega – la storia delle sanzioni ha pesato un pochino di più. Per noi è relativamente meno preoccupante perché si tratta in gran parte di persone che vivono già in Europa, magari a Londra o in Svizzera o a Parigi. È chiaro che se il discorso delle sanzioni dovesse andare avanti e arrivare a colpire, per dire, la City di Londra… beh, la posta in gioco sarebbe molto diversa […]. Le sanzioni che prendono banche e capitali certo che ci preoccupano. Il turismo dei super ricchi russi – ripete – per noi è diventato vitale”.
Quello dei russi per la Versilia è molto più di un colpo di fulmine. “Abbiamo iniziato a registrare le prime presenze circa 15 anni fa. Fin da subito si è trattato di turisti di un certo livello, come il regista Andrej Končalovskij, che ha appena vinto il Leone d’argento a Venezia, e l’ex governatore di Mosca, Boris Gromov. Ma nella lista dei nostri ospiti ci sono personalità ancora più influenti, come il ricchissimo Roman Abramovič e alcuni uomini d’affari molto vicini a Putin”.
“Negli anni il fenomeno è diventato imponente”, spiega Corchia. “È piaciuta località, il modo di vivere”. Così è scattato l’innamoramento dei miliardari russi per una località turistica che un tempo era sinonimo di aristocrazia italiana.
Il punto è che i paperoni russi comprano, spendono, investono come nessun italiano, oggi, può immaginare di fare. “I russi sono ormai la componente turistica più importante”, prosegue il presidente dell’Associazione Albergatori di Forte dei Marmi. Soltanto nella cittadina della Versilia, i russi hanno già acquistato quattro importanti alberghi, e ora sono in trattativa per il quinto. “Il fatto è che arrivano con cifre che un imprenditore italiano, beh… anche con tutte le buone intenzioni del mondo, dovrebbe ragionarci un po’”.
Ai grandi alberghi si accompagna il business – difficilmente tracciabile – di ville e appartamenti. Perché in molti casi questi super ricchi si innamorano della Versilia al punto tale da sceglierla come seconda casa, per trascorrervi anche alcuni mesi all’anno. Stabilire quante siano, esattamente, le residenze russe è difficile perché – ci spiega ancora Corchia – “spesso a gestire le vendite sono società prestanome di questi ricchi russi. Un vero e proprio censimento, dunque, non c’è, ma basta farsi un giro per le strade di Forte per sentire parlare russo quasi a ogni angolo, come accadeva per il tedesco una decina di anni fa”.
Sempre camminando per strada, “sono alte le probabilità di incontrare una bella ed elegante signora russa, o qualche tata che porta in giro piccoli russi ben vestiti. La loro presenza, ormai, è vitale per la nostra economia”.
Il business è business, d’altronde, e quanto si parla di turisti capaci di lasciare fino a 500 euro di mancia a un parrucchiere o mille euro a un cameriere (così tramanda la leggenda) c’è poco da fare gli schizzinosi. Una punta di nostalgia per l’understatement dei ricchi italiani c’è, nelle parole di Corchia: “È chiaro che, come imprenditori italiani, preferiremmo avere maggiori possibilità. Ci piacerebbe avere gli incentivi necessari per stare noi sul mercato. Ma ormai diventa sempre più difficile per la crisi del mercato interno italiano. Se non ci fossero loro, il settore sarebbe già ko”.
La decisione di procedere con le nuove sanzioni è stata comunicata oggi dalle autorità dell'Unione europea. Ancora non si conoscono i dettagli, ma i provvedimenti dovrebbero limitare l'accesso ai mercati dei capitali per i colossi petroliferi russi Rosneft, Transneft e Gazprom Neft (unità del gruppo del gas Gazprom che gestisce le attività nel settore del greggio). Nel mirino potrebbero finire anche compagnie statali russe del settore della difesa, ma per ora non c'è chiarezza su questo punto. Le misure entreranno in vigore "al massimo domani". L'Unione è "pronta a tornare" sulla questione e revocare le sanzioni se la tregua nell'est dell'Ucraina si rivelerà "duratura", e in caso siano avviati i negoziati di pace", ha affermato ieri il presidente del Consiglio europeo uscente, Herman van Rompuy. Peccato che anche su questo Mosca abbia mostrato di voler "giocare" a modo suo.
http://www.huffingtonpost.it/2014/09/08/forte-dei-marmi-turismo-russi_n_5783374.html?utm_hp_ref=mostpopular
Nessun commento:
Posta un commento