Nei templi e nelle cattedrali
Si chiamava "Isola dei beati", "Montagna incantata"...
La dimora degli dei, nascosta in un luogo misterioso
Per pagani e primi cristiani
era a Ovest poi di colpo passò a Estdal nostro inviato SERGIO FRAU
CHARTRES - Ti esplode negli occhi, Chartres, la Cattedrale. Atterrisce tanta roba ti vuol raccontare, e tutta insieme. Se però ci si lascia ipnotizzare qui - tra statue, vetrate e labirinti - davvero non se ne esce più. Di questa mastondica nave capovolta - dalla "stiva" in grado di contenere i diecimila abitanti della Chartres del 1200, proprio come fosse un'arca - qui, ora conviene verbalizzare solo la rotta: l'orientamento. E non c'è dubbio che la sua santa prua - l'abside - punti ad Est; l'ingresso tutto simboli è a Occidente: orientamento Est-Ovest, come al solito, nel Gotico, quindi.
Era già così nel Romanico a ridosso del Mille, con le chiese allineate lungo il percorso del sole. Con tanto di ingresso da Occidente e di tabernacolo sulla loro parete orientale: proprio a ricordo del Paradiso biblico, residenza di Dio. Basta però indagare - indietreggiando di mezzo millennio - per accorgersi che non sempre è stato così. E che, anzi, per girare il Sancta Sanctorum delle chiese verso l'Alba ci hanno ragionato assai. Il problema, grosso, era questo: che nelle prime chiese cristiane (e addirittura nella San Pietro del V secolo), i fedeli, prima di entrare - da Oriente, allora, per recarsi a pregare nella zona più santa, in fondo alla Chiesa, a Occidente - i fedeli si fermavano sempre a fare un saluto al sole, girando le spalle all'altare. Atto assai sconveniente, notò Leone Magno: sintomo insopportabile di nostalgie pagane e solari, per una Chiesa che finalmente - dopo il lungo testa a testa con il culto solare di Mitra, quasi un sosia di Gesù - ora trionfava.
Ci pensarono su. Discussero a lungo. E già nel V, si cominciò a girar le chiese. Due secoli dopo, ai primi del 700, la Roma papalina spedì alle parrocchie del mondo indicazioni davvero precise sull'argomento. Anzi, veri e propri "Ordines Romani" che, prescrivendo agli officianti delle messe di riverire l'Est senza dare le spalle all'altare (spesso, allora, ancora a Ovest), implicò il cambio strutturale dei nuovi edifici sacri. Fu un dietrofront globale che girò gran parte dei nostri Sancta Sanctorum verso l'alba. E via, allora, a decorare le absidi orientate a Oriente - come a nasconderlo, ormai, il Sole - di sbrillucicanti mosaici col Cristo Trionfante al posto della nostra stella nascente. Se, però, ci si azzarda ad andare ancora più indietro nel tempo, le trovi legate strette religiosità e architettura: con il Sole sempre lì, a ordinarti tutto. Il principio base era quello per cui va famoso il tempio di frontiera di Ramses II, giù ad Abu Simbel. Lì, il 22 febbraio, compleanno del faraone, il sole radente dell'alba bucava come un laser il buio dell'edificio per raggiungere la statua di Ramses e illuminarla a giorno. Anche la tenda di Mosè - primissima "architettura" ebraica - funzionava grosso modo alla stessa maniera. Giuseppe Flavio nel III libro delle sue Antichità Giudaiche scrive che Mosè "collocò la tenda rivolta verso Oriente, in modo che il sole, al suo sorgere, gettasse in essa i suoi primi raggi... Il retro era a ponente".
Dettagli inutili? O, piuttosto, indizi fondamentali? Giuseppe Flavio seguita così: "All'interno divise tutta la sua lunghezza in tre parti... Questa divisione della tenda rappresentava un'imitazione della natura universale; la terza parte di essa, all'interno di quattro colonne, inaccessibile ai sacerdoti, era come il cielo, riservata a Dio; mentre i venti cubiti (10 metri e poco più, gli altri 2/3. ndr) erano come la terra e il mare che sono accessibili agli uomini, venivano riservati ai sacerdoti... Il complesso del tempio si chiamava "Santo"; la parte più inaccessibile, dentro quattro colonne, "Santo del Santo".
