domenica 24 agosto 2014

“FEDERICO IL GRANDE” - OSANNATO NEGLI STATI UNITI MA QUASI DIMENTICATO DA NOI, SE NON DA POCHI ADEPTI, IL GENIO DI FEDERICO FORQUET - DALLA MODA ALL’ARREDAMENTO, LO STILE COME SOSTANZA “POLITICA” DELLA VITA

Occorre prendere il magazine di New York Times, per leggere e godere un articolo di Marella Caracciolo Chia che si avventura a Cetona per incorniciare lo straordinario talento dell’83enne napoletano fulminato in gioventù dall’uomo che sarebbe diventato il suo maestro di vita: Cristòbal Balenciaga….


Tratto da un articolo di Marella Caracciolo Chia per il magazine T del New York Times - http://tmagazine.blogs.nytimes.com/2014/08/17/federico-forquet-fashion-designer-tuscan-garden/?_php=true&_type=blogs&_r=0

Mettersi in contatto con Federico Forquet richiede perseveranza. L’ottantatreenne napoletano, che negli anni Sessanta ha letteralmente conquistato, a sorpresa, il mondo della ‘haute couture’ prima di rivolgere le sue passioni ai giardini e all’arredamento, non possiede un cellulare.
MARELLINA CARACCIOLO SANDRO CHIAMARELLINA CARACCIOLO SANDRO CHIA

Contessa Marella Caracciolo Agnelli con un abito da sera di Federico Forquet , 1946 - foto ghergoCONTESSA MARELLA CARACCIOLO AGNELLI CON UN ABITO DA SERA DI FEDERICO FORQUET , 1946 - FOTO GHERGO
Una macchina fax? Troppo brutta. E a tutt’oggi si rifiuta di avere un indirizzo email. Chi lo conosce sa che per mettersi in contatto bisogna inviare un’email alla sua amica Alessandra Di Castro, l’antiquaria romana, la quale la fa stampare su carta e recapitare a mano all’appartamento a Roma o a Cetona, in Toscana, nella proprietà dove “Federico il Grande” – come fu ribattezzato da Women Wear Daily nel 1966 – passa la maggior parte del suo tempo.
FEDERICO FORQUETFEDERICO FORQUET

In una recente mattina di giugno, dunque, è proprio nel suo giardino toscano che lo troviamo. Vestito in maniera impeccabile in abito di flanella leggera, da campagna, il vecchio cane Lulù e due gatti ai suoi piedi, Forquet è allungato su una chaise longue in midollino rivestita di un tessuto a fiori disegnato da lui.

Lo sovrasta la chioma, immensa, di un tiglio. Lo piantò quaranta anni fa assieme a Matteo Spinola, il noto PR di cinema (morto nel 2006) e compagno di una vita, poco dopo che avevano acquistato quest’antica fattoria col desiderio di trasformarla in un rifugio.
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ISA MIRANDA- FEDERICO FORQUET STYLEISA MIRANDA- FEDERICO FORQUET STYLE
Nato in Italia da una vecchia famiglia napoletana di origini francesi, Forquet ha passato un’infanzia felice tra il castello di famiglia a Forino e il palazzo a Napoli, frequentato da musicisti, intellettuali e membri della famiglia Reale.

Come molti membri della sua classe sociale all’epoca, soprattutto al Sud, la prospettiva di Forquet era vivere dignitosamente amministrando quel che rimaneva delle antiche proprietà fondiarie famiglia. Ma a detta dello storico dell’arte Alvar Gonzàles-Palacios, suo amico di vecchia data, “Federico appartiene a quel raro gruppo di persone che hanno fatto tante professioni, e tutte molto bene.”
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MARINA CICOGNA ROSI GRECO FEDERICO FORQUETMARINA CICOGNA ROSI GRECO FEDERICO FORQUET
Da bambino Forquet, dopo aver dato prova di un precoce talento per la musica, andò a studiare pianoforte al conservatorio di Napoli. La sua carriera di concertista si interruppe un giorno d’estate del 1954 quando incontrò l’uomo che sarebbe diventato il suo maestro di vita: Cristòbal Balenciaga. Il couturier basco — che Christian Dior famosamente appellò “il Maestro di noi tutti” — stava approdando all’isola di Ischia per alcuni giorni di vacanza.
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FEDERICO FORQUET STYLE - foto AvedonFEDERICO FORQUET STYLE - FOTO AVEDON
Nel 1956 una delle clienti di Balenciaga, la principessa Irene Galitzine, decise di lanciare a Roma la sua linea di moda e chiese a Forquet di disegnarla. […] Il frutto più iconico di questa collaborazione fu il ‘Pigiama Palazzo’. Quando fu lanciato, nel 1959, divenne immediatamente un furore e la fama di Forquet salì alle stelle.

