-Marco Margrita- Le liste di proscrizione dei giornalisti sgraditi sono una triste abitudine nel coprolalico universo grillino.
Da questa nazistoide prassi (essendo compulsivi anche nei sondaggi, oltre che nella scurrilità) è scaturito il "Premio Stercorario per il giornalista dell'anno" . Il "premio", dopo l'adolescenziale votazione sul blog del comico, come noto, è stato assegnato al direttore de "Il Foglio", Giuliano Ferrara.
L'Elefantino era finito nel mirino degli "scapigliati del vaffa" per un editoriale apparso sul numero del 6 maggio del quotidiano. Nel suo fondo, il direttore faceva un parallelo tra Beppe Grillo e Genny 'a carogna. Il leader Cinque Stelle, denunciava Ferrara, "è intriso di sporcizia. Un putrido e turpiloquente tribuno del nulla, perché non ha un programma, non ha un progetto, ha consiglieri ridicoli a partire dalla capigliatura e che hanno un’idea della realtà connaturale solo a certi dementi teorizzatori del governo mondiale. Grillo è il male assoluto. Il mio soave disprezzo va a tutti coloro per i quali Grillo è un interlocutore politico. Lui e quella banda di sciamannati che ha mandato in Parlamento".
Dal suo account di Twitter, il "premiato" si è limitato ad un laconico "me ne frego" all'indirizzo di "Gribbles" (ironica crasi tra il cognome del comico fattosi politico e quello del Ministro della Propaganda di Hitler).
E' noto che uno dei cavalli di battaglia del Movimento pentastellato è contro ilfinanziamento pubblico all'editoria, che sarebbe uno degli sprechi e dei mali del Belpaese. Il giornalismo, poi, secondo Grillo e seguaci, sarebbe stato soppiantato dalla rete (ma in quale giornale avrebbe trovato spazio una strampalata analisi geopolitica come quella di Alessandro Di Battista, pubblicata qualche giorno fa dal blog gestito dalla Casaleggio & Associati?). Ogni occasione, quindi, è buona per gettare discredito su quanti hanno la colpa di appartenere all'Ordine dei Giornalisti.
Pensare che una ricerca, i cui risultati sono stati diffusi lo scorso anno, del Reuters Institute for the study of journalism dell'Università di Oxford dimostra che l'Italia spende pro-capite, per il finanziamento dell'editoria, molto meno degli altri paesi europei. In Finlandia, la nazione in Europa che investe più nei media, la spesa annua pro-capite per tutto il settore ammonta a 130,7 euro. Il Paese scandinavo è seguito in questa speciale classifica da Germania (94,9 euro), Regno Unito (80,4 euro) e Francia (68,5 euro). Solo dopo arriva l'Italia che costituisce il fanalino di coda con il suo contributo annuo pro-capite di 43,3 euro.
Il disprezzo per i giornalisti, che si concretizza in una lunga serie di piccoli e grandi atti del mondo grillino, ha un sapore antidemocratico. La stessa abolizione dell'Ordine (di cui certo non è indecente immaginare una riforma) dimostra la propensione alla propaganda più che all'informazione. L'Ordine, infatti, è stato voluto proprio per sottrarre la vitale funzione dell'informazione al completo arbitrio della potente oligarchia finanziaria-editoriale; per questo si è creata la figura professionale del giornalista.
Lo scarabeo stercorario si nutre di sterco e vi depone le uova. Siamo certo che assomigli di più ai giornalisti che a certi loro istrionici censori?
http://www.articolotre.com/2014/08/il-premio-pentastellato-stercorario-e-un-attacco-alla-liberta-di-stampa/
Nessun commento:
Posta un commento