E lo ripete, poi, Giuseppe che quel terzo finale della tenda/mappa - "santissimo" - è zona di Dio: un Aldilà invalicabile, un Cielo sorvegliato da Cherubini tutti fuoco e fiamme, riservato solo a Lui. "Cielo"? Sicuro, però, che è proprio cielo?
Qualunque cosa sia - ovunque sia, di preciso - questo "cielo" santissimo della Tenda, del Tempio è, comunque, in queste architetture/mappa, ancora posizionato a Ovest. Rimane da verificare se la zona sacra al di là delle colonne sia proprio cielo. Come Giuseppe, i Sapienti giurano infatti che il Tempio prima, le chiese poi, raffigurano il mondo di allora. Fosse mai il Mediterraneo? Testimonianze d'eccezione qualche dubbio te lo mettono...Enoch, ad esempio: "E mi portò in un luogo ventoso, su un monte la cui cima arrivava al cielo". Paolo Sacchi, chiosando questo passo dell'Enoch etiopico, un testo apocrifo che fa quasi da Baedeker al Viaggio visionario nell'Aldilà, a proposito di questo "cielo" santissimo dove abita Dio, "nelle tenebre", annota due versioni: "A: "al cielo". B: "all'acqua". La variante B è un chiaro errore, giustificato dal fatto che la parola "acqua" ("may") è identica alla seconda delle due sillabe della parola "cielo"("sa-may")". Dio del Cielo? Non sarà, piuttosto, il contrario, allora?
Insomma: acque? O cieli? L'Enoch etiopico prosegue così - quasi all'egiziana - quel suo viaggio nell'Aldilà celeste: "E (gli angeli, ndr.) mi portarono fino alla così detta "Acqua della Vita" e fino al fuoco di Occidente che è quello che raccoglie tutti i tramonti del sole. E giunsi fino al fiume di fuoco il cui fuoco scorreva come acqua e si versava nel gran mare che si trova verso Occidente. E vidi tutti i grandi fiumi ed arrivai alla grande tenebra... E vidi - lì, in Occidente, dunque, ndr. - la bocca di tutti i fiumi della terra e quella dell'abisso".
Sembrerebbe proprio Okéanos, Padre dei Fiumi, quest'ultimo... Quanto somiglia al Nun/Abisso degli Egizi?
All'Abzu/Abisso dei Mesopotamici? Sicuro che l'Aldilà degli Antichi, non sia diventato il nostro Aldisopra soltanto per un refuso? O fu, invece, per un tabù? Non sarà - nella Tenda prima, nel Tempio di Salomone poi, negli Apocrifi dopo ancora - quella zona santissima e vietata a tutti, il Paradiso comune di noi mediterranei? Questo nostro Mar d'Occidente?
(5.Fine).
(8 settembre 2002)
Era già così nel Romanico a ridosso del Mille, con le chiese allineate lungo il percorso del sole. Con tanto di ingresso da Occidente e di tabernacolo sulla loro parete orientale: proprio a ricordo del Paradiso biblico, residenza di Dio. Basta però indagare - indietreggiando di mezzo millennio - per accorgersi che non sempre è stato così. E che, anzi, per girare il Sancta Sanctorum delle chiese verso l'Alba ci hanno ragionato assai. Il problema, grosso, era questo: che nelle prime chiese cristiane (e addirittura nella San Pietro del V secolo), i fedeli, prima di entrare - da Oriente, allora, per recarsi a pregare nella zona più santa, in fondo alla Chiesa, a Occidente - i fedeli si fermavano sempre a fare un saluto al sole, girando le spalle all'altare. Atto assai sconveniente, notò Leone Magno: sintomo insopportabile di nostalgie pagane e solari, per una Chiesa che finalmente - dopo il lungo testa a testa con il culto solare di Mitra, quasi un sosia di Gesù - ora trionfava.
