martedì 9 settembre 2014

Evitiamo la figuraccia con i due investitori inglesi nel Salento

Michele Anzaldi Headshot



Oggi 8 settembre, i membri della commissioni Agricoltura di Camera e Senato hanno ricevuto una lettera che racconta l'odissea di due investitori inglesi che hanno scoperto a loro spese quali danni sia in grado di creare la burocrazia italiana.
Dopo aver acquistato trenta ettari nel Salento, dal 2008 attendono di sapere se il loro investimento da circa 70 milioni di euro destinato alla realizzazione di una struttura turistica eco compatibile verrà mai approvato. Sei anni di valutazioni tecniche, pareri, approvazioni e poi ricorsi e contestazioni, per un progetto che vuole essere una sfida architettonica, agricola e ambientale. Ho deciso di andare su Internet per capire chi fossero questi due investitori inglesi, innamorati del Belpaese che, mentre la burocrazia fa il suo corso, hanno comunque messo in produzione l'uliveto abbandonato affidandolo ad una cooperativa locale che ha cominciato a imbottigliare il primo olio extravergine. Si tratta di Alison Deighton e Ian Taylor. La prima è a capo di un'importante società immobiliare inglese, moglie di Lord Paul Deighton, già socio Goldman Sachs, capo esecutivo del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Londra e oggi, Segretario al Tesoro del Governo Cameron; il secondo è a capo della Vitol, il principale trader mondiale del petrolio. Non stiamo parlando dunque di due investitori sprovveduti, ma la pazienza ha un limite e lo studio italiano che li rappresenta ci ha scritto per informarci che dopo tutti questi anni Deighton e Taylor stanno valutando seriamente l'ipotesi di dirottare il progetto in altri Paesi del Mediterraneo più accoglienti e sensibili nei confronti degli investitori stranieri.
Proprio ieri, dal palco di Cernobbio, Sergio Marchionne ha detto che "la burocrazia non solo costa cara ma uccide lo spirito di impresa", allontanando gli investimenti stranieri. I dati del Censis parlano chiaro: in sei anni gli investimenti stranieri in Italia si sono più che dimezzati. Nel 2013 sono stati pari a 12,4 miliardi di euro, il 58 per cento in meno rispetto al 2007.
Per questo motivo presenterò un'interrogazione parlamentare e chiederò ai colleghi delle commissioni di Camera e Senato di condividerla, per capire quale sia lo stato dell'arte del progetto e se corrisponde al vero che per colpa di procedure tortuose e ingessate, rischiamo di esporre il Paese ad un'imbarazzante figuraccia internazionale.

http://www.huffingtonpost.it/michele-anzaldi/evitiamo-figuraccia-due-investitori-inglesi_b_5784192.html?utm_hp_ref=italy

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