domenica 24 agosto 2014

Famiglia nasconde all’estero un tesoro da 49 milioni

Maxi multe e denunce dalla Guardia di finanza


VERCELLI
I numeri sono choc: un patrimonio del valore di 49 milioni nascosto all’estero, multe da un minimo di 7,5 a un massimo di 37 milioni, 6 anni di tasse non pagate che con quelle premesse fanno cifre importanti ancora da quantificare, tre le persone indagate (parenti tra loro). Dell’Operazione Fenice, che ha impegnato la Guardia di finanza di Vercelli per oltre 2 anni, in Italia e nei paradisi fiscali, si sa poco più di questo. 

Tutto nasce da indagini condotte su una società della Bassa Valsesia che faceva parte di un importante gruppo siderurgico italiano con attività anche all’estero che produceva tubi in acciaio e valvolame facendo fatturati di centinaia di milioni e dando lavoro a migliaia di persone in tutto il mondo. Tra l’altro un gruppo fallito tre anni fa con pesanti perdite di posti di lavoro. 

Le verifiche svolte dai militaqri del Nucleo di polizia tributaria hanno scoperto flussi finanziari verso l’estero iniziati attorno al 2006 - ai primi segnali della crisi che ha investito il settore siderurgico - e terminati nel 2012. In totale 49 milioni di euro, un tesoro costituito da quote di società, conti correnti e immobili e confluito in diversi fondi, o «trust» in linguaggio tecnico, in realtà riconducibili agli indagati e alla loro ristretta sfera familiare. 

Una piccola parentesi tecnica. Il trust (dall’inglese «affidamento») è un fondo nelle quali vengono fatti confluire beni dei quali i proprietari perde la disponibilità (non la proprietà) in via definitiva; il gestore amministra i beni con un patto fiduciario. I trust vengono utilizzati per le finalità più diverse, dalle forme di investimento e pensionistiche alla tutela dei patrimoni, alla riservatezza e anche alla tutela di minori o handicappati. 

Secondo le Fiamme gialle invece i trust della famiglia valsesiana avevano l’unico scopo di nascondere il patrimonio perché proprietari e gestori erano le stesse persone. I fondi erano collocati non solo genericamente all’estero, ma anche in paradisi fiscali quali l’Isola di Jersey (nel Canale della Manica) e in Liechtenstein. 
Le indagini si sono concluse con la segnalazione di tre italiani con le accuse di bancarotta patrimoniale pre fallimentare e bancarotta da reato societario. Quattro le verifiche fiscali, intestatari dei beni trasferiti all’estero. E sono scattate le multe milionarie perché sui 49 milioni di beni del tesoretto estero non sono state pagate tasse. 

http://www.lastampa.it/2014/06/27/edizioni/vercelli/famiglia-nasconde-allestero-un-tesoro-da-milioni-Qwu9JXJgHBzOneOgaBttpJ/pagina.html

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