Ci pensarono su. Discussero a lungo. E già nel V, si cominciò a girar le chiese. Due secoli dopo, ai primi del 700, la Roma papalina spedì alle parrocchie del mondo indicazioni davvero precise sull'argomento. Anzi, veri e propri "Ordines Romani" che, prescrivendo agli officianti delle messe di riverire l'Est senza dare le spalle all'altare (spesso, allora, ancora a Ovest), implicò il cambio strutturale dei nuovi edifici sacri. Fu un dietrofront globale che girò gran parte dei nostri Sancta Sanctorum verso l'alba. E via, allora, a decorare le absidi orientate a Oriente - come a nasconderlo, ormai, il Sole - di sbrillucicanti mosaici col Cristo Trionfante al posto della nostra stella nascente. Se, però, ci si azzarda ad andare ancora più indietro nel tempo, le trovi legate strette religiosità e architettura: con il Sole sempre lì, a ordinarti tutto. Il principio base era quello per cui va famoso il tempio di frontiera di Ramses II, giù ad Abu Simbel. Lì, il 22 febbraio, compleanno del faraone, il sole radente dell'alba bucava come un laser il buio dell'edificio per raggiungere la statua di Ramses e illuminarla a giorno. Anche la tenda di Mosè - primissima "architettura" ebraica - funzionava grosso modo alla stessa maniera. Giuseppe Flavio nel III libro delle sue Antichità Giudaiche scrive che Mosè "collocò la tenda rivolta verso Oriente, in modo che il sole, al suo sorgere, gettasse in essa i suoi primi raggi... Il retro era a ponente".
Dettagli inutili? O, piuttosto, indizi fondamentali? Giuseppe Flavio seguita così: "All'interno divise tutta la sua lunghezza in tre parti... Questa divisione della tenda rappresentava un'imitazione della natura universale; la terza parte di essa, all'interno di quattro colonne, inaccessibile ai sacerdoti, era come il cielo, riservata a Dio; mentre i venti cubiti (10 metri e poco più, gli altri 2/3. ndr) erano come la terra e il mare che sono accessibili agli uomini, venivano riservati ai sacerdoti... Il complesso del tempio si chiamava "Santo"; la parte più inaccessibile, dentro quattro colonne, "Santo del Santo".
E lo ripete, poi, Giuseppe che quel terzo finale della tenda/mappa - "santissimo" - è zona di Dio: un Aldilà invalicabile, un Cielo sorvegliato da Cherubini tutti fuoco e fiamme, riservato solo a Lui. "Cielo"? Sicuro, però, che è proprio cielo?
Qualunque cosa sia - ovunque sia, di preciso - questo "cielo" santissimo della Tenda, del Tempio è, comunque, in queste architetture/mappa, ancora posizionato a Ovest. Rimane da verificare se la zona sacra al di là delle colonne sia proprio cielo. Come Giuseppe, i Sapienti giurano infatti che il Tempio prima, le chiese poi, raffigurano il mondo di allora. Fosse mai il Mediterraneo? Testimonianze d'eccezione qualche dubbio te lo mettono...Enoch, ad esempio: "E mi portò in un luogo ventoso, su un monte la cui cima arrivava al cielo". Paolo Sacchi, chiosando questo passo dell'Enoch etiopico, un testo apocrifo che fa quasi da Baedeker al Viaggio visionario nell'Aldilà, a proposito di questo "cielo" santissimo dove abita Dio, "nelle tenebre", annota due versioni: "A: "al cielo". B: "all'acqua". La variante B è un chiaro errore, giustificato dal fatto che la parola "acqua" ("may") è identica alla seconda delle due sillabe della parola "cielo"("sa-may")". Dio del Cielo? Non sarà, piuttosto, il contrario, allora?
Insomma: acque? O cieli? L'Enoch etiopico prosegue così - quasi all'egiziana - quel suo viaggio nell'Aldilà celeste: "E (gli angeli, ndr.) mi portarono fino alla così detta "Acqua della Vita" e fino al fuoco di Occidente che è quello che raccoglie tutti i tramonti del sole. E giunsi fino al fiume di fuoco il cui fuoco scorreva come acqua e si versava nel gran mare che si trova verso Occidente. E vidi tutti i grandi fiumi ed arrivai alla grande tenebra... E vidi - lì, in Occidente, dunque, ndr. - la bocca di tutti i fiumi della terra e quella dell'abisso".
Sembrerebbe proprio Okéanos, Padre dei Fiumi, quest'ultimo... Quanto somiglia al Nun/Abisso degli Egizi?
All'Abzu/Abisso dei Mesopotamici? Sicuro che l'Aldilà degli Antichi, non sia diventato il nostro Aldisopra soltanto per un refuso? O fu, invece, per un tabù? Non sarà - nella Tenda prima, nel Tempio di Salomone poi, negli Apocrifi dopo ancora - quella zona santissima e vietata a tutti, il Paradiso comune di noi mediterranei? Questo nostro Mar d'Occidente?
(5.Fine).
(8 settembre 2002)
http://www.repubblica.it/online/spettacoli_e_cultura/archeogialli/sesta/sesta.html
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