domenica 24 agosto 2014

Non c’è pace per James Brown ostaggio degli eredi

Mentre il film di Mick Jagger ne ripercorre la vita la salma già spostata 14 volte per esaminarne il Dna

James Brown,il leggendario padrino del soul e re del rhythm & blues

Il cantante James Brown, il leggendario padrino del soul e re del rhythm & blues, ha avuto un’esistenza piuttosto travagliata. Ma qualunque disgrazia gli sia capitata da vivo è niente rispetto a quello che gli è successo da morto. La lotta per accaparrarsi la sua eredità va avanti da quasi dieci anni, tra vedove affrante, figli legittimi e naturali, pretendenti che continuano a sbucare da ogni parte e continui esami del Dna che hanno richiesto numerose esumazioni del cadavere, spostato per 14 volte da una tomba all’altra.  

L’ultima delle sue numerose compagne, Tomi Rae, ha raccontato al Mail on Sunday i macabri particolari della battaglia per il tesoro da 65 milioni di dollari che il cantante ha lasciato. «Se sapesse quello che sta accadendo - ha detto - James si rivolterebbe nella bara». Una frase un po’ infelice, date le circostanze, visto che a rivoltarlo in continuazione ci hanno già pensato stuoli di avvocati, alla ricerca di una prova che sancisse di fronte alla legge la paternità dei presunti eredi.  

Sposato tre volte, James Brown ha avuto nove figli, cinque maschi e quattro femmine, dei quali sei sono ancora vivi. Ma era un donnaiolo impenitente e nessuno sa con certezza quanti figli abbia davvero generato. Tomi Rae è una discreta cantante e aveva 25 anni quando è stata ingaggiata nel gruppo di Mr Dynamite, che di anni ne aveva già 64. Si sposarono nel 2001, con una cerimonia che decine di studi legali adesso contestano, quando lei rimase incinta di James Jr, ora tredicenne.  

Tomi avrebbe voluto che i diritti del figlio fossero riconosciuti, ma anche in questo caso gli eredi legittimi di Brown si sono opposti. Ci voleva un bell’esame del Dna, l’ennesimo, per chiarire le cose. I tessuti del cadavere, ha rivelato l’ultima compagna del cantante, erano però così danneggiati dai liquidi usati per l’imbalsamazione che è stato necessario amputargli le gambe per prelevare tessuto osseo adatto al riconoscimento. Ma ne valeva la pena: l’esame ha stabilito che anche James Jr è figlio suo.  

Tomi Rae ha raccontato nei dettagli gli ultimi anni di Brown e quello che accadde subito dopo la sua morte, avvenuta a 73 anni il giorno di Natale del 2006 nella proprietà di Beech Island, in South Carolina. La cerimonia funebre si svolse all’Apollo Theater di Harlem, a New York, e quando Tomi tornò nella tenuta di 240 chilometri quadrati, scoprì che gli altri parenti l’avevano preceduta: «Avevano portato via tutto – ha raccontato -. Erano entrati come locuste e avevano preso le mie pellicce, i miei abiti, i miei gioielli, i premi vinti da James e qualunque cosa avesse un po’ di valore. Persino i regali sotto l’albero erano stati aperti». 

Finché ha potuto, James Brown è stato sulla scena, aiutandosi con le droghe e con il Viagra, che usava – ha detto Tomi Rae – sia per il palcoscenico che per la camera da letto. Era violento, ma bisogna giustificarlo per la sua infanzia difficile: nato in una capanna di legno da una ragazza di 16 anni, Susie Behling, aveva sperimentato subito il lato peggiore della vita. Picchiava le sue mogli ed era molto geloso A Beech Island aveva fatto costruire un muro intorno alla piscina perché i domestici non potessero vedere Tomi in bikini.  
Gli esami del Dna hanno consentito di individuare con sicurezza, oltre a James Jr, altri tre figli naturali di Brown, che rivendicano la loro parte. Altri si faranno avanti. Esiste un testamento, redatto prima del 2000, nel quale gli unici eredi sono i figli legittimi ancora in vita, ma Tomi Rae sostiene che James ne redasse un altro, nel quale lasciava la metà dei suoi beni a lei e a suo figlio e il resto ad associazioni benefiche che si occupavano di infanzia abbandonata. Se mai è esistito, questo testamento è comunque sparito.  

Mick Jagger, il leader dei Rolling Stones, ha prodotto il film Get on Up sulla vita di James Brown, un omaggio al cantante che più ha ammirato, che uscirà in autunno in Italia. «Nel film - ha detto Tomi Rae - è rappresentata correttamente tutta la vita di James e per fortuna non c’è nulla degli otto terribili anni trascorsi dopo la sua morte». Prima del successo e dei soldi, era stato così povero che anche dalle sue mogli si faceva chiamare Signor Brown. Voleva essere rispettato, ma ci è riuscito solo finché è rimasto vivo. 

http://www.lastampa.it/2014/08/11/spettacoli/non-c-pace-per-james-brown-ostaggio-degli-eredi-6jjqxx3qzSUUxlE3rSnMjI/pagina.html

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