Fu allora che, con l’incoraggiamento di Balenciaga, Forquet decise di mettersi in proprio. L’apertura, nel 1962, del suo atelier romano sulla prestigiosa via Condotti fu accolta con entusiasmo dal mondo della moda. “Il Dior italiano si chiama Forquet,” fu proclamato sulle pagine di ‘’Harpers Bazaar’’. 
gala18 marika del drago federico forquetGALA18 MARIKA DEL DRAGO FEDERICO FORQUET

Secondo la storica della moda Sofia Gnoli, “Forquet non ha mai abbandonato la sua passione per abiti spettacolari. Il suo tratto distintivo erano silhouettes asimmetriche e l’uso di blocchi monocromatici di colore.” [….] Diana Vreeland, C.Z.Guest, Babe Paley e Annette Reed erano tutte clienti affezionate, oltre che amiche. Elizabeth Arden gli chiese di ideare una linea di pret à porter per i suoi negozi. Jackie Kennedy fece copiare uno dei suoi modelli al suo sarto Oleg Cassini. Grazie al suo lavoro di costumista, Forquet vestì, tra le altre, Sophia Loren, Jane Fonda, Anita Ekberg e Faye Dunaway.
FEDERICO FORQUET STYLEFEDERICO FORQUET STYLE
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Federico chiuse il suo atelier nel 1972. Capì che gli darebbe stato impossibile sopravvivere alle rivoluzioni sociali della fine degli anni Sessanta e all’esplosione dell’industria del prêt-à-porter. “Ciò che amava era l’alta moda,” spiega Allegra Agnelli. “Forquet era un sognatore, sempre stato. E sebbene non avesse debiti, il danaro e il successo non sono mai stati il suo motore.”

Durante gli anni Sessanta Forquet e Spinola avevano preso l’abitudine di fare gite ‘fuori porta’ […] Visitarono le ville e i giardini della campagna romana, i siti etruschi della Toscana e i conventi umbri. Desideravano trovare un luogo immerso nella natura da restaurare. “Trovammo un pezzo di terra con un piccolo vigneto accanto a due case in pietra.”
FEDERICO FORQUET STYLEFEDERICO FORQUET STYLE

Persuasero alcuni amici, tra cui Allegra e Umberto Agnelli, a diventare loro vicini di casa e crearono così quella che Forquet descrive come una ‘piccola Atene’ di persone accomunate dall’amore per i giardini, per la musica e per i viaggi.
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Seguendo il suo istinto estetico, Forquet ha trasformato gli interni di questa vecchia fattoria in un ‘racconto’ personale pieno di libri e di oggetti amati. Ha riciclato antiche porte e finestre e ne ha fatte fare di nuove. Ha disegnato lui stesso le librerie e alcuni dei mobili e ha persuaso Gustav Zumsteg a Zurigo, che aveva prodotto la stoffe per la sua linea di alta moda, di fare una linea di tessuti per la casa.
FEDERICO FORQUET STYLEFEDERICO FORQUET STYLE

Allegra chiese a Forquet di decorare il loro appartamento romano e così, per divertirsi, lui disegno una stoffa che assomigliava al granito egizio. Quando Andy Warhol venne a colazione, commentò che gli italiani erano veramente i migliori artigiani al mondo. “’Sarebbe impensabile rivestire una stanza in marmo in questo modo,’ disse avvicinandosi al muro per guardare meglio,” racconta Forquet.
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Forquet cita questo incontro casuale come uno dei tanti che hanno plasmato la sua vita. “Fu così che mi resi conto che quel che era cominciato come un gioco, l’arredo, era l’inizio di una nuova avventura professionale.”
FEDERICO FORQUET STYLEFEDERICO FORQUET STYLE

Questo terzo capitolo della sua vita è pieno d’impegni. Negli ultimi due decenni Forquet, oltre a dare una rinfrescata al Palazzo Reale del Belgio, ha ridecorato una mezza dozzina di grandi palazzi romani e di ville. Ha infuso con il suo inconfondibile tocco romantico diversi alberghi tra cui lo storico Caruso a Ravello e, due anni orsono, La Locanda a Cetona.
FEDERICO FORQUET - VISIONE DELLA VILAL A CETONAFEDERICO FORQUET - VISIONE DELLA VILAL A CETONA

Forquet ha applicato al suo lavoro di decoratore la stessa visione senza compromessi che ha dimostrato nella moda. “Federico fa solo quello che gli pare,” dice Allegra che ancora ride al ricordo di quando gli chiese di aiutarla a sistemare per lei e Umberto la loro casa modernista fuori Torino. “Diede un’occhiata e disse, grazie ma credo di no.” Non c’era assolutamente nulla che potemmo fare per persuaderlo, ma lui è fatto così. Segue solo la sua visione, costi quel che costi.”

All’ombra del grande tiglio, durante quel pomeriggio di primavera, Federico sfoglia un grande album foderato in pelle che raccoglie le immagini di una vita vissuta intensamente. Tra tutte le sue creazioni la casa di Cetona, dice, è la più amata. “Non avrei mai pensato che questo luogo sarebbe diventato una parte così fondamentale nella mia vita,” spiega.
FEDERICO FORQUET STYLEFEDERICO FORQUET STYLE
Da vero artista, Forquet ha capito molto presto che l’espressione creativa è una ricerca personale e non un trionfo pubblico. ”Se crei un impero, poi sei costretto a diventare imperatore. Io preferisco essere un privato, e felice, cittadino del mondo.” 
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/federico-grande-osannato-stati-uniti-ma-quasi-dimenticato-83293.htm

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